Al via il portale della mobilità, nella pubblica amministrazione, indispensabile per garantire la ricollocazione del personale in esubero proveniente dalle province.
Kamsin Parte formalmente sul sito www.mobilita.gov.it l'applicazione informatica con la quale le amministrazioni interessate sono tenute a rendere disponibile l'elenco dei dipendenti da mettere in mobilità ai sensi dei commi 423 e seguenti della legge 23 dicembre 2014, n. 190. Dovrebbe così entrare nel vivo una procedura che per la verità ha già subito più di un ritardo anche per la difficoltà di sincronizzare le norme della riforma Delrio, integrata dall'ultima legge di Stabilità, con l'azione delle Regioni a cui toccherebbe assorbire una quota del personale in esubero.
Manca poi un altro tassello che l'esecutivo si è impegnato a completare quanto prima, ed è quello relativo al decreto ministeriale che conterrà i criteri per la ricollocazione dei lavoratori in mobilità con le relative tabelle di equiparazione che dovrebbero fare in modo che il trasferimento da un comparto all'altro avvenga a parità di stipendio.
Con la pubblicazione dell'applicativo informativo le varie amministrazioni provinciali potranno iniziare ad indicare nome e cognome di coloro che non ritengono più necessari, data la riduzione delle proprie funzioni e il conseguente taglio del 50 per cento degli organici (limitato al 30 per cento per i grandi centri, che si stanno trasformando in città metropolitane).
Per loro i percorsi possibili saranno principalmente quattro. Chi riesce a centrare la decorrenza della pensione, calcolata con le vecchie regole, entro il 2016 potrà essere avviato al pensionamento, in deroga alla Legge Fornero (articolo 22 del Decreto legge 95/2012). Ci sono poi i dipendenti attualmente impegnati nei servizi per l'impiego, che dovrebbero essere assorbiti dalla nuova Agenzia nazionale, anche se il punto è ancora oggetto di discussione con le Regioni. Quindi i componenti della polizia provinciale, il cui destino è legato al riordino dei corpi di polizia, in via di definizione nell'ambito della legge delega di riforma della Pubblica amministrazione. Infine restano i dipendenti che dovrebbero effettivamente essere trasferiti tra enti locali e amministrazioni pubbliche, poco meno della metà dei 20 mila complessivamente interessati dal processo di mobilità. Il futuro di queste persone dipende in buona parte dalle scelte delle Regioni, chiamate a decidere con proprie leggi quali funzioni in precedenza gestite dalle Province intendano assorbire.
In relazione alla necessità di ricollocare il personale, il legislatore vincola inoltre gli enti a destinare il 100% del turn over alla mobilità del personale degli enti di area vasta (salvaguardando però l'assunzione dei vincitori di concorso pubblico collocati nelle proprie graduatorie vigenti o approvate al 1° gennaio 2015). In sostanza le regioni e gli enti locali dovranno destinare il budget delle assunzioni relativo agli anni 2015 e 2016 (quello cioè riferito alle cessazioni 2014 e 2015) per ricollocare il personale soprannumerario proveniente dalle province. Le regioni, inoltre, valuteranno se estendere l'obbligo anche agli enti del Servizio sanitario regionale in relazione al loro fabbisogno di personale amministrativo e adotteranno al riguardo appositi atti di indirizzo per un'applicazione del comma coerente con il regime delle assunzioni degli enti del medesimo Servizio sanitario regionale.
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Zedde