Pensioni

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Dalla fine del mese di Gennaio l'Inps inizierà ad inviare le prime certificazioni relative alla sesta salvaguardia, il provvedimento contenuto nella legge 147/2014 che consente a 32.100 lavoratori di beneficiare delle regole di pensionamento ante-Fornero. E' quanto apprende la redazione di pensionioggi.it in esito ad un approfondimento condotto presso l'Inps nei giorni scorsi. Kamsin Le domande per l'ammissione al beneficio in parola si sono chiuse lo scorso 5 gennaio anche se le DTL hanno ancora un mese di tempo per la gestione degli eventuali ricorsi e per la trasmissione delle istanze accolte all'Inps.

La principale criticità riguarda i lavoratori che hanno fruito nel 2011 dei congedi e/o dei permessi per i disabili per i quali la legge 147/2014 ha messo in palio ulteriori 1800 posti. Su questo profilo di tutela concorreranno ora anche i lavoratori che avevano presentato per la IV salvaguardia (articolo 11-bis del Dl 102/2013) le cui domande non sono state accolte per esaurimento dei posti messi a disposizione (2.500).

In merito a tale problematica il ministero del lavoro ha infatti concordato con l'Inps, tenuto conto dell’esigenza di rendere effettivi i principi di salvaguardia a tutela dei lavoratori che ne avevano diritto, di utilizzare il contingente previsto nell’ambito della VI procedura di salvaguardia per la medesima categoria di lavoratori, a vantaggio degli esclusi dalla procedura precedente ritenendo, altresì, che gli stessi non dovessero presentare nuovamente l’istanza. In altri termini è stato ritenuto possibile l’utilizzo della “dotazione numerica di 1.800 unità previste dalla cosiddetta “sesta salvaguardia” nei confronti dei lavoratori di cui all’articolo 24, comma 14, lett. e-ter del DL n. 201/2011, convertito con modificazioni in Legge n. 214/2011) in via prioritaria a favore dei soggetti, aventi i requisiti di legge, esclusi dalla “quarta salvaguardia” per incapienza della dotazione numerica".

Il rischio è che nuovamente il plafond dei 1800 posti risulti insufficiente a garantire la salvaguardia a tutti i potenziali aventi diritto. In tal caso si ipotizza che il ministero del lavoro attivi i cd. vasi comunicanti (articolo 1, comma 193 della legge 147/2013) ed utilizzi i risparmi derivanti dalle precedenti salvaguardie per ampliare il numero degli aventi diritto per legge in questo profilo di tutela. 

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A prescindere dall'esito del referendum il Governo dovrà provvedere a breve ad una correzione del sistema previdenziale reintroducendo, nei fatti, la pensione di anzianità.

Kamsin “Domani sapremo quale sia il pronunciamento della Corte Costituzionale a proposito del referendum promosso dalla Lega sulla abolizione della legge Fornero sulle pensioni. A prescindere dal suo esito, si pone comunque un serio problema di correzione del sistema previdenziale.”cosi’ in una nota il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.

“La riforma del 2011 – sottolinea – ha avuto due effetti controproducenti sul piano sociale: il primo, e’ quello di aver creato una situazione esplosiva, a partire dal problema degli esodati, a causa dell’assenza di gradualita’ nell’innalzamento dell’eta’ pensionistica. Il secondo e’ che andare in pensione di vecchiaia oltre i 67 anni e’ causa di un sostanziale blocco delle assunzioni: non e’ difficile immaginare che se i genitori rimangono inchiodati nel posto di lavoro fino a tarda eta’, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficolta’ una occupazione”.  

“Per questo insistiamo – conclude – nella richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. Il Pd ha presentato alcune proposte sulle quali il Governo dovra’ confrontarsi. La prima e’ quella di “quota 100″ e la seconda e’ la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi con una penalizzazione massima dell’8%”.

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L'ex ministro Fornero difende l'impianto della Riforma del 2011. Nel Pd, autorevoli esponenti del partito, come l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, sono da tempo invece schierati per un intervento parlamentare in direzione di una maggiore flessibilità in uscita.

Kamsin Il referendum sull'articolo 24 della riforma previdenziale del 2011 dovrebbe essere giudicato inammissibile perchè riguarda la finanza pubblica. Parola dell'ex-ministro del Lavoro, Elsa Fornero, autrice nel 2011 della controversa riforma, che ha innalzato l'età di accesso alle pensioni e ha di fatto mandato in soffitta l'anzianità. Convinti della non ammissibilità del referendum si sono detti, ieri, anche il commissario Inps ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, il costituzionalista Augusto Barbera e l'esperto di previdenza Giuliano Cazzola. «Faccio fatica a pensare  afferma Fornero  che la Corte Costituzionale possa avallare una pessima politica. Questa è la democrazia  spiega se il Paese decide che vuol tornare indietro su una riforma che è severa ma ha contribuito a evitare la crisi finanziaria bisognerà trovare le risorse. È facile dire eliminiamo una riforma considerata sgradevole. È molto più difficile dire come. Fino al 2020 si prevede di risparmiare 80 miliardi. Se la legge viene abrogata bisogna dire con che cosa si sostituisce». Per Treu, autore anche lui di un'importante riforma del sistema previdenziale (la Dini nel 1995 che introdusse il sistema di calcolo contributivo poi completato con la legge Fornero) ci sono «ragionevoli motivi» per ritenere il referendum «inammissibile».

Si tratta di una materia  aggiunge  che «inerisce alla finanza pubblica» sulla quale non sono ammissibili referendum. Inoltre  spiega  alcuni effetti sull'innalzamento dell'età sono stati ammorbiditi con diversi interventi normativi compreso l'ultimo sugli ammortizzatori sociali.  Anche Barbera esprime forti dubbi sull'ammissibilità del referendum ricordando che oltre vent'anni fa la Corte disse no al quesito promosso da Rifondazione Comunista contro la riforma Amato del sistema previdenziale. «Credo che la Consulta  dice giudicherà il referendum sulla riforma previdenziale promosso dalla Lega inammissibile perchè materia strettamente legata al bilancio dello Stato». «C'è un precedente  spiega Barbera a proposito della pronuncia attesa per mercoledì 14  nel 1994 la Corte giudicò il quesito inammissibile dicendo apertamente che c'era un nesso con il bilancio dello Stato e referendum su questa materia non si possono fare.

L'oggetto del quesito referendario è analogo e il principio che sul bilancio dello Stato non si possono fare referendum si è addirittura rafforzato con la riforma dell'articolo 81 della Costituzione che vincola il bilancio alle regole europee». Anche il giuslavorista Franco Carinci sui esprime sulla stessa lunghezza d'onda dei colleghi: «Credo che la corte  sottolinea non considererà ammissibile il referendum su una legge che ha segnato una svolta giudicata positiva». Secondo Carinci però la riforma Fornero «non è legge di Bilancio» anche se è contenuta in una manovra finanziaria. «La scelta  credo  sarà più politica che tecnica».

Se nella Camera di consiglio in calendario domani i giudici della Consulta dichiareranno ammissibile il referendum, per il quale ha raccolto le firme la Lega Nord, il governo dovrà pensare seriamente a come muoversi, di fronte ad un quesito abrogativo che avrebbe buone possibilità di ottenere il consenso degli italiani. Se così sarà sparirebbe quindi il calcolo contributivo applicato pro rata a tutti i pensionati dal 2012 in poi, verrebbe ripristinata la pensione di anzianità e sarebbe riportata più in basso anche l'asticella per quella di vecchiaia. Lo Stato vedrebbe dissolversi risparmi che nel momento di massimo effetto della riforma valgono circa 20 miliardi l'anno.

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Alcuni 'corvi' si alzano già in volo da sinistra, gracchiando all'indirizzo della Corte Costituzionale che mercoledì si dovrà esprimere in merito al nostro referendum sulla legge Fornero”. Lo dice Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, in riferimento alle dichiarazioni di chi oggi si è detto contrario all’ammissibilità del referendum per l’abrogazione della legge Fornero da parte della Corte Costituzionale. “Tra questi - continua Calderoli - Tiziano Treu dice che ci sono 'ragionevoli motivi' per dichiararlo inammissibile, ma io dico che ci sono oltre 500mila motivi per ritenere inammissibile l'ipotetico furto di democrazia che lui si augura. Oltre mezzo milione di italiani firmando ai nostri gazebo - spiega l’esponente della Lega Nord - hanno espresso la loro volontà di votare. Capisco che qualcuno abbia la fobia delle urne, ma sono fiducioso nella ragionevolezza della Corte”, conclude.

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Dopo il giudizio della Consulta sembra destinato a riaprirsi il cantiere sulla previdenza. L'ipotesi dell'esecutivo è di introdurre maggiore flessibilità in uscita.

Kamsin Mercoledì prossimo, la Corte Costituzionale si pronuncerà sull'ammissibilità del referendum proposto dalla Lega per l'abrogazione dell'intera riforma Fornero. Consultazione che, se ammessa, avrebbe anche l'appoggio della Cgil, come ribadito dal segretario Susanna Camusso: «E urgente rimediare a questa follia del prolungamento infinito dell'età di pensionamento» dice la leader del sindacato di corso d'Italia, ricordando la piattaforma messa a punto con la Uil. «Sarebbe utile che il governo aprisse un confronto con noi per cambiare la legge». E avverte: «Se non lo farà neppure per evitare l'eventuale referendum, voteremo sì».

In questi mesi peraltro dovrà essere formalizzato il cambio della guardia all'Inps con il parere delle commissioni parlamentari (non vincolante) sulla nomina di Tito Boeri alla presidenza dell'Istituto. Nomina che comunque sarà formalizzata dopo l'arrivo del nuovo capo dello Stato, dato che necessita di un decreto della presidente della Repubblica. Molto dipenderà dalle decisioni della Corte Costituzionale: è ovvio che dare il libera a una consultazione referendaria sulla legge Fornero aprirebbe scenari con molti interrogativi.

Indipendentemente dall'esito della Consulta è' comunque probabile che il Governo si orienti comunque su una modifica della legge Fornero. In che direzione? La linea  peraltro già espressa da alcuni esponenti del governo nei mesi scorsi va verso una maggiore flessibilità. Sembra più difficile invece l'introduzione di un sistema con un passaggio verso la pensione con un periodo di part time.

Lo svolgimento del Referendum si potrebbe tenere, qualora la Corte darà parere positivo, entro la prossima primavera.

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Le pensioni anticipate, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, non saranno soggette ad alcuna penalizzazione anche se l'accesso avviene con meno di 62 anni di età. Da chiarire gli effetti sulle pensioni già decurtate.

Kamsin L'articolo 1, comma 113 della legge 190/2014 ha posto fine, dal 1° gennaio 2015, alla penalizzazione sino al 2017. Da quest'anno dunque si potrà andare in pensione anticipata al perfezionamento di 42 anni e mezzo di contributi (41 anni e mezzo le donne) senza dover piu' guardare all'età anagrafica per evitare di far scattare le penalizzazioni. Occhio però ai requisiti contributivi: dal 1° gennaio 2016 sarà necessario raggiungere, per effetto della speranza di vita, 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne).

Sino all'anno scorso, infatti, era previsto un taglio pari all'1% per ogni anno di anticipo rispetto all'età di 62 anni e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto all'età di 60 anni sulle quote di trattamento calcolate con il sistema retributivo. Era previsto solo un piccolo temperamento: potevano evitare la penalizzazione quei soggetti che avevano tutta l'anzianità contributiva composta da contribuzione obbligatoria da lavoro (piu' alcuni limitati e tassativi periodi di contribuzione figurativa).

La legge di stabilità ora semplifica il tutto. Dal 1° gennaio 2015 chiunque raggiungerà i 42 anni e mezzo di contributi (41 anni e mezzo per le lavoratrici) non avrà applicata la decurtazione. Resta però il termine del 31 Dicembre 2017.

La tabella sopra mostra come cambiano nel tempo i requisiti per evitare l'applicazione della penalizzazione qualora si conseguano i requisiti contributivi utili per la pensione anticipata.

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