Si ricorda, pertanto, che, per effetto della suddetta proroga, i dipendenti pubblici che si trovano in regime previdenziale di TFS potranno esercitare, entro il 31 dicembre 2020, l'opzione per il TFR, al fine di iscriversi contestualmente al fondo di previdenza complementare negoziale che li riguarda.
Interessati a questa novità sono, in particolare, i lavoratori del pubblico impiego che intendano aderire al Fondo Espero (dipendenti della Scuola) e al Fondo Perseo Sirio per tutti gli altri dipendenti pubblici e della sanità. Tali soggetti possono infatti optare per l'attribuzione della buonuscita in forme di previdenza complementare trasformando contestualmente il Tfs in Tfr.
Per favorire le adesioni dei lavoratori in regime di TFS l'accordo quadro nazionale prevede, oltre al contributo dell’1% sulla retribuzione maturanda a carico del datore di lavoro, un contributo aggiuntivo pari all’1,20% che l’INPS contabilizza sulle posizioni previdenziali complementari dei lavoratori optanti. L’ultimo differimento era scaduto il 31.12.2015 e, se non fosse stato prorogato, dal primo gennaio corrente anno i dipendenti interessati non solo avrebbero perso il contributo aggiuntivo dell’1,2%, ma non si sarebbero potuti iscrivere più al Fondo Espero e al Fondo Perseo Sirio. Si segnala che il contributo aggiuntivo dell’1,20% non è previsto per il personale statale assunto dal 2001 in regime di Tfr e che opta per la Previdenza Complementare.
Il passaggio alle forme di complementari di previdenza è stato riscoperto negli ultimi anni da sempre un maggior numero di lavoratori, soprattutto i più giovani, preoccupati di integrare il reddito pensionistico con ulteriori fonti per non perdere, una volta raggiunta l'età pensionabile, il tenore vita. Con il passaggio al sistema contributivo, infatti, il tasso di sostituzione tra reddito da lavoro e da pensione è destinato a diminuire in particolare per chi non può vantare lunghe carriere contributive. L'adesione ai fondi negoziale rappresenta, pertanto, un utile strumento per assicurarsi una rendita pensionistica extra che risulta tanto più vantaggiosa quanto maggiori sono gli anni che mancano al trattamento di quiescenza.