Pensioni

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Da risolvere anche il problema dei cosiddetti esodati, cioè coloro che nonostante le sei salvaguardie sono rimasti ancora ad oggi fuori dal perimetro di tutela. 

Kamsin La Consulta ha ritenuto inammissibile il referendum della Lega sulle pensioni. Al di la’ di questa decisione il tema previdenziale va comunque messo all’ordine del giorno dal Governo. La situazione non e’ piu’ reggibile per le conseguenze che la “riforma” Fornero ha prodotto”. Dichiara cosi’ il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano a seguito della notizia della inammissibilita’ del Referendum della Lega.   

“In primo luogo, l’eccessivo innalzamento dell’eta’ pensionabile, oltre i 67 anni, frena l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In secondo luogo – continua -  il problema dei cosiddetti esodati, che non e’ ancora concluso nonostante il fatto che con sei salvaguardie si sia risolta positivamente la situazione  di oltre 170.000 lavoratori, impone una correzione al sistema pensionistico. Le nostre proposte sono note: l’introduzione di un criterio di flessibilita’ a partire dai 62 anni di eta’ con 35 di contributi per consentire l’accesso alla pensione, oppure l’adozione di “Quota 100″. Si tratta di proposte che risolverebbero strutturalmente il problema” ricorda l’esponente del PD

“La riforma del 2011 – sottolinea Damiano – ha avuto due effetti controproducenti sul piano sociale: il primo, e’ quello di aver creato una situazione esplosiva, a partire dal problema degli esodati, a causa dell’assenza di gradualita’ nell’innalzamento dell’eta’ pensionistica. Il secondo e’ che andare in pensione di vecchiaia oltre i 67 anni e’ causa di un sostanziale blocco delle assunzioni: non e’ difficile immaginare che se i genitori rimangono inchiodati nel posto di lavoro fino a tarda eta’, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficolta’ una occupazione”. 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Forza Italia, Movimento 5 Stelle che chiedono con urgenza un intervento che smussi perlomeno gli angoli piu' duri della Riforma Fornero.

La prima occasione utile per una revisione dell'età pensionabile, osservano fonti del Pd, potrebbe essere quella della Riforma della Governance dell'Inps che il Governo dovrebbe mettere in cantiere a fine febbraio.

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“E’ urgente e indispensabile cambiare radicalmente la legge Fornero”. E’ quanto chiede, in una nota, il sindacato guidato da Susanna Camusso. “L’inammissibilità del referendum, decisa oggi dalla Corte Costituzionale e di cui attendiamo di leggere le motivazioni, - scrive la Cgil - carica di responsabilità il governo e il Parlamento. Kamsin “La Cgil ritiene indispensabile - prosegue il sindacato - dare risposte alle ingiustizie provocate da una legge sbagliata che punisce chi, dopo una vita di lavoro, avrebbe il diritto di andare in pensione e anche tutti quei giovani che oggi sono penalizzati due volte: dall’assenza di possibilità di lavoro e da norme che impediscono la costruzione di una storia contributiva utile ad assicurare una pensione dignitosa”.

“Insieme a Cisl e Uil, - ricorda il sindacato di Corso d'Italia - abbiamo elaborato da tempo proposte di riforma condensate in una piattaforma unitaria, che oggi più che mai va rilanciata e fatta vivere nel Paese. Per questo - conclude la Cgil - chiederemo a Cisl e Uil di incontrarsi per decidere insieme quali iniziative sindacali mettere in campo”.

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La Riforma Fornero non ha chiarito se è possibile continuare ad applicare l'arrotondamento dell'anzianità previdenziale ai fini del perfezionamento del diritto a pensione di vecchiaia o anticipata.

Kamsin L'entrata in vigore della legge Fornero, il 1° gennaio 2012, rimette in discussione l'applicazione delle norme sull'arrotondamento dell'anzianità contributiva minima per i dipendenti del pubblico impiego. Com'è noto la disciplina vigente sino al 2011 prevedeva che l’anzianità contributiva potesse essere arrotondata a mese intero se fosse stata pari ad almeno 16 giorni (Circolare Inpdap 14/98; articolo 59 legge 449/1997). L'Inpdap con la citata Circolare confermava l'applicazione, a decorrere dal 1998, delle disposizioni in materia di arrotondamenti cosi' come previsti dall'art. 3 della legge 274/91 secondo cui "il complessivo servizio utile viene arrotondato a mese intero, trascurando la frazione del mese non superiore a quindici giorni e computando per un mese quella superiore". 

