Pensioni

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L'Inps ha chiarito che il termine di pagamento del trattamento di fine servizio per i lavoratori salvaguardati nel pubblico impiego è soggetto alle regole generali attualmente vigenti.

La salvaguardia disposta dal decreto legge 201/2011 e da successive norme per  particolari categorie di lavoratori, consistendo nella conservazione delle regole di accesso alla pensione precedenti il 6 dicembre 2011 (data di entrata in vigore della riforma Monti Fornero), non ha alcun effetto diretto sui termini e le modalità di pagamento dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto per i lavoratori che accedono alla salvaguardia. E' quanto ha precisato l'istituto con il messaggio Inps 8680/2014 del 12 novembre 2014.

Kamsin L'Inps ricorda, pertanto, che i termini di pagamento del TFS per i lavoratori salvaguardati sono quelli vigenti nel regime generale e conseguentemente, qualora non operi alcuna deroga all’applicazione della disciplina generale, si deve tener conto della causa e della data di cessazione dal servizio ai fini dell’applicazione del corretto termine di pagamento secondo le istruzioni diramate con la circolare Inps 73/2014.

"Per esempio, se la cessazione del rapporto di lavoro e la  maturazione del diritto a pensione sono intervenuti dopo il 31  dicembre 2011 e prima del raggiungimento del limite di età ordinamentale, la prestazione non può essere messa in pagamento prima di 24 mesi,  nulla rilevando la circostanza che il pensionamento è avvenuto con 40 anni di anzianità contributiva". 

La questione interessa soprattutto i lavoratori del pubblico impiego che fruiscono dei congedi e dei permessi di cui alla legge 104/1992 (2500 in quarta salvaguardia ed altri 1800 lavoratori in sesta salvaguardia). In altri termini, secondo la disciplina generale, tali lavoratori, riceveranno il pagamento dell'indennità di buonuscita, dopo 24 mesi dalla data di dimissioni volontarie. Scaduti questi termini, l’istituto ha l'onere di porre in pagamento la prestazione entro 3 mesi pena il pagamento degli interessi. Nei casi di risoluzione da parte della pubblica amministrazione e/o di raggiungimento del limite ordinamentale (65 anni) i termini vengono accorciati a 12 mesi.

Per importi superiori a 50mila euro ma inferiori a 100mila euro il pagamento sarà frazionato secondo quanto previsto dalla legge 147/2013. L'erogazione avverrà in due rate di cui la prima erogata con i termini sopra citati e la seconda trascorsi ulteriori 12 mesi. Se la prestazione dovesse risultare superiore a 100mila euro, l'erogazione avverrà in tre rate con l'ultima rata pagata dopo ulteriori 12 mesi dalla seconda erogazione.

Si ritiene, peraltro, che i dipendenti che grazie alla salvaguardia riescano a conseguire un diritto a pensione entro il 2013 i frazionamenti di 50mila e 100mila siano portati rispettivamente a 90mila e 150mila euro.

La precisazione, dunque, sgombra il campo dai dubbi circa la possibilità che anche i salvaguardati fossero soggetti allo slittamento del pagamento del TFS previsto dalla Circolare Inps 79/2014 in favore dei lavoratori soprannumerari ai sensi del Dl 95/2012, ipotesi che è stata, smentita, per l'appunto dall'Inps.

Zedde

L'Anief-Confedir esprime soddisfazione per la riammissione dell'emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (Ac 2679-bis) in Commissione Bilancio di Montecitorio a firma Pannarale (Sel) e Airaudo: "questi lavoratori avevano i requisiti per lasciare il lavoro alla fine dell'anno scolastico 2011/2012. Permettergli di lasciare il servizio, come da noi sempre invocato, darebbe loro giustizia e aiuterebbe a ringiovanire il corpo docente italiano piu' vecchio al mondo". Kamsin La proposta emendativa consentirebbe ai docenti del comparto scuola che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di essere collocati in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015.

L'emendamento fissa in 4mila il numero dei potenziali beneficiari della misura ma, come ricordano dalla Cisl Scuola, alcuni di questi lavoratori sono già usciti dal mondo del lavoro o attraverso la legge 104/1992 (con la quarta o sesta salvaguardia) o perchè hanno, nel frattempo, maturato i nuovi requisiti previsti dalla Riforma Fornero.

A livello politico tuttavia la strada per l'approvazione dell'emendamento è in salita. Il Pd non ha infatti presentato un emendamento in tal senso, stante la contrarietà dell'esecutivo e ciò lascia intendere che la proposta non avrà vita lunga. La prossima parola spetta ora alla Commissione Bilancio che dovrà votere gli emendamenti. 

