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A Palazzo Madama sono fioccate decine e decine di proposte di modifica alla Riforma Fornero. Tra le piu' interessanti c'è lo stop definitivo alla penalizzazione per i lavoratori precoci e la deroga per salvare i quota 96 della scuola. Attesa per le proposte del Governo.

Kamsin Proseguirà sino almeno a Sabato (non è escluso lo slittamento a lunedì), l'esame in Commissione Bilancio in sede referente di Palazzo Madama degli emendamenti al ddl di stabilità. Il provvedimento arriverà in Aula per la discussione generale Martedì 16 Dicembre in vista del via libera del Senato entro la prossima settimana.

Come già anticipato da pensionioggi.it i partiti hanno presentato decine di correzioni in materia previdenziale che nelle prossime ore saranno segnalate, ritirate o votate in Commissione previa acquisizione del parere del Governo.

Tra le principali richieste, in ordine, ricordiamo diverse proposte in materia di penalizzazione sull'accesso alla pensione anticipata: si chiede l'eliminazione definitiva (cioè anche oltre il 2017) della penalità, la possibilità di "depenalizzare" anche agli assegni decurtati prima del 2015, sino alla proposta, formulata da 24 senatori Pd, di lasciare la penalizzazione solo sui trattamenti superiori a 3500 euro lordi al mese.

Ultime chances anche per il via libera alla deroga per i quota 96 della scuola, la revisione delle norme pensionistiche per i macchinisti ferroviari, l'allargamento della platea degli esodati "salvaguardati", l'estensione dei benefici previdenziali in materia di amianto, il prepensionamento del personale delle province in esubero, la revisione del tetto al cumulo dei benefici previdenziali dovuti al calcolo contributivo, norma introdotta alla Camera (si propone, in particolare, che il tetto scatti solo sui trattamenti superiori ad una certa soglia e non a tutti i lavoratori). Ma anche una modifica delle norme sulla reversibilità dei trattamenti previdenziali, sulle ricongiunzioni ed revisione della tassazione dei fondi pensione e dei rendimenti delle Casse Professionali.

La palla ora spetta all'esecutivo che dovrà indicare quali emendamenti potranno essere accolti e dunque votati positivamente dalla Commissione.

Zedde

Entro il 31 dicembre 2014 i lavoratori parasubordinati possono presentare domanda all'Inps in via telematica per ottenere l'indennità una-tantum. Le condizioni per averne diritto.

Kamsin E' in arrivo la scadenza per la domanda di indennità una tantum che possono presentare i collaboratori a progetto rimasti disoccupati. Il termine ultimo per inviare in modalità telematica all'Inps la richiesta è fissato al 31 dicembre 2014.

Beneficiari della prestazione sono i collaboratori coordinati e continuativi a progetto che versano i contributi in via esclusiva nella gestione separata. Sono esclusi, pertanto, i collaboratori occasionali, i soggetti titolari di pensione o già iscritti ad altra gestione previdenziale obbligatoria e i liberi professionisti senza albo e cassa professionale.

Le condizioni - Ecco di seguito le nuove condizioni che devono sussistere congiuntamente al fine di ottenere l'indennità.

Nell'anno precedente, cioè il 2013, il collaboratore deve: 1) aver svolto la propria attività esclusivamente per un unico committente (regime di "monocommittenza"); 2) aver avuto un periodo di disoccupazione ininterrotto di almeno due mesi comprovato dall'iscrizione presso un Centro per l'impiego; 3) aver conseguito un reddito lordo complessivo soggetto a imposizione fiscale non superiore al limite di 20 mila euro; 4) far valere almeno 3 mensilità di contribuzione accreditata presso la Gestione separata.

Nell'anno in corso poi, cioè nel 2014, devono risultare accreditati, sempre presso la Gestione separata, contributi per almeno una mensilità. L'indennità è pari a un importo del 7% (5% dal 2016) del minimale annuo di reddito imponibile fissato per le gestioni degli artigiani e dei commercianti (per il 2014, 15.516 euro), moltiplicato per il minor numero tra le mensilità accreditate l'anno precedente e quelle non coperte da contribuzione. La domanda dev'essere presentata all'Inps in modalità esclusivamente telematica entro il 31 dicembre 2014. Solo nell'ipotesi in cui il requisito dell'accredito di una mensilità nell'anno di riferimento (2014) venga maturato a dicembre, il termine per presentare la domanda è prorogato al 31 gennaio 2015.

L'importo dell'indennità è liquidato in unica soluzione se pari o inferiore a 1.000 euro, o in importi mensili pari o inferiori a 1.000 euro se superiore.

Zedde

Articolo a cura di Paolo Ferri, Direttore delle Acli

Tramonta l'ipotesi di vedere la nuova local tax all'interno del ddl di stabilità. Il Governo: "questione troppo complessa, serve un ulteriore approfondimento e confronto".

