Statali, per le visite mediche si potranno fruire di speciali permessi ad ore

Bernardo Diaz Lunedì, 11 Maggio 2015
Una sentenza del Tar riconosce piena specificità ai permessi legati all'effettuazione di visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici.

Kamsin Prevedere una tipologia di permessi ad hoc per visite specialistiche, che pur rientrando sotto la voce 'malattia', dia la possibilità di usufruirne ad ore. È questa l'ipotesi di compromesso che circola sul tavolo della trattativa tra Aran e sindacati per la definizione di un accordo quadro chiamato "pacchetto sociale".

La soluzione serve a risolvere il problema originato dalla sentenza del Tar del Lazio dello scorso 17 Aprile che ha annullato la circolare della Funzione Pubblica secondo cui, per le visite, si deve ricorrere ai tre giorni di permesso retribuito l'anno per motivi personali o addirittura alle ferie e non alla malattia. La vicenda verteva sulla corretta interpretazione del comma 5 ter dell'articolo 55 septies del D.Lgs 165/2011 con il quale è stata riconosciuta la possibilità di fruire di permessi retribuiti nel caso in cui l'assenza per malattia abbia luogo per l'espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici. Il ministero della Funzione pubblica, con la circolare 2 del 17 febbraio 2014, nel riconoscere tale novella, tuttavia, aveva fatto rientrare tali permessi nei limiti quantitativi previsti dalla legge e regolati dai contratti collettivi di lavoro per le altre tipologie di permesso come i permessi per motivi personali, per le malattie brevi ed, infine, alle ferie comprimendo, nei fatti, i periodi di fruizione di tali periodi per il lavoratore.

La sentenza del Tar ha riconosciuto invece piena specificità ai permessi legati all'effettuazione di visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. Che dunque possono essere fruiti senza dover comprimere i periodi di permesso riconosciuti da altre norme di legge o dai contratti collettivi di lavoro come quelli per i motivi personali o di famiglia, i permessi brevi ed ancora le ferie.

Nel dispositivo della sentenza n. 5714 del 2015, i giudici del tribunale amministrativo laziale hanno chiarito che la norma è stata annullata «perché si erano spesso riscontrate anomalie nel ricorso all'istituto della assenza per malattia da parte dei pubblici dipendenti in caso di visite specialistiche o di terapie di breve durata». Tuttavia se è vero che qualcuno ne ha approfittato, il ministero della Funzione pubblica, secondo i giudici, avrebbe reagito con una circolare troppo pesante stabilendo che «per l'effettuazione di visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici il dipendente deve fruire dei permessi». Una «ingiustizia manifesta», secondo il ragionamento sviluppato da Cgil in quanto «i permessi hanno una finalità del tutto diversa da quella relativa alla cura dello stato di salute».

La possibile soluzione dei "permessi malattia ad ore" imprime adesso un'accelerazione alla trattativa Aran-sindacati, aperta in autunno, in base a un atto di indirizzo del ministero della Pa. Il tavolo vede diversi punti in discussione, tra cui: la disciplina delle assenze per malattia conseguenti agli effetti delle terapie salvavita; il riconoscimento dei permessi per motivi di studio anche al personale assunto a termine e il contingentamento dei permessi su base oraria.

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