Province, La Madia presenta il decreto per la gestione degli esuberi

Valerio Damiani Mercoledì, 15 Luglio 2015
I lavoratori trasferiti potranno mantenere solo lo stipendio tabellare e le voci fisse e continuative dello stipendio accessorio.  
La partita sui dipendenti delle province in esubero entra nel vivo. La bozza di decreto che dovrebbe regolare la mobilità dei lavoratori delle province è stata illustrata ieri da Palazzo Vidoni ai sindacati e prevede tempi certi per l'avvio del piano di mobilità del personale. Due mesi per popolare il portale nazionale della mobilità, strumento nel quale si incontrerà la domanda e l'offerta dei posti disponibili tra province, regioni ed enti locali, ed un altro mese per le candidature degli interessati allo spostamento.

Il portale (mobilità.gov.it) è stato infatti avviato agli inizi di maggio ma non è mai decollato per via dei numerosi ritardi nella trasmissione dei nominativi. Ora si prova ad accelerare. E così la bozza di decreto concede 20 giorni alle le province per comunicare al portale i lavoratori in soprannumero da trasferire; mentre Regioni ed Enti Locali avranno 40 giorni per indicare i posti disponibili in dotazione organica; altri 20 giorni saranno concessi al dipartimento della Funzione pubblica per indicare i posti disponibili nelle amministrazioni centrali dello stato. Conclusa questa prima fase il personale in soprannumero delle Province avrà 30 giorni di tempo per presentare la propria candidatura allo spostamento.

Chi andrà via però, secondo quanto prevede la bozza del regolamento, si porterà con sé solo una parte del trattamento retributivo: il tabellare e le voci fisse dell'accessorio. In sostanza si lasceranno sul piatto eventuali indennità e scatti connessi alle competenze e alle responsabilità maturate dei dipendenti, ossia tutte le "voci non fisse e continuative aventi carattere di generalità" che costituiscono una buona fetta dell'accessorio. Non a caso l'ipotesi non piace ai sindacati che ieri, durante l'illustrazione delle misure, hanno elevato gli scudi: “Il dm non è altro che il coronamento di un percorso sbagliato in cui ad ogni passaggio il caos non fa che aumentare: dopo l’invenzione di un portale per l’incontro di domanda e offerta pensato per non funzionare, ora si mettono addirittura a rischio i livelli salariali e professionali dei lavoratori” ha detto la Cgil. Gamsin Nel decreto messo a punto da Palazzo Vidoni c'è anche la conferma del trasferimento nei Comuni degli organici delle polizie provinciali, percorso avviato con il decreto enti locali e duramente contestato dagli interessati e dalle associazioni di categoria; e  la permanenza del personale provinciale già in comando presso altre amministrazioni, previo consenso da raccogliere in 10 giorni. Più in generale, i passaggi da un ente all'altro dovranno rispettare l'area funzionale, la categoria di inquadramento e la «corrispondenza delle funzioni svolte», nel tentativo di individuare per ogni ex provinciale una ricollocazione il più possibile in linea con il suo vecchio posto di lavoro.

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