Pensioni

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L'Inps chiede un parere ai ministeri vigilanti sulla possibilità di sterilizzare la svalutazione dei montanti contributivi. La misura tuttavia necessiterà di adeguate coperture.

L'Inps non applicherà alcuna svalutazione dei montanti contributivi accumulati dai lavoratori che andranno in pensione l'anno prossimo "salvo contrario avviso dei ministeri vigilanti". E' quanto si legge nella lettera di chiarimenti che l'Istituto di previdenza pubblica ha inviato ieri al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia. Oggetto della lettera è se procedere o meno all'applicazione di un tasso di capitalizzazione per la prima volta negativo (-0,9127%) effetto della lunga crisi che ha colpito il Pil italiano.

Kamsin Per le pensioni in liquidazione il prossimo anno pertanto, l'istituto non procederà ad alcuna rivalutazione dei contributi accreditati limintadosi a considerare il valore nominale dei contributi accreditati. Se non ci saranno comunicazioni contrarie da parte dei Ministeri Vigilanti gli assegni dei futuri pensionati saranno, dunque, al sicuro da una svalutazione che avrebbe fatto perdere 20 euro per ogni 10mila euro di montante maturato. 

Nessun effetto per chi è già pensionato o cessa entro fine anno -  In base al meccanismo di calcolo contributivo introdotto nel 1995 dalla riforma Dini, infatti, il montante contributivo viene annualmente rivalutato in base all'andamento della crescita nominale degli ultimi 5 anni. Per la prima volta dopo 18 anni, il parametro (pari a -0,1927%) è finito in territorio negativo e dunque, in teoria, per coloro che andranno in pensione nel prossimo anno, ci sarà un assegno più leggero.

La svalutazione del montante, riguarderebbe, pertanto, i contributi che devono essere valorizzati con il sistema contributivo e solo dai lavoratori che saranno collocati in pensione dal prossimo 1° gennaio 2015 (e probabilmente negli anni successivi se il tasso di capitalizzazione non tornerà in territorio positivo). Nessun effetto per chi, invece, è già pensionato o cessa dal servizio quest'anno: la riforma del 1995 ha previsto che nell'anno di cessazione la rivalutazione montante sia per legge pari ad 1 e quindi l'accumulo dei contributi versati nell'ultimo anno di lavoro, dato dalla somma dei contributi dei lavoratori lavoro, non subisce alcuna rivalutazione nè svalutazione.

L'indice negativo dovrebbe quindi applicarsi, nel 2015, sulle quote di contributi versati, cioè il cosiddetto montante, presenti sul conto assicurativo al 31 dicembre 2013. Per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 1995, perdita sarà più contenuta, in quanto, nei loro confronti, il sistema di calcolo contributivo si applica pro rata solo dal 1° gennaio 2012. Invece coloro che erano nel sistema misto l'incidenza del calcolo sarà più intensa in quanto costoro si ritrovano la pensione calcolata in buona parte con il sistema contributivo.

La parola adesso passa il Ministero del Lavoro a quello dell'economia, che ieri si sono riuniti per esaminare il dossier prodotto dell'Inps. Già nei giorni scorsi tuttavia la Ragioneria dello Stato aveva segnalato che la mancata svalutazione dei montanti contributivi comporterà un problema di coperture finanziarie.

Zedde

Scontro tra Pd e Governo sul prelievo fiscale da applicare ai lavoratori che scelgono l'anticipo del TFR in busta paga. Possibile una revisione del prelievo sulla previdenza complementare. Stop per i quota 96 e i precoci.

La Commissione Bilancio di Montecitorio continuerà oggi e domani l'esame degli emendamenti al ddl di stabilità. Già ieri sono saltati oltre 1500 richieste di modifica anche se oggi, con l'esame dei ricorsi si potrebbe aprire la strada per un ripescaggio di alcune proposte. L'obiettivo resta comunque quello di arrivare ad un pacchetto di circa 500 emendamenti su cui concentrare gli sforzi, sulla base anche delle aperture dell'esecutivo formulate nei giorni scorsi. A saltare sono state tutte le proposte estranee per materia alla legge di stabilità e quelle che introducevano nuove o maggiori spese o minori entrate.

Kamsin I temi su cui si lavorerà saranno quelli più gettonati con gli emendamenti (Tfr in busta paga, tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, bonus mamme, deducibilità Imu degli immobili produttivi, patronati, minimi per gli autonomi). Mentre sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti previsti per i quota 96 della scuola e i lavoratori precoci, temi sui quali Sel e Movimento Cinque Stelle avevano proposto decine di proposte emendative. Su questa vicenda l'ultima parola spetterà tuttavia all'esecutivo. La mancanza di copertura ha fatto scattare la scure anche sulla proposta di Maino Marchi e Marco Causi, entrambi del Pd, di riportare l’anticipo del Tfr ad una tassazione «separata», non cumulabile con gli altri imponibili.

