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Istat, cresce il numero degli occupati a Settembre
Cresce il numero degli occupati a settembre, ma il tasso di disoccupazione resta al 12,6%. E' quanto emerge dai dati dell'Istat secondo cui a settembre 2014 gli occupati sono 22 milioni 457 mila, in aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente (+82 mila) e dello 0,6% su base annua (+130 mila). Kamsin Il tasso di occupazione e' pari al 55,9%, rileva l'Istat, e cresce di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 236 mila, aumenta dell'1,5% rispetto al mese precedente (+48 mila) e dell'1,8% su base annua (+58 mila).
Il tasso di disoccupazione e' pari al 12,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia nei dodici mesi. I disoccupati tra i 15-24enni sono 698 mila. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di eta' e' pari all'11,7%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,6 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, e' pari al 42,9%, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 1,9 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,9% rispetto al mese precedente e del 2,1% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattivita', pari al 35,9%, cala di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti su base annua.
In calo il tasso di disoccupazione giovanile: a settembre e' risultato al 42,9%, giu' dello 0,8% rispetto ad agosto ma in rialzo dell'1,9% nel confronto con settembre 2013. Sono questi i dati dell'Istat. In particolare, i disoccupati tra i 15-24enni sono 698 mila. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di eta' e' pari all'11,7%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,6 punti su base annua. A settembre, rileva l'Istat, sono occupati 930 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in aumento del 2,4% rispetto al mese precedente (+22 mila) ma in calo del 3,6% su base annua (-35 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,6%, cresce di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente mentre cala di 0,5 punti nei dodici mesi. Il numero di giovani disoccupati, pari a 698 mila, diminuisce dello 0,8% nell'ultimo mese (-6 mila) mentre aumenta del 4,4% rispetto a dodici mesi prima (+30 mila).
Zedde
Ammortizzatori Sociali, Padoan: maggiori risorse con il Jobs Act
La riforma del mercato del lavoro "per essere pienamente funzionante ed efficiente dovra' essere sostenuta da risorse quantitativamente adeguate, per rafforzare e rendere piu' inclusiva la rete degli ammortizzatori sociali". Kamsin E' quanto ha indicato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan secondo cui "tali risorse dovranno tuttavia anche essere utilizzate con criteri nuovi, per permettere alle imprese di gestire in maniera piu' efficiente l'attivita' produttiva, reagendo con maggiore prontezza alle evoluzioni cicliche e alle discontinuita' strutturali".
"Le riforme strutturali accresceranno la flessibilita' dell'economia italiana, limitando il ricorso alle risorse pubbliche al verificarsi di shock esogeni e offrendo piu' ampi margini di manovra alla politica di bilancio", ha detto ancora il ministro dell'Economia intervenendo alla giornata del risparmio.
Zedde
Il Consiglio dei Ministri dà il via libera al 730 precompilato
La dichiarazione dei redditi precompilata arriverà a casa dei lavoratori dipendenti e pensionati entro il prossimo 15 Aprile. Dal 2016 la dichiarazione conterrà anche le spese sanitarie.
Kamsin È arrivato ieri il via libera al decreto legislativo che introdurrà a partire dal 2015 il 730 precompilato. La novità riguarderà i lavoratori dipendenti e pensionati che da partire dal 2015 inizieranno a ricevere la dichiarazione dei redditi comodamente a casa.
Il modello sarà redatto dall'Agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni che il fisco ha reperito dall'anagrafe tributaria integrate con i dati trasmessi da terzi come ad esempio banche, Assicurazioni ed enti previdenziali nonché quelli contenuti nelle certificazioni dei sostituti d'imposta. Che dovranno comunicare i redditi da lavoro e le trattenute entro il mese marzo pena una sanzione pari a 100 euro per ciascun lavoratore.
All'interno compariranno anche le spese detraibili a conoscenza del fisco ( come ad esempio il bonus per le ristrutturazioni edilizie) mentre, dal 2016, saranno inserite anche le detrazioni sulle spese sanitarie. La novità principale consiste nel fatto che il contribuente se accetterà la ricostruzione dei redditi fatta dall' Agenzia delle Entrate non subirà più accertamenti per l'anno fiscale in questione e chiuderera' la sua partita con il fisco.
