La proposta, da quanto si apprende, è composta da diversi capitoli di intervento in cui sono evidenziati i relativi costi. Boeri dovrebbe vedere a stretto giro anche i ministri direttamente interessati, a partire dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, e dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, considerato l'impatto sui conti pubblici da valutare. Al centro c'è il principio della flessibilità in uscita, guardando al sistema contributivo. In pratica chi vuole lasciare prima potrà farlo al prezzo di un assegno ridotto, calcolato però interamente con il contributivo, ipotesi del resto molto cara allo stesso Boeri. L'asticella per l'uscita, secondo l'Inps, può essere collocata tra i 57 e i 62 anni con un requisito minimo di 35 anni di contributi ed un anno in piu' per i lavoratori autonomi; flessibilità che - sottolineano dall'Inps - sarà comunque un'opzione del lavoratore, una sua libera scelta, e non un obbligo. Per finanziare ulteriori interventi sulla previdenza nel dossier dell'Inps c'è anche un parziale ricalcolo delle pensioni su base contributiva, ad esempio imponendo un contributo di solidarietà agli assegni più ricchi ed una revisione di alcune prestazioni assistenziali, che però finiscono pure a beneficio dei più ricchi. Dentro anche alcuni interventi di manutenzione sulla Legge Fornero per valorizzare la contribuzione mista dei lavoratori con carriere discontinue.
Sull'ipotesi flessibilità secondo Boeri un taglio dell'assegno è inevitabile perchè se si decide di far uscire le persone prima «le pensioni devono essere più basse» altrimenti il maggiore costo per la finanza pubblica «graverà sui giovani» e questo va assolutamente evitato. Altro punto del Piano più volte rimarcato dal presidente dell'Istituto è un salvagente contro la povertà in particolare per la generazione tra i 55 e i 65 anni che soffrono la soppressione degli attuali ammortizzatori sociali (cassa e mobilità in deroga) senza che sia stata predisposta alcuna sostituzione.
Il luogo deputato per la riforma del sistema previdenziale, si sottolinea in ambienti di governo, sarà comunque la legge di stabilità e a decidere sarà l'esecutivo - viene ripetuto - insieme al Parlamento. Le proposte dell'Inps costituiranno solo la base per un ulteriore confronto che comunque dovrà essere rapido: per entrare nella legge di stabilità le proposte dovranno tradursi in piani di intervento concreti entro settembre. E' per questo motivo che Boeri ha già convocato i sindacati il 9 luglio.