Sono i dati dell'ultimo monitoraggio, effettuato dalla Funzione pubblica, sulle graduatorie diffuso ieri. Il numero è enorme, ma ancora non definitivo perchè il censimento di Palazzo Vidoni ha contabilizzato poco meno di 4mila enti mentre le amministrazioni centrali e locali in Italia sono più di 10mila. Nel precedente monitoraggio, realizzato a ottobre 2014, le amministrazioni passate ai raggi X erano state 2.007. In sei mesi, quindi, è bastato raddoppiare la platea della rilevazione per veder raddoppiare il numero degli idonei.
Stesso discorso va fatto per i «vincitori», per i quali l'assunzione è un obbligo e non un'eventualità ma deve fare i conti con i limiti a organici e turn over. Sono 4.140 le persone che attendono di entrare nell'ufficio per il quale hanno vinto il concorso: metà di questi sono in attesa dei Comuni, altri 503 sono nella sanità, 395 ai ministeri e 305 agli enti di previdenza. Il monitoraggio (qui i dati diffusi dalla Funzione Pubblica) conta anche 69 «vincitori da assumere» nelle Province il cui destino appare oggi piu' che mai incerto.
Gli enti che più di tutti hanno fatto ricorso agli idonei sono i comuni che da soli dovrebbero assumere la metà dei vincitori di concorso in attesa (2.066) e più di un terzo degli idonei (53.960). Al secondo posto le Unità sanitarie locali che hanno 484 vincitori da sistemare e 43.392 idonei da ricollocare. La responsabilità è soprattutto dei paletti alle assunzioni e del blocco del turnover degli ultimi anni. Per questo le graduatorie sono state via via prorogate negli anni in modo da mantenere in vita speranze che difficilmente potranno essere accontentate. GamsinAttualmente le graduatorie resteranno valide fino al 31 dicembre 2016 come aveva disposto nel 2013 l'ex ministro della funzione pubblica Gianpiero D' Alia nella speranza di arrivare ad assorbire tutti gli idonei nell'arco di un triennio. Un disegno vanificato dalla legge Delrio che ha aggiunto all'esercito degli idonei e dei vincitori di concorso in attesa i 20 mila esuberi provinciali. Con la conseguenza che le graduatorie resteranno in vigore ancora per i prossimi due anni ma inutilmente, considerati gli spazi assunzionali pressoché nulli di cui godranno gli enti.