"Pur avendo contribuito a ridurre la spesa – dichiara il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - il blocco degli stipendi adottato in questi anni ha penalizzato soprattutto le soglie retributive più basse. Negli ultimi 20 anni, infatti, queste ultime sono cresciute molto meno dei livelli retributivi medio alti, senza che ciò abbia avuto degli effetti positivi sulla produttività e sull’efficienza dei dirigenti e degli alti funzionari pubblici".
Nel pubblico le retribuzioni più alte sono pagate tra gli enti previdenziali (Inps ed Inail): nel 2014 il dato medio lordo è stato pari a 44.199 euro. Di seguito troviamo i dipendenti delle amministrazioni locali (Comuni, Province e Regioni), con 35.651 e gli statali (occupati nelle Amministrazioni centrali) che ricevono mediamente 33.003 euro lordi all’anno.
Pur essendo misurati in Ula (Unità di lavoro), nel 2014 il settore privato preso in esame è risultato essere 3 volte più numeroso di quello pubblico. Se nelle aziende a conduzione privata trovano lavoro 9.484.000 occupati, nel pubblico gli “stipendiati” sono 3.334.000: questi ultimi sono in calo del 6,1% rispetto al 1995. La dinamica delle retribuzioni di fatto rappresenta proprio l’analisi più puntuale per un confronto tra retribuzioni del settore pubblico e privato (considerando la retribuzione media lorda per unità di lavoro dipendente stimata nell’ambito dei conti economici nazionali).
Oggi intanto si è conclusa l’udienza della Corte Costituzionale per esaminare il blocco dei contratti pubblici varato per decreto nel 2010 per il triennio 2011-2013 e la proroga 2014. Nelle prossime ore la Consulta proclamerà il verdetto sulla legittimità di tali norme.