Via libera anche alla possibilità per le amministrazioni di prevedere l'accertamento della conoscenza della lingua inglese e di altre lingue, quale requisito di partecipazione al concorso o titolo di merito valutabile dalle commissioni giudicatrici, secondo modalità definite dal bando anche in relazione ai posti da coprire. E di valorizzare maggiormente il titolo di dottore di ricerca. I candidati inoltre dovranno essere sottoposti a "prove concorsuali che privilegino l'accertamento della capacità di utilizzare e applicare a problemi specifici e casi concreti nozioni teoriche, con possibilità di svolgere unitariamente la valutazione dei titoli e le prove concorsuali relative a diversi concorsi". Gamsin Dal Governo è invece arrivato il dietrofront sull'emendamento presentato dal deputato Pd Marco Meloni e votato dalla commissione Affari costituzionali che voleva creare università di “serie A e di serie B”. L’emendamento prevedeva il superamento del “mero voto minimo di laurea quale requisito minimo per l’accesso ai concorsi”, in quanto deve essere considerato “in rapporto a fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato e al voto medio di classi omogenee di studenti”. Tradotto significa che per accedere ad un concorso pubblico sarebbe stato necessario non solo un buon voto finale, ma anche una buona università alle spalle nella quale la valutazione media dei voti non fosse troppo alta.
Nelle procedure concorsuali pubbliche saranno previsti, poi, meccanismi di "valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche, con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici e ferma restando, comunque, la garanzia di un adeguato accesso dall'esterno".