In questo modo, ad esempio, il requisito di 20 anni di contributi richiesto per il diritto alla pensione di vecchiaia o per l'inabilità relativa si conseguiva al raggiungimento di 19 anni, 11 mesi e 16 giorni; quello dei 35 anni per la pensione di anzianità si conseguiva con 34 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio; quello della pensione di anzianità indipendentemente dall'età anagrafica con 39 anni, 11 mesi e 16 giorni e così via. Mentre non potevano essere arrotondati i requisiti anagrafici connessi alle prestazioni in parola (es. il requisito di 65 anni per la pensione di vecchiaia).

Una prima novità veniva introdotta nel 2010 quando entrò in vigore il criterio delle quote per determinare i requisiti per la pensione di anzianità. Il criterio era stato introdotto dalla legge 243/04, nota come riforma Maroni.  In applicazione di tale riforma la Circolare Inpdap 7/2008 ha disposto che i requisiti minimi contributivi previsti per il raggiungimento delle quote (cioè i 35 anni) dovevano essere perfezionati per intero senza operare alcun arrotondamento. In pratica per accedere alla pensione di anzianità risultava necessario essere in possesso di almeno 35 anni di contributi, mentre non sarebbero stati piu' sufficienti 34 anni, 11 mesi e 16 giorni. In ogni caso gli arrotondamenti dell'anzianità contributiva sulle prestazioni diverse dalla pensione di anzianità con le quote restavano comunque in vigore. Ad esempio si poteva continuare ad accedere alla pensione di anzianità, indipendentemente dall'età anagrafica, con 39 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio.

Con l'avvento della Riforma Fornero la possibilità di continuare a fruire dell'arrotondamento risulta piu' molto controversa. L'Inps, infatti, pare aver mutato atteggiamento circa la possibilità di applicare l'articolo 3 della legge 274/1991. Per quanto riguarda la pensione anticipata, la prestazione che ha sostituito la pensione di anzianità, la Circolare Inps 37/2012 lascia ora intendere che i requisiti contributivi devono essere posseduti per intero non potendosi più operare alcun tipo di arrotondamento. Così ad esempio una lavoratrice potrà andare in pensione nel 2015 solo se avrà raggiunto 41 anni e 6 mesi di contributi e non quindi 41 anni, 5 mesi e 16 giorni di lavoro. Parimenti per un lavoratore saranno necessari 42 anni e mezzo di contributi (e non 42 anni, 5 mesi e 16 giorni).

Anche per la pensione di vecchiaia la Circolare Inps 37/2012 fissa in 20 anni il requisito contributivo minimo non facendo piu' alcun cenno alla possibilità di invocare i 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio. In ogni caso sarebbe opportuna una precisazione ufficiale da parte dell'Inps. Le norme in materia di arrotondamento, infatti, non sono state abrogate e gli interpreti del settore hanno difficoltà nel comprendere gli effetti sulle prestazioni previdenziali dei lavoratori.

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Salvini: "e' un'infamata nei confronti di milioni di italiani. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro".

Kamsin Dopo il no dei giudici costituzionali alla ammissibilità del referendum sulla legge Fornero, proposto dalla Lega Nord, è duro il giudizio di Matteo Salvini: i giudici della Corte Costituzionale hanno «fottuto un diritto sacrosanto», ha detto il leader del Carroccio a Radio Padania. « La Consulta, con un atto gravissimo, ha stabilito la fine per la gente, per il popolo, di esprimersi su un referendum per l’abrogazione della riforma Fornero, una decisione fuori da ogni precedente. È una infamata nei confronti di milioni di italiani che non arrivano a fine mese. Altro che legge elettorale...Questa Italia mi fa schifo e mi batterò per ribaltarla». 

Salvini poi ha voluto sottolineare che questa "e' un'infamata nei confronti di milioni di italiani. E' uno Stato di m... che ha dei giornalisti di m..." che non hanno dato risalto all'iniziativa. E tornando sulla bocciatura del referendum ha continuato: "Era l'unico cambiamento vero per la gente, ma questa e' stata fottuta. Giornata del ca..., governo del ca.... Spero che l'Italia si svegli. In Italia un cavillo lo trovi sempre. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro. Il popolo non conta un ca..., se non ti chiami Matteo Renzi non conti nulla".

