Quel provvedimento ha previsto infatti l'abolizione del trattenimento in servizio per la generalità dei dipendenti pubblici tra cui anche i magistrati, i quali tuttavia erano riusciti ad ottenere uno spostamento dell'entrata in vigore della misura: il 1° gennaio 2016, per gli altri dipendenti pubblici la tagliola è scattata il 1° novembre 2014. All'epoca tutta la magistratura era insorta denunciando il fatto che con l'anticipazione dell'età pensionabile i vertici dei distretti giudiziari sarebbero stati decapitati. E così mentre professori e dipendenti pubblici una volta compiutà l'età pensionabile non possono piu' restare in servizio per esigenze di ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, i magistrati, che già ha il limite ordinamentale piu' elevato rispetto ai primi (70 anni contro i 65 anni dei comuni dipendenti) hanno potuto continuare a lavorare sino a 75 anni ricorrendo ai trattenimenti in servizio.
Ora la proroga di un anno. Una misura che salverà circa 400 magistrati al vertice degli uffici giudiziari che potranno continuare a restare in servizio anche nel 2016. A rimanere sul posto di lavoro saranno, tra gli altri, soprattutto i magistrati de gli uffici giudiziari di Milano, come Edmondo Bruti Liberati, il presidente del Tribunale Livia Pomodoro, il presidente della Corte di Appello Giovanni Canzio e il pg Manlio Minale. Le pressioni, anche del vice presidente del Csm, Legnini, appena eletto hanno avuto effetto. La proroga però è prevista solo per la giustizia ordinaria e non per i magistrati amministrativi e contabili (Tar, Consiglio di Stato e Corte dei Conti).