Kamsin Il nodo sulla cosiddetta "local tax" "non e' stato ancora sciolto, la discussione all'interno del governo non e' ancora conclusa". Lo ha detto a chiare lettere, ieri, il relatore di maggioranza al ddl Stabilita' in Senato, Giorgio Santini (Pd), spiegando ai giornalisti i temi sui quali si sta ragionando in vista dell'avvio delle votazioni sulla manovra in commissione Bilancio di palazzo Madama.

L'intervento che intende assorbire in un'unica imposta Tasi ed Imu, nonchè le altre tasse comunali è, dunque, troppo complesso per salire sul treno della attuale legge di stabilità. Il nodo dei tecnici dell'esecutivo è soprattutto quello determinato dallo scambio fra due voci: la quota erariale dell'Imu sui capannoni, che andrebbe comuni, e l'addizionale Irpef, che sarebbe invece corrisposta allo Stato. Il nodo riguarda la fissazione di una soglia unica per le addizionali che nei comuni risulta molto diversificata.

Altre criticità emergono sul capitolo aliquote, soprattutto per quanto concerne i limiti massimi della tassa sugli immobili diversi dall'abitazione principale. L'ipotesi qui è di un'aliquota unica al 12 per mille che tuttavia, determinerebbe un ulteriore aggravio per i proprietari di questi immobili (attualmente l'asticella del prelievo è, infatti, fissata al 10,6 per mille ma può arrivare sino all'11,4 per mille) senza contare che ci sarebbero ulteriori difficoltà per la deducibilità della stessa dall'Irpef o Ires per gli immobili strumentali alle attività produttive.

L'identikit della nuova Local Tax
Per le abitazioni principali l'aliquota standard ipotizzata è del 2,5 per mille, ma i Comuni potranno incrementarla fino al 5 per mille, ed è affiancata da una detrazione fissa di 100 o 90 euro e con la possibilità per i Comuni di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.

Grazie allo sconto fisso la nuova local tax consentirà di reintrodurre un criterio di progressività perso con la Tasi. Infatti con lo sconto fissa la tassa locale al 2,5 per mille azzererà l'imposta per circa 3 milioni di abitazioni di basso valore catastale già esenti, da tempo da Ici ed Imu. Mentre saranno chiamati a pagare di piu' le abitazioni con valori catastali piu' elevati.

Gli altri immobili - Per le abitazioni diverse dall'imposta principale l'ipotesi rilanciata dal governo è di un prelievo standard dell'8,6 per mille ma il massimo può raggiungere il 12 per mille (contro l'11,4 per mille previsto dalla normativa attuale). Per tali abitazioni, ovviamente, non sarà riconosciuta la detrazione standard di 100 euro. Nel caso degli immobili strumentali, poi, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere pari al 30%, piu' alto della vecchia Imu (asticella al 20%) ma minore della Tasi (che prevedeva la deducibilità integrale del tributo).

Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.

Zedde

L'Esecutivo studia la proporzionalità degli indennizzi sui licenziamenti economici per le imprese con meno di 15 dipendenti. Il Decreto pronto entro Natale.

Kamsin Il primo decreto attuativo della legge delega sul Jobs Act, dedicato alla nuova normativa sul contratto a tutele crescenti e alla Riforma dell'articolo 18, sarà approvato dall'esecutivo entro dicembre. E' quanto ha indicato il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un consiglio dei ministri convocato prima di Natale, intorno al 22 Dicembre. Il ddl poi passerà al vaglio delle Commissioni Parlamentari per un "parere non vincolante".

Il Dlgs farà venir meno, per tutti i nuovi assunti dal 1° gennaio 2015 con contratto a tempo indeterminato, il totem simbolo dello Statuto dei lavoratori: sarà possibile licenziare anche per ingiustificato motivo economico o disciplinare pagando solo un indennizzo economico (e non dovendo piu' reintegrare in servizio il dipendente). La reintegra resterebbe solo per talune fattispecie di licenziamenti disciplinari - da stabilire nel decreto - e per i licenziamenti discriminatori.

L'indennizzo dovrebbe essere pari ad una mensilità e mezza ogni anno di anzianità di servizio sino ad un tetto massimo di 24 mensilità. In ogni caso, per limitare il ricorso al giudice, sarà incentivata la conciliazione: l’azienda potrebbe versare subito un indennizzo al lavoratore, fino a 18 mensilità esentasse, con la possibilità di chiudere l’accordo in un mese.

I nodi da sciogliere riguardano anche gli effetti sulle piccole e medie imprese, cioè quelle con meno di 15 dipendenti a cui, attualmente, non si applica l'articolo 18. L'obiettivo è evitare l'aggravio dei costi e, pertanto, dovrebbe essere confermata la disciplina attualmente vigente: l'indennizzo, in caso di licenziamento illegittimo, oscilla tra le 2,5 e le 6 mensilità massime.

Si ricorda che il contratto a tutele crescenti si applicherà solo ai nuovi assunti. Almeno per ora, dunque, non cambia nulla per chi è già assunto con un contratto a tempo indeterminato. 

guidariformalavoro

Zedde

I senatori chiedono lo stop definitivo alla penalizzazione per i lavoratori precoci. Il M5S ripropone l'emendamento per salvare i quota 96 della scuola.