La dichiarazione sarà fornita online al contribuente entro il 15 aprile di ciascun anno e il cittadino potrà accettarla oppure modificarla, rettificando i dati e aggiungendo eventuali detrazioni sfuggite al fisco. Per farlo potrà anche farsi assistere dal CAF o da professionisti abilitati.
Tra le altre novità approvate dal Consiglio dei Ministri di ieri c'è la soppressione della dichiarazione di successione quando l'eredità, devoluta al coniuge e i parenti in linea retta abbia un valore non superiore a 100.000 euro e non comprenda immobili o diritti reali immobiliari.
Zedde
Pensioni usuranti, Il Governo dovrà valutare l'estensione dei benefici
Il Governo dovrà verificare la possibilità di estendere i benefici previdenziali previsti per i lavoratori usuranti utilizzando le risorse avanzate previste dal Dlgs 67/2011.
Kamsin La Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati, presieduta dall'onorevole Cesare Damiano, ha licenziato ieri il nuovo testo unificato delle risoluzioni che chiedono al governo l'estensione dei benefici in favore dei "lavoratori usurati" attraverso l'utilizzo delle risorse risultate in eccedenza rispetto a quanto stanziato con la legge 247/2007 e dal decreto legislativo 67 del 2011. Si tratta della risoluzione 8-00086 (che unifica i testi elaborati da Tripiedi, Prataviera, Damiano) che ha ricevuto parere positivo del Sottosegretario al welfare Teresa Bellanova.
Il testo della risoluzione unificata intende impegnare il Governo ad effettuare una ricognizione del numero dei lavoratori che in ciascun anno hanno avuto accesso al pensionamento sulla base dei requisiti previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, e successive modificazioni, verificando la spesa sostenuta annualmente per tali pensionamenti, nonche;
- a verificare, anche alla luce di tale ricognizione, la congruità dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7 del citato decreto legislativo n. 67 del 2011, fornendo altresì indicazioni circa il possibile andamento della spesa per l'attuazione del medesimo provvedimento nei prossimi anni;
- ad informare le Camere degli esiti delle predette ricognizioni;
- a valutare una riconsiderazione dei propri orientamenti in ordine alla riduzione delle risorse destinate alle finalità di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011, nell'ottica di garantire la stabilità dei finanziamenti previsti a legislazione vigente, nel rispetto, comunque, dei saldi di finanza pubblica; ad assicurare l'effettiva destinazione alle medesime finalità di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011 delle somme stanziate e non ancora impiegate, nonché a valutare ogni opportuna iniziativa di modifica alla normativa vigente per garantire l'integrale utilizzo delle somme dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7 del medesimo decreto legislativo, verificando se, in questo contesto, vi siano le condizioni per una estensione dei benefici anche ad altri lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti o addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, quali, fra gli altri, i lavoratori manuali nel settore dell'edilizia e affini e i lavoratori del settore marittimo esclusi dalle forma di tutela legislativa per esposizione all'amianto di cui al decreto ministeriale 27 ottobre 2004.
Attualmente, invece, il Governo è intenzionato a ridimensionare, già con la legge di stabilità per il 2015, le risorse destinate all'accesso anticipato al pensionamento degli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti
Zedde
Inps, crollano i contratti a progetto
Nel 2013 sono crollate le collaborazioni a progetto. Il numero complessivo degli iscritti alla gestione dei parasubordinati dell'Inps si è infatti attestato a 1.550.871, con un calo di 170.607 unità rispetto al precedente anno. Kamsin Sono questi dati diffusi dall'Inps che dimostrano come il crollo delle collaborazioni a progetto sia accentuato non solo dalla crisi ma anche dalla riforma Fornero del mercato del lavoro (legge 92/2012) che chiede di adottare per analogia i compensi minimi dei contratti dei lavori dipendenti rendendo, di fatto, meno conveniente il ricorso a questa tipologia di contratti.
Dai dati Inps emerge che la media dei redditi di tutti i parasubordinati è stata di 19.155 euro lordi l'anno, anche se su questa incidono oltre 500mila amministratori di società che hanno guadagnato in media circa 32.000 euro annui.
La media dei collaboratori a progetto si attesta invece a 10.218 euro lordi, cioè circa 850 euro al mese, in lieve aumento rispetto all'anno precedente (829 euro). Come al solito, le donne guadagnano i media meno degli uomini: 12mila euro contro i 24 mila dei colleghi maschi. Le partite Iva sono state 291mila con un reddito medio di 15.837 euro.
