Solo qualora al 31 ottobre 2015 vi sia personale di polizia provinciale non individuato o non riallocato, scatterà il trasferimento ai Comuni, singoli e associati. Il transito dovrà avvenire nei limiti della relativa dotazione organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, in deroga alle vigenti disposizioni in materia di limitazioni alle spese ed alle assunzioni di personale, garantendo comunque il rispetto del patto di stabilità interno nell'esercizio di riferimento e la sostenibilità di bilancio. Gli enti interessati (Province e Città metropolitane da un lato, Comuni destinatari dall'altro) dovranno concordare le modalità di avvalimento immediato, finché non si perfezioni il procedimento di transito del personale dai ruoli di origine a quelli di approdo.
Ai Comuni riceventi viene mantenuto il divieto, a pena di nullità delle relative assunzioni, di reclutare personale con qualsivoglia tipologia contrattuale per lo svolgimento di funzioni di polizia locale. Ma a differenza della norma originaria vengono fatte salve le assunzioni di personale a tempo determinato effettuate per lo svolgimento di funzioni di polizia locale, esclusivamente per esigenze di carattere strettamente stagionale e comunque per periodi non superiori a cinque mesi nell'anno solare, non prorogabili. GamsinPositivo il giudizio dell'Aipp, l'associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale che ricorda in un comunicato come sia stata modifica parzialmente la sciagurata previsione iniziale del testo governativo.
"La previsione originaria contemplava la completa polverizzazione dei corpi e servizi di polizia provinciale, destinandone il personale esclusivamente ai compiti di "vigili urbani", attraverso incerte e disordinate procedure di mobilità verso i Comuni, a seconda dei vuoti di organico nelle polizie municipali". "Resta però l'assurdità di destinare alle polizie municipali il personale di polizia provinciale che entro il 31 ottobre non dovesse essere stato individuato come indispensabile per le province o non riallocato dalla Regioni presso le proprie strutture. Dunque permane un rischio di dispersione in vari rivoli dell'attuale personale, anche a seconda della situazione economica della provincia di appartenenza, che potrà produrre soluzioni disomogenee sul territorio nazionale".