In sostanza un lavatore che decide di dare le dimissioni dal servizio in quanto ha raggiunto i requisiti contributivi per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi o 41 anni e 10 mesi le donne) con diritto a un TFS di 110mila euro lordi dovrà attendere 27 mesi dalle dimissioni per la liquidazione dei primi 50mila euro, altri 12 mesi per gli altri 50mila euro, e ancora 12 mesi per il residuo di 10mila euro. Per accorciare i termini il lavoratore deve attendere la risoluzione d'ufficio del rapporto di lavoro da parte dell'amministrazione pubblica che avviene, come noto, al raggiungimento del limite ordinamentale (65 anni) se l'interessato ha raggiunto un qualsiasi diritto a pensione o, in alternativa, all'età per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi).
Non andrà meglio per quei lavoratori del settore pubblico che faranno ricorso agli strumenti per anticipare l'uscita contenuti nella legge di bilancio. Chi farà uso del cumulo dei periodi assicurativi, dell'APE agevolato e dell'uscita a 41 anni di contributi non potrà, infatti, anticipare il decorso dei predetti termini per l'erogazione dei trattamenti di fine servizio in quanto essi inizieranno a decorrere solo dalla data di maturazione dei requisiti pensionistici standard (qui ulteriori informazioni). Ad esempio un lavoratore che risolve il rapporto di lavoro per guadagnare l'uscita con i 41 anni di contributi il 31 dicembre 2017 il termine di 24 mesi + 90 gg per il pagamento della prima rata inizierà a decorrere non dalla data delle dimissioni bensì dal 30 ottobre 2018 cioè dalla data in cui egli, virtualmente, avrebbe maturato l'anzianità contributiva per pensionarsi con la pensione anticipata standard (42 anni e 10 mesi di contributi, ovvero dopo un anno e 10 mesi dalla risoluzione del rapporto di lavoro con l'ente pubblico).
La tavola sottostante mostra gli attuali termini di pagamento per i lavoratori del pubblico impiego a seconda dalla data di maturazione del diritto a pensione.