Per ora i punti certi sono pochi. C'è la volontà di introdurre con la prossima legge di Stabilità, che il governo presenterà a ottobre, la possibilità di andare in pensione prima rispetto alla riforma Fornero ma prendendo un assegno più leggero. Su questo punto pare non ci siano margini di confronto, perchè altrimenti, fanno sapere da Palazzo Chigi, si tornerebbe indietro, alle vecchie pensioni di anzianità. La tesi dell'Inps e del Governo è infatti che una maggiore flessibilità dei criteri di pensionamento vada inserita in un disegno complessivo nella logica che il "costo" della flessibilità in uscita debba essere compensato all'interno dello stesso sistema previdenziale. Uscite anticipate e al tempo stesso penalizzazioni sui trattamenti, come lo stesso Boeri ha anticipato nel corso della sua recente audizione in Commissione Lavoro della Camera a Giugno: «La flessibilità - ha spiegato - deve avere un impatto neutro dal punto di vista attuariale, perché solo così la maggiore spesa sarà sostenibile anche rispetto ai vincoli che derivano dalla politica di bilancio monitorata dall'Unione europea e che consentono dei margini in situazioni economiche avverse».
Boeri, come già anticipato ieri sulle pagine di questo giornale, nel suo dossier ha presentato un ventaglio di opzioni per anticipare le uscite tra cui, in particolare quella del ricalcolo contributivo dell'assegno, un'ipotesi, sottolineano dall'Inps, che permetterebbe una flessibilità maggiore rispetto ad altre opzioni basate su un sistema di penalizzazioni crescenti in base all'età dell'uscita. Nel dossier ci sono anche alcune proposte di intervento sugli assegni piu' ricchi con l'obiettivo di individuare risorse per introdurre un sostegno al reddito agli ultra 55 enni senza lavoro e senza pensione. I punti del programma Boeri saranno resi noti però non prima della prossima settimana, probabilmente l'8 luglio, una volta concluso il confronto con il Governo. Poi la palla spetterà alla politica.