In realtà un ragionamento sulla tassazione del trattamento di fine rapporto il governo non sembra disposto a farlo, mentre sulle aliquote dei fondi pensione si potrebbe scendere dal 20% al 15%, purché le mancate entrate siano compensate con altro gettito. Possibile anche la revisione del taglio ai patronati sui quali ieri il Premier, nell'intervista rilasciata a Porta a Porta, si è reso disponibile a rivedere la misura; e la proroga del prelievo agevolato sui rendimenti delle Casse Professionali (al 20%).

Tecnicamente l’esecutivo non è contrario neanche ad una possibile revisione del tetto di reddito al bonus mamme, fissato nel testo governativo a 90.000 euro. Gli emendamenti per un abbassamento sono decine ma le risorse liberate, spiegano alcune fonti governative, dovrebbero comunque essere destinate a servizi per l'infanzia, come gli asili nido. Allo stesso modo non pare accantonata l'idea di aumentare la deducibilità Imu degli immobili di impresa, anche se ogni aumento di un punto (oggi è al 20%) comporta un aggravio di 20 milioni.

Zedde

La Commissione Bilancio di Montecitorio ha tagliato 1500 emendamenti su 3.844 proposte presentate alla disegno di legge si stabilità, Ac-2679-bis in discussione alla Camera dei Deputati. L'obiettivo della Commissione è comunque quello di scremare gli emendamenti sino ad arrivare a 500, traguardo che dovrebbe essere raggiunto domani o al massimo Giovedì. Kamsin I temi su cui si lavorerà sono quelli dedicati al Tfr in busta paga, la tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, bonus mamme, deducibilità Imu degli immobili produttivi, patronati, al nuovo regime dei minimi per i lavoratori autonomi, al pubblico impiego.

Sono stati dichiarati ammissibili quindi gli emendamenti che chiedono di sterilizzare l'aumento del prelievo fiscale sui fondi pensione complementare e sulle Casse previdenziali private. E' stato dichiarato, invece, inammissibile per mancanza di copertura l'emendamento presentato da Sel per quanto riguarda la soluzione della vicenda dei 4mila lavoratori che si riconoscono nel movimento Quota 96. 

Inammissibili emendamenti Pd su tassazione agevolata Tfr - Tra gli emendamenti dichiarati inammissibili quelli di Maino Marchi e Marco Causi (Pd) per riportare l'anticipo del Tfr in busta paga ad un sistema di tassazione separata, ovvero non cumulabile con il resto dell'imponibile. Le proposte di modifica sono infatti prive della necessaria copertura. Stop anche alla proposta di Stefano Fassina per destinare anche agli statali il Tfr in busta paga e per farlo pagare direttamente dai datori di lavoro nelle imprese sotto i 50 dipendenti.

Zedde

Una norma nascosta della legge 147/2014 prevede che i trattamenti pensionistici erogati in favore dei nuovi 32.100 salvaguardati non potranno avere decorrenza antereriore al 6 Novembre 2014.

Kamsin Il trattamento pensionistico per i lavoratori che faranno parte della sesta salvaguardia non potrà avere decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della legge 147/2014, cioè il 6 Novembre 2014. E' quanto prevede l'articolo 2, comma 2 della citata legge che ha dato il via libera alla salvaguardia di un contigente di oltre 32mila lavoratori che erano risultati fuori dal mercato del lavoro alla data di entrata in vigore della Riforma Fornero del 2011.

Poche righe spuntate nel testo di legge che hanno un significato non chiaro a prima vista. Ma, a ben vedere, comporterà che i 32 mila lavoratori beneficiari del provvedimento perderanno le mensilità di pensione a cui avrebbero avuto diritto in base alla previgenti regole se queste si collocano temporalmente prima della data di entrata in vigore della legge. Un escamotage, peraltro già sperimentato con la quarta e con la quinta salvaguardia che, nei fatti, negherà ai beneficiari il diritto agli arretrati. In pratica una persona, risultante inclusa tra i 32.100 fortunati, che avesse raggiunto il diritto a pensione nel 2012 con decorrenza originaria prevista nel 2013 potrà, al massimo, ottenere la pensione non prima del 6 Novembre 2014 con perdita, quindi, delle mensilità intercorrenti tra il 2013 ed il novembre 2014.

Non solo. Come ci segnalano i nostri lettori, l'Inps erogherà la prestazione con un ulteriore ritardo. Il trattamento viene infatti posto in pagamento solo dopo la comunicazione di avvenuta inclusione nel contingente dei 32.100 salvaguardati previa presentazione della domanda di pensione. Ora, considerando che ci vorranno da sei mesi ad un anno per la chiusura delle graduatorie, i destinatari della salvaguardia potranno, pertanto, ottenere la decorrenza della prestazione solo al termine di questo ulteriore lasso di tempo che dipende, per l'appunto, dall'Inps.

Zedde

La modifica piu' quotata è la riduzione dell'incremento della tassazione sulla previdenza complementare. In salita gli emendamenti in favore di precoci e quota 96 della scuola.

Kamsin Oggi la Commissione Bilancio di Montecitorio procederà alla valutazione degli emendamenti alla legge di stabilità da ammettere o da stralciare. L'obiettivo è quello di giungere già domani a definire un elenco di 500 proposte che possono essere portate all'attenzione del Governo e dell'intera Commissione Bilancio. La discussione sarà quindi calendarizzata in Aula dalla Conferenza dei Capigruppo (la data che circola è quella del 24 Novembre).

Sulle pensioni sono piovuti decine di emendamenti. Le forze politiche hanno chiesto l'estensione dei benefici per i lavoratori usuranti, la sterilizzazione della penalizzazione per i cd. lavoratori precoci, passando per i quota 96 della scuola sino alla richiesta di azzerare il taglio ai patronati e a ridurre il prelievo fiscale sulla previdenza complementare, l'altro capitolo fortemente criticato.

Proprio su quest'ultimo punto potrebbe arrivare, però, il disco verde del Governo. Probabilmente l'unica apertura in materia da parte dell'Esecutivo. Che potrebbe, dunque, accogliere le proposte emendative con l'obiettivo di non colpire chi ha tentato di attutire l'effetto dei tagli attuati sulla previdenza obbligatoria. Tutti i gruppi parlamentari chiedono, infatti, la soppressione dei rincari, chi prevedendo la reintroduzione dell'imposta di successione, chi tagli lineari ai ministeri. Altre proposte chiedono un aumento dell'aliquota piu' contenuta. Scelta Civica e Pd chiedono, poi, un taglio dal 26 al 20% della tassazione sui fondi della Casse di previdenza dei professionisti.

Zedde

L'istituto di previdenza Pubblica chiederà chiarimenti al Ministero del Lavoro sulla possibilità di non applicare un coefficiente negativo ai montanti contributivi.

Kamsin L'Inps chiederà al Governo di azzerare l'effetto della svalutazione delle pensioni determinato dal andamento negativo del Pil. È quanto si apprende da fonti vicine all'istituto guidato da Tiziano Treu. L'Inps avvierà una serie di discussioni con con il Ministero del lavoro e dell'Economia per approfondire il meccanismo di calcolo contributivo introdotto nel 1995 dalla riforma Dini.

Come già anticipato dalle pagine di questo giornale, infatti, il montante contributivo viene annualmente rivalutato in base all'andamento del Pil nominale degli ultimi 5 anni. Essendo quest'anno il dato negativo (pari a -0,1927%) l'assegno previdenziale, per coloro che accederanno alla pensione nel prossimo anno, si determinerà un decremento del montante contributivo maturato e quindi un assegno più basso. L'Inps, in attesa di istruzioni dai Ministeri, congelerà il predetto tasso ragion per cui, assicurano dall'Istituto, non ci sarà alcun effetto immediato per i lavoratori.

All'Inps, del resto, fanno notare le criticità: il meccanismo studiato dalla Riforma Dini è di rivalutazione e dunque non possono scaturire effetti diversi dalla sua applicazione come una svalutazione del montante contributivo e dunque una penalizzazione per i futuri pensionati.

I Lavoratori che rischiano un assegno piu' basso - I lavoratori che sarebbero colpiti dalla svalutazione sono coloro che cesseranno l'attività ed andranno in pensione nel prossimo anno, il 2015. Infatti, chi è già pensionato ha cristallizzato la rivalutazione dei montanti contributivi al momento del pensionamento e dunque non è soggetto ad alcuna svalutazione.

Salvi anche coloro che sono andranno in pensione entro la fine di quest'anno, in quanto, la riforma del 1995, ha previsto che nell'anno di cessazione dell'attività lavorativa la rivalutazione dei montanti sia pari ad uno e di conseguenza l'accumulo di contributi versati nell'ultimo anno di lavoro non subisce né una rivalutazione ne una svalutazione.

In pratica, quindi, la svalutazione, se sarà confermata, dovrebbe riguardare solo il montante contributivo maturato al 31 Dicembre 2013 per i lavoratori che andranno in pensione nel 2015. Per i lavoratori che erano nel sistema retributivo sino al 31.12.2011 la perdita sarà minima in quanto, per loro, la svalutazione colpirà solo la contribuzione accreditata dal 1° gennaio 2012; gli effetti saranno invece piu' intensi per chi, a quella data, era nel sistema misto: nei loro confronti la svalutazione colpirà, infatti, tutto il montante accreditato dal 1° gennaio 1996. 

Zedde

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