Notizie

Notizie

- Roma, 3 set. - "Analizzando le previsioni del Fondo monetario internazionale sulla crescita del Pil, peraltro ottimistiche nei confronti dell'Italia, emerge che il nostro Paese non compete con le grandi potenze europee, bensi' si colloca peggio dei cosiddetti Pigs", scrive il 'Mattinale', la nota politica redatta dallo staff del gruppo FI alla Camera. "Non abbiamo, pertanto, 1000 giorni davanti a noi per determinare la svolta indispensabile. Le scelte fondamentali, in grado di rimettere in moto l'economia, devono essere fatte nei prossimi 100 giorni, se si vuole evitare il disastro che le previsioni dell'Fmi preannunciano. Le riforme prioritarie - dicono ancora gli 'azzurri' - sono essenzialmente due: quella fiscale e quella del mercato del lavoro. 1. Per la prima esiste gia' la legge delega, approvata in via definitiva dal Parlamento il 27 febbraio scorso. Il premier metta sotto i tecnici del ministero dell'Economia e presenti quanto prima tutti i decreti legislativi di attuazione. Non manchera' il nostro appoggio per accelerare al massimo l'iter approvativo. 2. Sul mercato del lavoro si vada avanti ventre a terra (piu' flessibilita' in entrata, piu' flessibilita' in uscita, superamento dello 'Statuto dei lavoratori' con particolare riferimento all'Articolo 18, contrattazione aziendale, salari di produttivita', detassazione e decontribuzione delle nuove assunzioni). E in 100 giorni si approvi il Jobs Act in via definitiva e i relativi decreti legislativi". "Vi sono nodi politici da affrontare? Lo si faccia. I contrasti interni al Pd non possono determinare la paralisi del Paese. Ne' avallare tecniche di rinvio, nella speranza che possa intervenire la divina provvidenza. Noi siamo pronti a dare il contributo che serve per scongiurare l'ulteriore declino del Paese e riportarlo nel club dei grandi", conclude il 'Mattinale'.

- Palermo, 3 set. - "A 32 anni dal barbaro e vile agguato rendo commosso omaggio alla memoria del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e del valoroso agente di scorta Domenico Russo. Con quel brutale atto criminoso, che resta drammaticamente nel ricordo di tutti, si voleva colpire il tenace impegno di un intransigente ed esemplare servitore dello Stato. Che pur consapevole del rischio personale si spinse fino all'estremo sacrificio per difendere le istituzioni e i cittadini dalla violenza mafiosa". Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio per il 32esimo anniversario dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, letto durante la messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, nella caserma intitolata allo stesso Dalla Chiesa, sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia.

"La memoria del sacrifico del prefetto come di tutti coloro che con ferma adesione ai principi della Costituzione, tensione morale e coraggio, si sono sacrificati per tutelare i valori costituzionali - prosegue Napolitano - deve unire istituzioni e societa' civile nel sostenere a tutti i livelli l'azione della magistratura e delle forze dell'ordine volte a contrastare vecchie e nuove forme di penetrazione criminale".

"Intendo esprimere a nome mio personale e della Camera, la piu' sentita vicinanza ai familiari, all'arma dei carabinieri e delle forze dell'ordine. Fedele uomo delle istituzioni e rigoroso servitore dello Stato, il generale Dalla Chiesa costituisce un costante riferimento per chiunque si accosti nella lotta alla criminalita' organizzata". Questo il messaggio del presidente della Camera Laura Boldrini, nel 32esimo anniversario dell'omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, letto durante la messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, oggi a Palermo.

"Profondo innovatore nei metodi e approccio investigativo - prosegue Boldrini - il generale seppe capire prima di altri la pericolosita' del fenomeno mafioso, capace di inquinare il tessuto economico del Paese e di condizionare sistema politico. Una intuizione che pago' prima con l'isolamento e poi con la vita ma ancora oggi sono questi i versanti su cui ciascuno, nell'ambito delle proprie responsabilita' si e' chiamati a constrastare i fenomeni criminali. Le forze dell'ordine e la magistratura devono sentire il piu' convinto supporto di tutte le istituzioni politiche, in una attivita' quotidiana che e' anche una battaglia culturale".

«Cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione». No ad un prelievo sulle pensioni retributive.

Kamsin «Dobbiamo trovare il modo - ha detto ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti -per far sì che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione. Dobbiamo quindi aiutare chi si ritrova senza lavoro e senza pensione». «Cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione».

Il ministro del Lavoro è invece tornato ad escludere, in modo piuttosto tassativo, interventi di altro tipo in materia di pensioni. «In questo momento non c'è nessun progetto che riguardi le pensioni da nessun punto di vista» ha spiegato. Nel corso dell'estate erano stati ipotizzati nuovi prelievi sulle pensioni che superano un certo importo e lo stesso Poletti in una prima fase pareva aver avvalorato questa possibilità.

Il piano del governo che dovrebbe vedere la luce tuttavia non è ancora noto. Ma l'obiettivo dovrebbe essere quello di sostenere il reddito dei lavoratori maturi che a 4 o 5 anni dalla pensione dovessero perdere il posto. Evitando nuovi esodati. Lo schema prevede che a questi lavoratori, che avrebbero difficoltà a trovare una nuova occupazione, vada dopo i due anni di indennità di disoccupazione (l’Aspi), un assegno di circa 750 euro al mese per il periodo necessario a maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. Ancora non chiaro se tale somma dovrà essere restituita dal lavoratore una volta in pensione (con micro-prelievi di circa 5-6% sull'assegno pensionistico) e se sarà chiesto un contributo alle aziende interessate dalla misura. A Via Veneto le bocche sono cucite.  Nessun intervento, invece, sul fronte dell’età pensionabile che resterà quella fissata dalla legge Fornero (67 anni) anche perché un cambio di rotta su questo fronte non verrebbe consentito dai “guardiani” di Bruxelles

Riforma Pensioni, così cambia il pensionamento d'ufficio nelle Pa

Pensioni, nessun cenno di Riforma nel programma dei mille giorni di RenziZedde

- Roma, 3 set. - I docenti che oggi ha la scuola italiana "non sono abbastanza". Per questo il primo punto delle linee guida per il 'patto educativo' sulla scuola pubblicate sul sito dei mille giorni dell'esecutivo, passodopopasso.italia.it, recita: "Assumere tutti i docenti di cui la scuola ha bisogno". Il libretto rosso on line di Palazzo Chigi, 'Buona scuola' parla di "un piano straordinario per assumere a settembre 2015 quasi 150.000 docenti, tutti precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell'ultimo concorso". Il costo per assumerli sara' di circa 3 miliardi di euro". "Per l'esercizio finanziario 2015 - primo anno di attuazione del piano - sara' quindi necessario impegnare un miliardo - si legge nel piano - relativo ai primi 4 mesi dell'anno scolastico corrispondenti con gli ultimi 4 mesi dell'anno solare (da settembre a dicembre). La cifra dei 3 miliardi, fa notare il documento, "potra' essere inferiore, anche in maniera significativa, proporzionalmente alle risorse che verranno risparmiate grazie all'abolizione delle supplenze". Una stima 'cauta' parla di un risparmio che potrebbe arrivare "a 300-350 milioni all'anno". Aveva detto che ci avrebbe messo la faccia e mantiene l'indicazione di lavoro, non solo metaforicamente. Matteo Renzi accompagna con un suo videomessaggio il lancio della campagna d'ascolto, dal 15 settembre al 15 novembre, per la riforma della scuola. Tre minuti e 47 secondi con il presidente del Consiglio in piedi, nel suo studio di Palazzo Chigi, con le bandiere d'Italia e ue sullo sfondo, in camicia bianca e cravatta pied de poule blu. "Non e' una riforma ne' l'ennesima 'riforma della riforma'. Si tratta semplicemente di provare a credere in noi stessi - dice Renzi - cioe' di credere nell'Italia, cioe' di credere nella scuola". "Vi chiedo, allora, un aiuto, una mano", e' il messaggio che arriva dal presidente del Consiglio a studenti, famiglie e operatori del settore. "I giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi. Non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verra' e forse anche cosi' - conclude - l'Italia tornera' a essere custode della straordinaria bellezza che ha". Due mesi di campagna di ascolto e una anno per una 'rivoluzione'. E' il timing sulla riforma della scuola che Matteo Renzi rende ufficiale nel video che, su Passodpopasso.it, accompagna le linee guida in materia. "Vi propongo un patto, un patto educativo, non l'ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici 'adesso dobbiamo cambiare le regole...'". Il presidente del Consiglio cambia anche tono di voce quando cita il refrain del politico-tipo e chiarisce che il suo progetto e' diverso: "No, vi propongo una cosa diversa: abbiamo - sintetizza - un anno di tempo per rivoluzionare la scuola e, soprattutto, per darle importanza perche' i poltici di solito quando parlano di scuola la mettono in fondo al sacco, come una delle ultime ruote del carro. La scuola e' quella che resta, ma e' la scuola il cuore di tutto". .

