Cifre dunque lontane da quelle stimate dall'esecutivo, che conta di racimolare dall'intervento equitativo 1 miliardo di euro. Altro modo di superare i 150 mln di risparmio, spiega ancora Boeri, è quello di stimolare quanto più possibile il prepensionamento per poi riservarsi di intervenire tagliando queste pensioni o, ancora, "cambiare il provvedimento e disegnare un intervento perequativo" sulla falsa riga di quello già effettuato dal governo Letta. Una eventualità possibile, per Boeri, considerato che lo stop alla perequazione per gli assegni pari a 6 volte il minimo, sopra i 2.500 euro netti al mese, esaurirà i suoi effetti proprio quest'anno.
Lo stop al cumulo è inefficace
A lasciare il lavoro anticipatamente, inoltre, stima ancora Boeri, saranno "poco meno di 400mila lavoratori". Un numero, ragiona ancora, limitato dalla norma che prevede il divieto di cumulo reddito-pensioni e che costituisce "un deterrente", almeno per alcuni, al pensionamento. Ma i costi che lo stato dovrebbe sostenere per controllare il rispetto del divieto sarebbero così alti e la platea di 'evasori' così incerta che, si chiede ancora Boeri "se ne valga la pena". Lo stop al cumulo, dice Boeri, "è tutt'altro che ovvio e costituisce un'operazione gestionale complessa sopratutto per la parte relativa alle ispezioni necessarie alla verifica del rispetto del divieto che significa impiegare risorse importanti per controllare se le persone in pensione lavorano o meno. Mi chiedo se vale la pena spendere tutte queste risorse per controllare se in pochi dovessero lavorare dopo la pensione", osserva.
Condono contributivo rischioso per l'Inps
Nel corso dell'audizione, Boeri affronta poi il tema del condono contributivo. Per il presidente dell'Istituto di previdenza, questa misura "avrebbe un effetto devastante sui conti dell'Inps". "Non abbiamo elementi sufficienti per capire l'impatto di un intervento in questo senso ma sicuramente il condono contributivo al contrario di quello fiscale indurrebbe anche un comportamento opportunistico da parte degli evasori sul fatto che prima o poi potrebbe arrivare un altro condono", spiega Boeri, ribadendo come gli effetti si siano già fatti sentire al "solo parlare di condono contributivo: la nostra riscossione è già inferiore a quella attesa", conclude