Zedde

L'istituto di previdenza dichiara che sono state certificate 97mila pensioni in regime di salvaguardia. Ma restano i problemi per i lavoratori in quarta salvaguardia e i migliaia di lavoratori esclusi dal perimetro.

Secondo l'Inps la vicenda esodati è sostanzialmente chiusa. A confermarlo sono stati ieri i vertici dell'Inps, il commissario Tiziano Treu e il direttore generale Mauro Nori, nel corso di una audizione al Senato in Commissione Lavoro. L'istituto ha comunicato di aver salvaguardato tutti i 162.130 esodati creati dalla riforma Fornero.

Kamsin Grazie a sei provvedimenti di tutela all'Inps risultano tutti tutelati i soggetti rimasti a ridosso della riforma delle pensioni in un limbo senza reddito. Secondo l'Istituto di previdenza, i vecchi numeri (si era parlato di 390.000 esodati) sono sorpassati. «Certo quella che si chiude è la fase emergenziale» ha detto Nori. Una fase che ha creato tante polemiche e battaglie di cifre. Fuori dai 162.130 ci possono essere ancora altri «casi specifici» che saranno individuati da un censimento attraverso il monitoraggio condotto dal sito della commissione senato, annunciato dalla senatrice Anna Maria Parente. Ma si tratta di numeri residuali.

Secondo l'Inps, al 27 Ottobre 2014, sono state emesse 97.267 certificazioni e sono state liquidate 56.274 pensioni. A noi di pensionioggi.it tuttavia risultano ancora diversi problemi aperti. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre ancora non sono salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013). Il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (Pd), ha tuttavia precisato che il ministero sta cercando di individuare una soluzione per la loro vicenda. Inoltre molti dei 162mila potenziali salvaguardati ancora devono ricevere conferma di salvaguardia.

Senza contare che ci sono molti lavoratori che sono rimasti fuori dal perimetro delle tutele previste dalla legge per mancanza dei requisiti. "Ribadiamo la nostra richiesta affinché nella Legge di Stabilità, attualmente all’esame del Parlamento, venga urgentemente prevista una precisa misura per salvaguardare almeno i 49.500 “esodati non salvaguardati” accertati dalla Commissione Lavoro della Camera". A ricordarlo è la Rete dei Comitati degli esodati presieduta da Francesco Flore.

Zedde 

E' stato riammesso dalla Commissione Bilancio, dopo la bocciatura di ieri, l'emendamento per i quota 96 della scuola. Ne ha dato notizia la deputata Annalisa Pannarale (Sel).

Sono una novantina gli emendamenti alla legge di stabilità riammessi oggi dalla Commissione Bilancio. Ieri ne erano stati bocciati 1.600 su un totale di 3.800 circa tra cui c'erano diverse proposte in materia di lavoratori precoci, usuranti e quota 96 della scuola.

Kamsin La Commissione ha riammesso anche l'emendamento in favore dei Quota 96 della scuola a firma Pannarale (12.03) che ora dovrebbe andare alla votazione. Ne ha dato notizia la stessa deputata Annalisa Pannarale (SEL) dalla sua pagina facebook: "Ora avanti fino in fondo. La vostra insipienza e le vostre bugie hanno già sottratto troppi anni di dignità ai lavoratori" (in calce il testo dell'emendamento riammesso in favore dei quota 96 della scuola).

Passano anche gli emendamenti in materia di previdenza complementare e patronati, anticipo del TFR, nuovo regime dei minimi e bonus mamme, proposte che saranno quindi messe al voto della V Commissione Bilancio di Montecitorio da Lunedì. Tra le novità c'è anche la possibilità di una rateazione “semplificata” per tutti i debiti fiscali, con un tasso d'interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni (senza dover dimostrare di essere in difficoltà). La misura potrà essere applicata a più tipologie di debiti, che vanno dalle cartelle di pagamento di Equitalia, alle ingiunzioni fiscali dei comuni che riscuotono in proprio, passando per gli avvisi di accertamento esecutivo e quelli con adesione emessi dall'Agenzia delle entrate.

Zedde

EMENDAMENTO 12. 03 PANNARALE
Dopo l'articolo 12, aggiungere il seguente:
Art. 12-bis.
(Salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola).

1. All'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni».
2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2015, nel limite massimo di 4.000 soggetti e nei limiti dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 3. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche, definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. Per l'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l'anno 2015, di 105 milioni di euro per l'anno 2016, di 101 milioni di euro per l'anno 2017, di 94 milioni di euro per l'anno 2018 e di 81 milioni di euro per l'anno 2019.
Conseguentemente, all'articolo 26, comma 11, sostituire le parole: è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015 con le seguenti: è ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015».
12. 03. Pannarale, Marcon, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Melilla,

Oltre 162 mila persone salvaguardate, più di 97 mila assegni certificati per un totale di pensioni liquidate che supera le 56 mila. Sono queste le cifre sui cosiddetti esodati riportate dall'Inps, secondo l'ultimo aggiornamento, in occasione di un incontro sul tema in Commissione Lavoro che si è tenuto oggi al Senato.

