Nel 2015 il Governo dovrà garantire un sistema di pensionamenti flessibili che consenta un anticipo dell'età pensionabile di almeno 3 anni. Ma bisogna risolvere la vicenda dei quota 96 della scuola e di altri tanti errori della Riforma Fornero.
Kamsin “Condividiamo l’opinione di Tiziano Treu, commissario dell’Inps, di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico”. E' quanto ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della camera. “Su questo argomento – continua Damiano – il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge, di cui sono primo firmatario, che prevede la possibilita’ per chi ha 35 anni di contributi di andare in pensione a partire dall’eta’ di 62 anni (cd. i pensionamenti flessibili) oppure con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica”.
Treu nei giorni scorsi aveva indicato che tra le priorità da affrontare nel prossimo anno c'è l'ammorbidimento dei requisiti previdenziali fissati dalla Riforma del 2011. Ipotesi condivisa anche dal relatore al ddl di stabilità, Giorgio Santini (Pd), che ha aperto alla possibilità di un intervento in tal senso in occasione della Riforma della Governance dell'Inps, prevista per il primo semestre del 2015.
“Questa proposta – prosegue Damiano – di cui sono a conoscenza il governo e il ministro Poletti, consentirebbe, a mio avviso, di risolvere anche il problema delle decine di migliaia di esodati che, nonostante le sei salvaguardie, sono ancora rimasti intrappolati nella Legge Fornero”. “Ricordiamo al commissario dell’INPS che altri temi previdenziali da affrontare sono quelli delle ricongiunzioni, dell'opzione donna, dei macchinisti delle ferrovie e dei Quota 96 della scuola. Si tratta di un pacchetto di problemi causati da errori legislativi ai quali va posto riparo se si vuole perseguire un criterio di giustizia sociale”, ha detto Damiano.
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