Gli adeguamenti a cui sta lavorando l'esecutivo saranno orientati alla logica della piramide rovesciata, in modo da garantire aumenti contrattuali più consistenti per quei dipendenti pubblici che guadagnano di meno e, viceversa, meno generosi per chi ha stipendi più alti. Un meccanismo alla "Robin Hood" che dovrebbe avvantaggiare le fasce medio/basse. Il tutto verrebbe calibrato all'interno delle fasce retributive di ognuno dei quattro comparti della Pubblica Amministrazione, in modo da garantire a tutti un aumento, seppur calibrato in base all'entità dello stipendio. Non più aumenti a pioggia, dunque, ma incrementi maggiori per chi guadagna di meno e inferiori per chi incassa di più. Un esempio di questo schema lo ha già indicato il sottosegretario alla Funzione Pubblica, Angelo Rughetti. «Chi guadagna 25 mila euro ne prenderà 150 di aumento e chi ne guadagna 40 mila ne avrà invece 50», aveva spiegato.
Tra le grane da risolvere c'è quella relativa al bonus degli 80 euro del Governo Renzi per i dipendenti che hanno un reddito tra i 24 ed i 26 mila euro lordi annui, bonus che rischia di essere assorbito a seguito dell'incremento salariale vanificando buona parte dell'operazione. Ma sul quale il Governo ha assunto un preciso impegno a risolvere senza danneggiare gli interessati. Secondo i calcoli dell'Aran, sarebbero necessari 125,3 milioni per il successo di questa operazione che coinvolgerebbe circa 363 mila dipendenti pubblici. I sindacati chiedono che le risorse per garantire il bonus da 80 euro siano «aggiuntive», e vadano sommate anche le risorse per finanziare il welfare aziendale.
Una cifra non indifferente a cui si aggiunge il ridisegno della pubblica amministrazione, il cui accordo siglato con i sindacati a Novembre sulla carta ha ridotto a quattro gli undici comparti in cui era divisa fino a ieri. Per sanità ed enti territoriali cambia poco, perché i confini sono rimasti praticamente identici, ma per il comparto della “conoscenza”, che unisce scuola e personale non docente delle università, e soprattutto per la Pa centrale, dove confluiscono ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici, molti problemi dovranno essere ancora risolti.