Si rinnova per altri due anni l’accordo quadro che regola le condizioni per l’anticipo del TFS/TFR dei dipendenti pubblici. Lo rende noto un comunicato del Ministero della Funzione Pubblica in cui spiega che è stato firmato dal Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il decreto ministeriale di proroga dell’Accordo quadro per l’anticipo del Tfs-Tfr già sottoscritto e formalizzato con Dm 19 agosto 2020 e con validità fino al 30 giugno 2022.
Sul decreto sono stati acquisiti gli atti di assenso da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti: ministero dell’Economia, ministero del Lavoro, Abi e Inps. La proroga dell’accordo consentirà ai dipendenti pubblici di ottenere un anticipo del TFS/TFR maturato a condizioni economiche favorevoli dalle banche che hanno aderito all’iniziativa.
Nel settore pubblico, infatti, resistono tempi di liquidazione del TFS/TFR particolarmente sfavorevoli (12 mesi dalla cessazione che salgono a 24 in caso di dimissioni e tempi ancora più lunghi se si esce con «quota 100» o altre forme di pensionamento anticipato). L’articolo 23 del dl n. 4/2019 ha riconosciuto loro un’agevolazione consistente nella possibilità, per l’appunto, di ottenere un anticipo del TFS/TFR maturato nei limiti di un massimo di 45mila euro.
Si rammenta che il beneficio è riconosciuto solo ai dipendenti pubblici che maturano un diritto a pensione ai sensi dell’articolo 24 del dl n. 201/2011 (cioè pensione di vecchiaia e pensione anticipata) e alla pensione con «quota 100» (ora «quota 102»). E’ escluso, quindi, chi accede alla pensione con opzione donna, ape sociale e i lavoratori del comparto difesa e sicurezza nei confronti dei quali, come noto, si applicano requisiti previdenziali diversi rispetto alla Legge Fornero.