'Sono sconcertato della sentenza della Corte che non ha ammesso il referendum per cancellare la legge Fornero. E' una sentenza che assume un significato squisitamente politico e che sembra fatta apposta per salvare il governo Renzi'. Lo dice Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, primo firmatario del quesito e referente del comitato promotore del referendum per l'abrogazione della legge Fornero in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum proposto dalla Lega

'E' evidente che se il referendum fosse stato accettato - afferma - la stragrande maggioranza degli italiani avrebbe votato a favore e una volta caduta l'odiosa legge Fornero sarebbero andati a casa Renzi e il suo governo e si sarebbe tornati al voto. Invito tutti a venire alla manifestazione della Lega il prossimo 28 febbraio a Roma - conclude - per far sentire la propria voce perche' stanno cercando di togliere al popolo il diritto di poter votare'.

L'Ex-ministro del lavoro, Elsa Fornero, autrice della controversa riforma fa notare come il giudizio della Corte fosse invece scontato. La Corte Costituzionale «avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese», ha commentato l’ex ministro del Lavoro. «Ora il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza».

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La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Fornero in materia di pensioni, proposto dalla Lega Nord.

Kamsin La Consulta in una nota, precisa di aver dichiarato «inammissibile la richiesta di referendum relativa all’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive». La sentenza sarà depositata successivamente, entro i termini previsti dalla legge.

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I requisiti per conseguire la pensione di vecchiaia anticipata passano a 61 anni e 3 mesi per gli uomini e a 58 anni e 9 mesi per le donne.

Kamsin Il recente regolamento di armonizzazione (il Dpr 157/2013) ha rivisto al rialzo, con effetto dal 1° gennaio 2014, i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia anche per il personale viaggiante addetto ai pubblici servizi di trasporto iscritti all’ex Fondo Autoferrotranvieri.

L’art. 4 del citato Dpr ha novellato l’articolo 3 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 414 e prevedendo che il personale viaggiante può ottenere la pensione di vecchiaia "al raggiungimento del requisito anagrafico ridotto di cinque anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore nel regime generale obbligatorio”. 

Prima dell’armonizzazione l’età per il diritto alla pensione di vecchiaia di questi lavoratori era fissata a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne e vedeva l'applicazione della finestra mobile annuale di cui alla legge 122/2010. Ora, alla luce dell’intervenuta modifica, il requisito anagrafico viene stabilito in misura ridotta di 5 anni rispetto a quello previsto in via generale e vengono meno le c.d. “finestre”.

In pratica nel 2015 i lavoratori potranno accedere alla pensione con 61 anni e 3 mesi di età, le donne con 58 anni e 9 mesi di età unitamente al perfezionamento di almeno 20 anni di contributi. La prestazione, inoltre, effetto della disapplicazione delle finestre, avrà decorrenza dal 1° giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi. L'età per il collocamento in pensione, comprensive degli adeguamenti alla speranza di vita, sono indicate nella seguente tabella.

I requisiti per la pensione sono ancora piu' agevolati in caso di perdita del titolo abilitante per inidoneità.  In particolare, secondo quanto precisato dalla Circolare inps 86/2014, si stabilisce che, ai fini della pensione di vecchiaia anticipata, per il personale viaggiante si applica la disciplina previgente in materia di diritto e decorrenza.

In particolare nel caso in cui il lavoratore, sottoposto a giudizio di idoneità, non abbia ottenuto il rinnovo del titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa da parte dell'Autorità competente l’età per la pensione di vecchiaia resta ferma a 60 anni e l’accesso al trattamento pensionistico è fissato in base alle c.d. “finestre” trimestrali  di cui alla legge n. 247 del 2007.

Occorre tenere presente che il lavoratore che non si sottopone volontariamente alla visita medica per il rinnovo del titolo abilitante non potrà accedere alla pensione di vecchiaia anticipata secondo le vecchie regole. In caso di perdita del titolo abilitante al compimento del 60° anno di età, inoltre, per espressa previsione di legge, non vanno applicati gli aumenti per aspettativa di vita.

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