Zedde
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Pensioni, per Treu un incarico da 216 mila euro all'anno
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso del question time alla Camera ha ribadito che non ci sono cause d'incompatibilità all'assuzione del ruolo di commissario straordinario.
Kamsin Non risulta alcuna incompatibilità all'assunzione della carica di Commissario straordinario dell'Inps da parte di Tiziano Treu. È quanto ha sottolineato, mercoledì, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di un'interrogazione alla Camera dei Deputati sollevata da Marco Baldassarre (M5S).
La questione era nata dopo un articolo del 30 settembre 2014 pubblicato dalla testata Il Sole 24Ore secondo il quale il neo-commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, sarebbe stato socio di un famoso studio professionale, Crowe Horwarth, determinando in questo modo una situazione di conflitto di interessi. Secondo Poletti, il neo-commissario ha lasciato una dichiarazione, alla firma dell'incarico, in cui attesta di aver cessato qualsiasi tipo di collaborazione con lo studio in questione.
Poletti ha inoltre rassicurato che l'operatività dell'articolo 6 del Dl 90/2014, secondo cui è vietato alle amministrazioni pubbliche conferire a soggetti, già lavoratori privati o pubblici dipendenti collocati in quiescenza, incarichi dirigenziali direttivi o cariche in organi di governo non può trovare applicazione nel caso in parola. Secondo Poletti infatti, oltre a non esserci precedenti amministrativi o giurisdizionali, l'incarico di commissario straordinario presso l'Inps non sembra riconducibile ad alcuna delle ipotesi di divieto regolate dalla legge in esame che concernono, a detta del ministro, incarichi di natura ordinaria quanto a durata e contenuti, mentre, nel caso di specie, l'incarico conferito ha natura straordinaria in quanto ha una durata limitata nel tempo.
Il ministro tuttavia non ha risposto circa alla questione relativa al compenso del commissario straordinario, dato che, sempre con il decreto della pubblica amministrazione, gli incarichi e le collaborazioni sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore ad un anno, non prorogabile o rinnovabile per ciascuna amministrazione. Il decreto ministeriale di nomina, invece prevede che al commissario straordinario venga corrisposta un'indennità pari a quella spettante al presidente dell'Istituto, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 216 mila euro lordi annui. Ma probabilmente anche in tal caso, come al solito, si è trovata una scappatoia per non applicare la normativa.
Zedde
La Camera approva il decreto Sblocca Italia. Ecco le novità
Il provvedimento passa con 278 sì, 161 no e 7 astenuti. Oltre 200 emendamenti approvati. Il testo definitivo al Senato la prossima settimana.
Kamsin Niente IVA al 4 per cento sui lavori in casa e no all'estensione della defiscalizzazione alle autostrade in esercizio. Cancellato anche il raddoppio da 50 a 100 milioni del fondo per le calamità naturali. Saltano dunque gli emendamenti proposti dalla commissione Ambiente della Camera dei Deputati dopo che il governo ha posto la fiducia al decreto legge Sblocca Italia (278 sì e 161 no).
Il testo finale del provvedimento riconferma comunque sostanzialmente i capisaldi del decreto governativo con l'introduzione del regolamento Unico in edilizia, 3,9 miliardi destinati alle opere infrastrutturali considerati cantierabili, e tutta una serie di semplificazioni nell'edilizia che dovrebbero aiutare un settore fortemente provato dalla crisi.
Proprio tra le novità passate in commissione c'è introduzione dell'articolo 17 bis con il quale il governo le regioni e le autonomie locali, in attuazione del principio di leale collaborazione, dovranno adottare uno schema di regolamento edilizio tipo, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti.
C'è la conferma della liberalizzazione del mercato delle grandi locazioni ad uso non abitativo. Il provvedimento prevede infatti che nei contratti di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazione, anche se adibiti ad attività alberghiera, per i quali sia pattuito un canone annuo superiore a 250.000 euro (nella versione governativa il limite era piu' basso, 150mila euro) le parti possono stipulare contrattualmente termini e condizioni in deroga alla legge sull'equo canone.
