Statali, Madia: piu' vicino lo sblocco dei contratti nel pubblico impiego

redazione Domenica, 03 Maggio 2015
Il mancato rinnovo dei contratti è la conseguenza di una stagione di crisi profonda che potrà essere superata. La staffetta generazionale rischia di non essere efficace: "Mi sono rimessa al parere dell'Aula".

Kamsin Piu' vicino il ritorno ad una normale stagione di rinnovi contrattuali dopo cinque anni di blocco. Lo dichiara il Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, in occasione del passaggio al Senato del disegno di legge delega sulla Riforma della Pubblica Amministrazione. Il ministro replica replica alle accuse di un intervento "punitivo" nei confronti dei dipendenti pubblici: «La riforma è la migliore risposta ai tanti bravissimi funzionari e dirigenti pubblici che sono stati colpiti da una rappresentazione della pubblica amministrazione come luogo decadente. Riscatteremo le vittime di questo modo di pensare, alimentato ad esempio da uno che mi ha preceduto in questo ministero, come Renato Brunetta, che ha fatto una campagna politica sui fannulloni» ha detto la Madia.

Il Ministro apre anche al ritorno della contrattazione, dopo cinque anni di blocco della parte economica dei contratti collettivi di lavoro nel pubblico impiego. «Ho già avuto modo di spiegare che il blocco della contrattazione è il frutto di una stagione di profonda crisi: uscendo da questo periodo difficile possiamo tornare ad una normale dialettica. Ma ora aggiungo qualcosa si più: scommettiamo tutti sulle riforme che devono far accelerare questo Paese, ed anche, la sua economia. Così arriveremo prima al momento in cui si può ricominciare a dare aumenti salariali. Lo dico anche ai sindacati: aiutateci a fare le riforme.

Profonde novità sono in arrivo soprattutto per la dirigenza pubblica. «Sul tema della dirigenza c'erano due possibilità. O modificare la Costituzione e introdurre il sistema dello spoils system, oppure mantenere la separazione tra politica e amministrazione. Con il ruolo unico abbiamo scelto la seconda strada. I dirigenti saranno autonomi. Ma il punto importante è che autonomia non vuoi dire paralisi. Non ci sarà la nomina diretta da parte della politica, però prevediamo dei meccanismi valutativi che poi influiscano sulla carriera, in salita o in discesa. Oggi un giovane che entra come dirigente di seconda fascia, anche se è il più bravo del mondo, non potrà avere responsabilità maggiori fino a che non si libera un posto di prima fascia. Poi però una volta che ci è arrivato nessuno lo potrà più spostare e magari concluderà la carriera all'interno dello stesso ministero. Si può immaginare un modello diverso in cui i dirigenti si muovano all'interno della Pa e anche al di fuori, nel privato. E dopo un'esperienza nei privato si può tornare nella pubblica amministrazione. Mi piacerebbe che per un giovane laureato brillante venire a lavorare per lo Stato torni ad essere una prospettiva desiderabile, al pari di un'azienda privata».

Staffetta Generazionale. La Madia esprime dubbi però sulla norma che consente ai lavoratori vicini alla pensione di pagarsi i contributi volontari per anticipare l'età pensionabile. «È vero e infatti sull'emendamento io mi sono rimessa all'aula, non ho dato parere positivo, perché so bene che questa norma rischia di non essere efficace. Con il decreto legge della scorsa estate invece avevamo introdotto novità di maggior impatto, come l'abolizione del trattenimento in servizio e il divieto di far lavorare i pensionati».

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