- Roma, 3 set. - Il bonus di 80 euro e' stato dato "per dare un senso di giustizia sociale e sostenere il potere d'acquisto del ceto medio che e' stato tartassato in questi anni e non ha mai visto un intervento di riduzione delle tasse cosi' significativo. Quindi non solo lo confermo, ma se riesco lo allargo". Cosi' il premier Matteo Renzi in un'intervista al direttore del 'Sole 24 ore', e aggiunge: il bonus "dara' i suoi effetti perche' verra' confermato e percepito finalmente c0me strutturale. Deve essere stabile, e percepito come tale. Il ceto medio ha bisogno di respirare".

Sui tagli di spesa, Renzi ha precisato che "saranno non per 17 miliardi ma io ne immagino per 20 miliardi perche' intendo liberare risorse da investire nei settori strategici come l'istruzione e la ricerca senza aumentare le tasse". Lunedi', ha annunciato il premier, "incontrero' tutti i ministri con il ministro dell'Economia Padoan e valutero' con loro tagli del 3% per ciascun ministero". -Sulla riforma del lavoro il governo "ha fatto un primo intervento importante per decreto, abbiamo corretto un errore grave e ci sono gia' i primi segnali di inversione di tendenza nell'utilizzo dei contratti a termine per l'ingresso sul mercato del lavoro".

Renzi e' convinto che il nuovo welfare non si possa fare per decreto e si dice certo che "il Parlamento entro la fine dell'anno approvera' il jobs act. Introdurremo in Italia il modello di lavoro tedesco non quello spagnolo", aggiunge. Il superamento dell'articolo 18? "E' la direzione", ma "sara' possibile solo se si cambiera' il sistema delle tutele", ribadisce il premier. Il premier difende poi la scelta di non aver inserito la riforma delle partecipate degl enti locali nello sblocca Italia. "Sarebbe stato un errore. Ho fatto il sindaco e ho sempre sofferto la schizofrenia legislativa".

Sulla questione per il presidente del Consiglio e' necessario "intervenire in modo organico". Tra vendite e aggregazioni Renzi ritiene piu' utile aggregare: "credo possa rivelarsi piu' utile favorire processi di aggregazione facendo attenzione a distinguere le singole situazioni". La vendita, infatti, "riguarda alcuni Comuni". Cdp e fondo strategico possono fare "i promoter delle aggregazioni". L'obiettivo e' passare da 8mila aziende a mille. "Se poi si vendono o si quotano meglio".

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati