Contratti Statali, Sindacati in Piazza contro la mancia di 5 euro al mese

redazione Sabato, 28 Novembre 2015
Cgil, Cisl e Uil chiedono un contratto vero per lavoratori pubblici. 150 euro di aumento, non accettiamo la mancia di 5 euro. "Contratto subito per scuola, sanità, servizi pubblici locali, sicurezza, università e ricerca e privato sociale".
 Un contratto vero per i lavoratori e per cambiare i servizi ai cittadini": lo hanno chiesto oggi i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, in una manifestazione unitaria per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Per i lavoratori pubblici "chiediamo un rinnovo dignitoso, che dopo sei anni di paralisi totale, per noi significa 150 euro di aumento medio con produttività e riconoscimento professionale, altro che l'equivalente di una mancia come vorrebbe il Governo". 

La mobilitazione arriva dopo la presentazione della legge di stabilità nella quale il governo ha messo a disposizione solo 300 milioni per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, fermi da sei anni, e sui quali la Corte Costituzionale ha imposto allo Stato di tornare al tavolo delle trattative. I sindacati non solo giudicano questa cifra irrisoria, pur in presenza di un'inflazione ai minimi storici, ma dopo la sentenza della Corte Costituzionale vedono nella tornata contrattuale l'occasione per recuperare almeno una parte di quanto perso in 5-6 anni di blocco effettivo dei contratti e delle retribuzioni di fatto. 

"E' chiara la volontà dell'esecutivo di non voler fare il contratto visto che hanno recuperato altre risorse su nuovi capitoli tranne che su quelli del pubblico impiego. Saranno i cittadini ad accorgersi e a giudicare il governo per i minori servizi di cui potranno beneficiare", incalza il segretario della Cisl-Fp Giovanni Faverin. A conti fatti, denunciano ancora i sindacati, quello che il governo mette sul tavolo, 300 milioni, equivarrebbe ad un aumento salariale di 5 euro al mese. Giusto il costo di quattro caffè ma dipende anche da dove si abita", ironizzano ancora i sindacati.

Oltre alle scarsità delle somme messe a disposizione per il rinnovo della parte economica del contratto le parti sindacali criticano anche le altre misure sul pubblico impiego, in particolare la nuova stretta sul turn-over. Secondo la Stabilità le amministrazioni statali negli anni 2016, 2017 e 2018, potranno infatti assumere personale a tempo indeterminato di qualifica non dirigenziale nel limite del 25% della spesa del personale cessato l’anno precedente. Per gli enti locali resta salvo il 2016: il turnover sarà dell’80% del costo delle cessazioni dell’anno precedente. Soprattutto per consentire lo smaltimento dei soprannumerari delle province. Tuttavia, negli anni 2017 e 2018 gli enti locali potranno effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato di qualifica non dirigenziale nel limite del 25% della spesa relativa al personale cessato nell’anno precedente. Il ddl di stabilità intende poi disapplicare, negli anni 2017 e 2018 anche il «premio» per gli enti virtuosi, previsto dall’articolo 3, comma 5-quater, che consente di portare al 100% la soglia della spesa per turnover. E ci sarà anche una stretta ai trattamenti accessori in attesa del decollo della Riforma Madia. 

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