Nel testo unico del pubblico impiego dovrebbe trovare spazio anche la nuova staffetta intergenerazionale prevista dalla Delega Madia. I dipendenti pubblici, compreso il personale della scuola, prossimi all'età pensionabile potranno, su base volontaria, chiedere il part-time con riduzione della base oraria di lavoro e della relativa retribuzione per far posto ai giovani. Le risorse liberate dall'attivazione dei contratti a tempo parziale dovranno essere destinate all'attivazione di nuovi contratti di lavoro in favore delle nuove leve pur nel rispetto della normativa vigente in materia di vincoli assunzionali. Come già anticipato sulle pagine di questo giornale, chi sceglierà questo percorso, oltre ad una riduzione dello stipendio dovrà comunque mettere mano al portafoglio e pagarsi la differenza dei contributi tra il part time ed il tempo pieno. Con un onere piuttosto intenso.
Oltre al Testo Unico sul pubblico impiego il Governo è al lavoro su una serie di misure per migliorare la conciliazione vita-lavoro. Nello specifico, sarebbe allo studio una spinta al telelavoro, part-time più semplice e un sistema che porti a stringere accordi tra amministrazioni e asili nido e tra enti per campi estivi (servizi aperti durante i periodi di chiusura delle scuole) dedicati ai figli dei dipendenti. Intanto si parte da quanto detta la riforma Madia, in cui si stabilisce che, laddove ci siano richieste, almeno il 10% dei dipendenti entro il 2018 debba essere messo in condizione di prestare servizio attraverso nuove modalità spazio temporali di gestione del lavoro.