Confermata anche l'introduzione nel nostro ordinamento della deduzione del 20 per cento del prezzo di acquisto di un immobile nuovo (o ristrutturato) nel limite massimo di 300 mila euro a condizione che venga affittato per un periodo continuativo di almeno 8 anni. Con il passaggio alla Camera viene tuttavia precisato che il canone di locazione non dovrà essere superiore a quello previsto per le locazioni di edilizia convenzionata, ovvero non superiore al minore importo tra il canone concordato e il canone speciale.
Viene precisato inoltre che le persone fisiche non esercenti attività commerciale possono cedere in usufrutto, anche contestualmente all'atto d'acquisto e anche prima della scadenza del periodo minimo di locazione di 8 anni, le unità immobiliari acquistate con le agevolazioni fiscali in parola, a soggetti giuridici pubblici o privati operanti da almeno 10 anni nel settore dell'alloggio sociale.
Sostanzialmente confermata la disciplina del contratto rent to buy con la precisazione tuttavia che le parti devono definire in sede contrattuale la quota dei canoni imputata al corrispettivo che il concedente deve restituire in caso di mancato esercizio del diritto di acquistare la proprietà dell'immobile entro il termine stabilito.
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Pensioni, Di Gioia: "troppe disparità. Serviranno correttivi"
Nell'audizione che si è tenuta questa mattina alla Camera dei Deputati innanzi alla commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, il commissario straordinario dell’Inps, Tiziano Treu, ha parlato di Inps e di pensioni. Kamsin Oggetto dell'incontro, afferma una nota diffusa dalla Camera a firma del Presidente della Commissione, Lello Di Gioia, è stato l’incidenza della riforma del Tfr sull’Inps, lo stato della gestione separata di cui alla legge 335/1995, la busta arancione, gli effetti della riforma del mercato del lavoro per l’istituto di previdenza, i problemi per l’equilibrio di bilancio derivanti, a lungo termine, per l’Inps per effetto della riforma Fornero, e il rinnovo del personale comandato presso l’Inps.
Il commissario ha chiarito che «l’Inps è una struttura complessa ma solida e che ha bisogno di stabilità; occorre un assetto normativo che assicuri una governance adeguata, con piani organizzativi di medio e lungo periodo. L’operazione del Tfr – sottolinea – risponde ad una logica che privilegia un bisogno finanziario immediato; occorre sostenere lo sviluppo della previdenza complementare».
«A seguito della riforma Fornero verrà a galla un conflitto generazionale che dovrà essere corretto con le lamentele di coloro che riceveranno la pensione calcolata con il contributivo ma che, di fatto, pagano oggi le pensioni di chi può godere del sistema retributivo. Alcune categorie sono privilegiate, in quanto avendo una carriera lunga sommeranno al trattamento retributivo già maturato anche la parte calcolata con il sistema contributivo sino al termine del periodo di lavoro», ha indicato Di Gioia.
Zedde
Bonus baby sitter, l'agevolazione sale a 600 euro al mese
Il governo si appresta a rilanciare il bonus baby sitter. Le somme passeranno da 300 a 600 euro al mese. La misura non era mai decollata a causa delle restrizioni imposte dalla legge Fornero.
Kamsin Il bonus per il baby sitting, l'agevolazione fiscale prevista in via sperimentale nel 2012, collegata alla riforma del lavoro targata Fornero in favore delle lavoratrici madri, sarà rilanciato ed esteso anche alle lavoratrici del pubblico impiego dal prossimo anno. E' quanto ha indicato ieri il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso del question time alla Camera dei Deputati.
La legge 92/2012 aveva infatti previsto un aiuto pari a 300 euro netti al mese per 6 mesi in favore delle lavoratrici madri che, una volta terminata la maternità obbligatoria, decidevano di ritornare in azienda sul posto di lavoro. Si trattava di una misura introdotta per incoraggiare le lavoratrici a non smettere di lavorare dopo aver partorito e, quindi, a non abbandonare l'impiego in via definitiva per accudire i figli minori.
Il bonus tuttavia non ha mai avuto vita facile in quanto era concesso solo alle lavoratrici dipendenti del settore privato e non veniva garantito, pertanto, alle autonome e alla lavoratrici della pubblica amministrazione. Tale circostanza ha portato, attraverso una serie di ricorsi, il Ministero delle Politiche Sociali a sospendere la misura già quest'anno.
Ora, tuttavia, l'agevolazione sarà ripristinata e riguarderà anche le dipendenti del pubblico impiego. Il Ministro Poletti ha, infatti, indicato che a giorni sarà pubblicato un decreto interministeriale contenente i nuovi criteri per la concessione. Non solo. La somma passerà da 300 a 600 euro netti al mese: "questo aumento - ha indicato Poletti - risulta essere compatibile con lo stanziamento finanziario disponibile e consente di rendere più conveniente il ricorso a tali voucher. Inoltre, allo scopo di semplificare le modalità di richiesta dei benefici in parola è stato previsto che la domanda possa essere presentata in qualsiasi momento dell'anno e non più in un circoscritto lasso di tempo".
Dovrebbero essere piu' agevoli anche le modalità di erogazione del bonus. L'INPS infatti, accertata la sussistenza dei requisiti, ammetterà al beneficio la lavoratrice secondo l'ordine di presentazione della domanda e nei limiti delle disponibilità delle risorse. Solo in caso di necessità, in relazione all'andamento delle istanze e delle disponibilità finanziarie residue, con il successivo decreto potrà essere individuato un valore massimo dell'indicatore della situazione economica equivalente dell'anno di riferimento per accedere al beneficio.
Zedde
Riforma pensioni, un nuovo taglio alle pensioni d'oro? Forse
La proposta del Movimento Cinque Stelle di chiedere un ulteriore contributo ai pensionati d'oro non è nuova ma deve fare i conti con il taglio già chiesto dal Governo Letta nel 2013.
Kamsin Ieri il movimento Cinque Stelle ha proposto una mozione alla Camera dei Deputati per chiedere all'esecutivo un nuovo intervento sulle cd. pensioni d'oro. La proposta del M5S chiede al Governo di "valutare se sussistono i presupposti per assumere iniziative volte aintrodurre un'imposta sostitutiva per i redditi da pensione caratterizzata da un maggior numero di aliquote fiscali che consentano una più incisiva progressività, in modo tale da tassare maggiormente i redditi di pensione superiori ai 90 mila euro e destinare il maggior gettito alla riduzione del carico fiscale dei redditi di pensione meno elevati ed all'aumento delle pensioni minime".
A ben vedere la proposta, è una delle tante che cercano di fare casse sulle prestazioni generose, cioè oltre i 4-5mila euro netti al mese, trattamenti determinati con il sistema retributivo e che quindi creano un forte squilibrio per le Casse dello Stato.
In diverse occasioni il legislatore ha cercato di cancellare i trattamenti pensionistici pagati sulla base di normative pregressi molto generosi non più sostenibili delle finanze pubbliche. In molti casi, tuttavia, questi interventi sono stati dichiarati incostituzionali dalla Consulta.
Come si ricorderà da ultimo la sentenza 116/2013 ha cancellato quella normativa introdotta nella manovra estiva del 2011 (Dl 98/2011), che aveva previsto un taglio del 5 per cento per le prestazioni superiori a 90.000 euro annui lordi e del 15 per cento per la parte eccedente i 200.000 euro. La misura, peraltro, era eccezionale e si sarebbe dovuta applicare solo per il periodo tra agosto 2011 e dicembre 2014. Secondo la Consulta tuttavia l'intervento non era in sintonia con la Carta Costituzionale in quanto provocava una disparità di trattamento rispetto ai lavoratori, non pensionati, che avevano redditi superiori a 300 mila euro per i quali il contributo si sarebbe fermato al 3 per cento.
Pochi anni prima con la sentenza 211/1997 la Corte costituzionale ha avuto modo di precisare, invece, che il legislatore per salvaguardare l'equilibrio di bilancio può modificare la disciplina pensionistica fino a ridurre l'entità del trattamento anche se questo già iniziato.
In tal senso l'ultima legge di stabilità, la legge 147/2013, approvata dal governo Letta ha reintrodotto il contributo di solidarietà per ridurre i trattamenti pensionistici superiori a 91.251 euro con un taglio che è pari al 6, 12 o 18 per cento a seconda dell'importo del trattamento annuo in godimento. Per venire incontro ai rilievi della Consulta, tuttavia, questa volta è stato stabilito che le somme trattenute vengano destinate dalle competenti gestioni previdenziali obbligatorie per concorrere al finanziamento degli interventi volti ad ampliare la platea dei lavoratori salvaguardati. In tal modo, l'intervento governativo tenta di ridistribuire la ricchezza tra i lavoratori.
Zedde