Nel comparto e nell’area dedicata alle Funzioni Centrali è prevista la confluenza, oltre che dei ministeriali e dei dipendenti degli EPNE, anche rispettivamente dei dipendenti e dei dirigenti delle agenzie fiscali. Nell’area delle Funzioni Locali confluiranno anche il personale dirigente tecnico, professionale e amministrativo delle amministrazioni del comparto Sanità, nonché i segretari comunali e provinciali i quali, in base alla legge di riforma della P. A., diventeranno dirigenti apicali degli enti locali. L’area della Sanità sarà composta, invece, dai dirigenti medici, veterinari e sanitari delle amministrazioni del comparto Sanità, ad eccezione dunque dei dirigenti PTA che, come detto, si aggregano all’area Funzioni Locali, ai quali si aggiungono, nel rispetto delle loro specificità, i dirigenti delle professioni sanitarie. Nel comparto Istruzione confluiranno i lavoratori della scuola (personale docente, educativo, ATA), dell’Università e AFAM (comprese Aziende Ospedaliero-Universitarie) e della Ricerca (EPR-compreso il personale già destinatario del contratto ricerca). L’area dell’istruzione e della ricerca comprende i Dirigenti dell’Amministrazione del Comparto istruzione e ricerca. I dipendenti di palazzo Chigi fanno invece comparto a se stante.
Il più corposo dei quattro comparti sarà 'Istruzione e ricerca' che conterà oltre un milione di dipendenti (1.111.000). A seguire la Sanità con 531mila dipendenti, poi il comparto Funzioni locali con 457mila unità e infine quello delle Funzioni centrali con circa 247mila lavoratori. La riduzione dei comparti determinerà anche la riduzione delle aree dirigenziali, sempre a quattro, seguendo quanto previsto dalla legge Brunetta e rimasto finora solo su carta.
L’articolazione dei nuovi Contratti prevede una parte comune, riferita agli istituti applicabili ai lavoratori di tutte le amministrazioni afferenti al comparto o all’area. l’Ipotesi di Accordo ha previsto idonei strumenti affinché la riduzione a 4 comparti e 4 aree non comporti un disperdersi delle professionalità e delle specificità del personale. Per disciplinare quei rapporti di lavoro o quelle specifiche professionalità che non siano pienamente o immediatamente uniformabili e che necessitano di una distinta, peculiare regolamentazione, è stata quindi prevista la creazione, in sede di contrattazione nazionale, di eventuali parti speciali o sezioni. Un percorso dunque che valorizza non solo la contrattazione nazionale, ma anche la contrattazione integrativa che dovrà riconoscere e valorizzare tali specificità.
In particolare, entrando nel merito dei nuovi comparti, per quanto riguarda quello delle Funzioni centrali e quello dell'Istruzione e Ricerca, l'accordo prevede una fase transitoria in quanto la convergenza di discipline diverse in un settore sarà fatta con gradualità, non ci sarà un'omologazione immediata. Una fase transitoria riguarderà anche le sigle sindacali, in quanto si concede una finestra per le nuove aggregazioni, entro 30 giorni dalla firma dell'accordo per raggiungere una percentuale non inferiore al 5% (tra la media del dato associativo e il dato elettorale), anche se la ratifica da parte degli organi statutari preposti (congressi), potrà avvenire (in via eccezionale) entro il 31 dicembre 2017.
L'intesa apre al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego.
L'accordo rende ora possibile riaprire il tavolo per il rinnovo dei contratti, come più volte rimarcato anche dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. La legge di Stabilità per il 2016 destina al capitolo 300 milioni, una cifra considerata sin dall'inizio insufficiente per i sindacati, che ora concentrano le loro attenzioni sul nuovo Def e sulla prossima finanziaria. I contratti nel pubblico impiego sono bloccati dai sei anni, uno stop non più legittimo secondo la Corte Costituzionale che a riguardo si è pronunciata con una sentenza nel luglio del 2015. "Senza una convocazione, senza l'avvio subito del confronto per i rinnovi, intensificheremo la mobilitazione per 'Contratto Subito'". Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, dopo la firma dell'accordo sui comparti del pubblico impiego. "Oggi abbiamo ratificato quanto sottoscritto il 5 aprile scorso. Un atto formale su un accordo raggiunto diversi mesi fa. Da allora, nonostante reiterate dichiarazioni della ministra Madia, così come dello stesso Premier Renzi, non c'è ancora traccia di convocazione per l'avvio della trattativa per i rinnovi dei contratti pubblici", sottolinea la sindacalista. E aggiunge: "Non aspetteremo oltre".