Kamsin Valanga di emendamenti sulle pensioni al ddl di stabilità al vaglio della Commissione Bilancio del Senato. I partiti chiedono l'eliminazione definitiva (cioè anche oltre il 2017) della penalizzazione per chi accede alla pensione anticipata (42 anni e mezzo di contributi; 41 anni e mezzo le donne), la possibilità di "depenalizzare" anche agli assegni decurtati prima del 2015 (c'è anche la proposta, formulata da 24 senatori Pd, di lasciare la penalizzazione solo sui trattamenti superiori a 3500 euro lordi al mese); introduzione della deroga per i quota 96 della scuola; revisione delle norme pensionistiche per i macchinisti ferroviari; allargamento della platea degli esodati "salvaguardati"; estensione dei benefici previdenziali in materia di amianto; prepensionamento del personale delle province in esubero; revisione del tetto sulle pensioni d'oro introdotto in prima lettura del provvedimento.

Come già accaduto alla Camera, salvo sorprese dell'ultim'ora, le proposte emendative dovranno ora fare i conti con il parere del Governo che dovrà indicare quelle "ricevibili" e quelle che dovranno essere respinte in Commissione. Ieri l'esecutivo ha confermato, tramite il Viceministro all'Economia Enrico Morando, che non intende modificare le misure contenute nel ddl di stabilità licenziato dalla Camera la scorsa settimana. Le uniche aperture che potrebbero arrivare dall'esecutivo riguardano la revisione della tassazione dei fondi pensione mentre appare piu' improbabile, dopo la fumata nera di ieri nella Conferenza Stato Regioni, una norma, nel ddl di stabilità, per il prepensionamento dei dipendenti delle Province e delle Regioni. Ulteriori novità per il capitolo previdenza, ha indicato Santini, relatore al ddl di stabilità, dovrebbero essere affrontate ad inizio anno con un provvedimento ad hoc.

Il M5S preme invece per risolvere la vicenda dei quota 96 della scuola subito, con il ddl di stabilità. Oltre all'emendamento presentato al ddl (che consente ai docenti che hanno raggiunto i requisiti previdenziali previgenti entro il termine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione dal 1° Settembre 2015), i pentastellati hanno promosso anche un ulteriore ordine del giorno (dopo quello di recente approvato alla Camera) per chiedere all'esecutivo la soluzione della loro vicenda (in calce il testo dell'odg presentato dai 5stelle).

Vedremo se ci saranno novità nelle prossime ore.

Zedde

dg – Art. 2
La 7ª Commissione permanente del Senato:
in sede di esame del disegno di legge: «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilit 2015)», premesso che:
il comma 4 dell’articolo 1 del provvedimento in esame nello stato di previsione del Ministero dell’Istruzione, dell’Universit e della Ricerca istituisce un fondo denominato Fondo “La buona scuola”;
i commi da 82 a 84 del provvedimento in esame recano disposizioni riguardanti il personale della scuola, mentre i commi da 85 a 89 dell’articolo 2 recano disposizioni in materia di trattamenti pensionistici;
valutato che:
l’articolo 24, comma 14, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cd. Riforma Fornero), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, stabilisce che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore della legge continuano ad applicarsi ai soggetti che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011;
tale disposizione, tuttavia, non tiene conto delle disposizioni vigenti per il comparto Scuola, che permettono, invece, agli insegnanti di accedere al pensionamento esclusivamente in coerenza con il calendario scolastico;
il comma 1 dell’articolo 1 del DPR 28 aprile 1998, n. 351 recante Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti in materia di cessazione dal servizio e di trattamento di quiescenza del personale della scuola, a norma dell’articolo 20, comma 8, della L. 15 marzo 1997, n. 59, stabilisce, infatti, che I collocamenti a riposo a domanda per compimento del quarantesimo anno di servizio utile al pensionamento e le dimissioni dall’impiego del personale del comparto “Scuola” con rapporto di lavoro a tempo indeterminato decorrono dall’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo alla data in cui la domanda stata presentata;
considerato che:
l’articolo 59 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, recante Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica stabilisce che Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico dell’anno successivo, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno (comma cos modificato, con effetto a decorrere dal 1 gennaio 2012, dal comma 21 dell’articolo 1 del Decreto legge 13 agosto 2011, n. 138: tale comma dispone che, con effetto dal 1 gennaio 2012 e con riferimento ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dalla predetta data all’, dopo le parole «anno scolastico e accademico» sono inserite le seguenti: «dell’anno successivo», ferma restando l’applicazione della disciplina vigente prima dell’entrata in vigore del presente comma per i soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011);
tutto ciò premesso e considerato, impegna il Governo:
a provvedere celermente anche con interventi a carattere normativo al fine di introdurre il termine del 31 agosto 2012 per il personale del comparto scuola che ha maturato i requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
SERRA, CATALFO, MONTEVECCHI, BLUNDO

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