I numeri sono il risultato dell'applicazione dei sei provvedimenti di salvaguardia finora emanati, per tutelare quanti erano rimasti senza stipendio e senza pensione. L'ultimo report dell'Inps, datato 4 luglio 2014 cristallizzava a 89mila le pensioni certificate e a 56 mila quelle liquidate.

Kamsin Tutti salvaguardati fino al gennaio 2015 - Secondo l'Inps, a margine dell'intervento che si è tenuto in Senato a cui hanno partecipato il commissario Tiziano Treu e il dg Mauro Nori "tutti gli esodati sono stati salvaguardati. Sono finiti, restano soli casi specifici". Secondo l'istituto sarebbero stati tutti tutelati i soggetti rimasti senza sostegno a ridosso della riforma Fornero, "quindi fino al 6 gennaio 2015".

A noi di pensionioggi.it tuttavia non risulta così. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre risultano ancora non salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013).

Lo stesso istituto di previdenza ha indicato, infatti, che il plafond di 2500 posti riservato ai fruitori dei permessi e dei congedi per disabili si è fermato a tale data lasciando fuori chi avesse maturato un diritto a pensione successivamente. Sarebbe utile una comunicazione in favore di tali lavoratori circa il loro destino.

Zedde

 

Il Senatore PD Francesco Russo annuncia la presentazione di un emendamento al ddl di stabilità per impedire che circa 160mila fortunati cumulino i vantaggi del sistema retributivo con quello contributivo.

"Se alla Camera nessuno presentera' un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare un tetto massimo alle pensioni d'oro, lo faro io in Senato". E' quanto ha affermato il senatore del Partito democratico Francesco Russo. "Mi sono arrivate molte segnalazioni relative al famoso comma che cancellerebbe il tetto alle pensioni d'oro - scrive sulla sua pagina Facebook l'esponente Pd -.

Kamsin Sto facendo delle verifiche. Ma come ho gia' scritto privatamente ad alcuni di voi se nessuno lo fara' prima alla Camera presentero' io al Senato un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare quelle famose quattro righe cancellate. Innanzitutto per riparare a una stortura inaccettabile". "E anche per lanciare un messaggio chiaro a chi 'ci prova sempre' - conclude Russo - il tempo dei trucchetti, delle furberie e dei sotterfugi alle spalle del Paese deve finire. Per sempre.

La vicenda è stata rilanciata ieri da un articolo di Gian Antonio Stella dalle pagine del Corriere della Sera che sta avendo una grande eco nella stampa nazionale. Il problema è noto. Infatti tra i lavoratori che sono passati al calcolo contributivo dal 2012, alcuni con retribuzioni molto elevate, possono percepire assegni più elevati, poiché cumulano i benefici di una larga quota della pensione calcolata con il retributivo ed una particolare agevolazione connessa con il contributivo che non è soggetto ad un limite sui contributi.

In tal modo, la quota contributiva accresce una pensione già caratterizzata da un alto tasso di sostituzione grazie al sistema retributivo. La "stortura" era stata segnalata dall'Inps al momento dell'introduzione della Riforma Fornero del 2011 ma, come sottolinea Gian Antonio Stella, il legislatore dell'epoca non intervenne stralciando la correzione suggerita dall'istituto di previdenza.

Oltre a generare una certa ingiustizia sociale la misura comporta anche effetti negativi per le Casse dello Stato. Ricorda Stella infatti che "secondo una tabella riservata fornita al governo dai vertici dell’Istituto di previdenza, infatti, 160 mila persone circa potranno godere sia dei vantaggi del vecchio sistema retributivo sia di quelli del «nuovo» sistema contributivo. E tutto ciò, se non sarà immediatamente ripristinata quella clausola di salvaguardia - continua Stella -, causerà un buco supplementare nelle pubbliche casse di 2 milioni quest’anno, 11 l’anno prossimo, 44 fra due anni, 93 fra quattro e così via. Fino a una voragine fra nove anni di 493 milioni di euro. Per un totale complessivo, di oltre due miliardi e mezzo da qui al 2024".

  Effettivamente quei denari potrebbero essere destinati in favore di altre misure piu' urgenti nel comparto previdenza, un capitolo che fa acqua da tutte le parti.

Zedde

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