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"Noi stiamo lavorando in un contesto difficile perche' veniamo da otto ormai di crisi. Siccome dobbiamo governare l'Italia e fare i conti con questa realta', dovremo fare i conti con questa situazione". Kamsin Lo ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti, a margine di un dibattito alla Festa dell'Unita' a Firenze, ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole del segretario generale della Cgil sul blocco dei salari degli statali.

"Abbiamo un contesto intorno che anziche' diventare un traino che ti aiuta ad avere spazio per l'economia, entra in difficolta' a sua volta, e naturalmente ci cambia i numeri - ha spiegato Poletti - i calcoli che avevamo fatto erano in una previsione di andamento del Pil positivo per lo 0,8%. Oggi siamo ad una previsione che tende ad essere nettamente piu' bassa, perche' abbiamo visto cos'e' successo nei primi mesi di quest'anno - ha aggiunto Poletti - nel secondo e nel terzo trimestre. Peraltro bisogna anche guardarci intorno: quello che sta succedendo tra Russia e Ucraina non era ovviamente nelle previsioni, i problemi e le turbolenze che abbiamo da altre parti non c'erano. La Germania - ha concluso Poletti - ha rallentato, basterebbe pensare che i dati sulle previsioni europee sono stati abbassati dall'Ocse e dalla Bce.

Zedde

- Cardiff (Galles), 6 set. - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, stando a quanto si apprende, ha incontrato questa mattina presso la Prefettura di Firenze, Sajian Jindal, presidente di JSW Steel, il gigante indiano dell'acciaio. Al centro del colloquio il tema delle politiche industriali e degli investimenti in Italia nel settore della siderurgia. Insieme al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il premier sta seguendo con grande attenzione il rilancio della siderurgia italiana, con particolare riferimento a Taranto, Piombino e Terni. Renzi si e' poi trasferito a Gussago, in provincia di Brescia, per la cerimonia di inaugurazione di una nuova fabbrica del gruppo Bonomi. All'ingresso e' stato salutato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e dalle autorita', e ha scambiato due battute con i poliziotti della scorta: "salutiamo la polizia - ha detto - non e' un periodo buono per loro". .
- Cernobbio, 6 set. - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, invita ad accelerare sul percorso delle riforme avviate dall'esecutivo Renzi. "Nelle prossime settimane - ha detto Grasso aprendo la seconda giornata del forum Ambrosetti - il Senato dovra' occuparsi di due riforme strutturali di grande importanza per consentire al Paese di tornare a crescere: la riforma del mercato del lavoro e quella della pubblica amministrazione. Su questi temi, che incideranno direttamente sulle prospettive economiche dell'Italia, non possiamo permetterci ulteriori ritardi". Per Grasso "parallelamente dovra' proseguire il cammino della legge elettorale gia' approvata alla Camera ma sulla quale si prospettano interventi migliorativi". "Posso dire che sono convinto che nel nostro Paese occorra una trasformazione profonda, direi genetica e culturale nella gestione della cosa pubblica", ha affermato Grasso, premettendo che "naturalmente non posso fornire opinioni su diversi provvedimenti che il governo sta programmando per la riforma del mercato del lavoro, della giustizia civile, della spesa e del patrimonio pubblici". Per Grasso "dobbiamo sapere ascoltare con piu' attenzione la voce dell'economia reale, dell'associazionismo imprenditoriale e dei sindacati, di coloro che producono ricchezza per il futuro del Paese. Dobbiamo imparare ad adottare i modelli di efficienza e professionalita' che produce il settore privato piu' competitivo". "Un politica di austerita' ad ogni costo non e' piu' sostenibile", ha detto ancora il presidente del Senato. Per Grasso, infatti, "la caduta del Pil e della domanda interna impone come indifferibile una svolta drastica in direzione della crescita". In Europa "serve un salto di qualita': procedere sulla via dell'integrazione per acquisire una maggiore autorevolezza politica ma anche maggiore capacita' di attrarre capitali, risorse tecnologiche e umane, capaci di stimolare e sostenere la ripresa, l'occupazione e l'innovazione", ha concluso il presidente del Senato. .
Una Circolare dell'Inps del 2004 chiarisce i confini tra comparto pubblico e settore privato. A quest'ultimo appartengono i dipendenti delle aziende di stato ormai privatizzate come Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. 

Kamsin Bisogna risalire alla Circolare Inps 149/2004 per trovare alcuni punti fermi per distinguere i lavoratori del comparto pubblico da quello privato. Una distinzione molto importante (ma complessa da sbrogliare) in passato, soprattutto per le lavoratrici, perchè garantiva al settore privato l'ingresso alla pensione di vecchiaia con diversi anni di anticipo rispetto al comparto pubblico.

La tematica è ancora oggi attuale dato che le lavoratrici del settore privato accedono alla pensione di vecchiaia con 63 anni e 9 mesi mentre le colleghe del comparto pubblico vanno in pensione non prima dei 66 anni e 3 mesi. Una differenza però che nei prossimi anni è destinata a scomparire. Con la Riforma Fornero dal 2018, infatti, i requisiti anagrafici di accesso alla pensione di vecchiaia saranno pienamente armonizzati. Come dire che la distinzione tra settore privato e pubblico sarà ormai un vecchio ricordo, almeno sotto il profilo della maturazione del diritto previdenziale: per tutte saranno necessari 66 anni e 7 mesi di età. 

La distinzione tra comparto privato e pubblico rileva anche per l'applicazione del beneficio della pensione anticipata in deroga a 64 anni (articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011) dato che questo è attivabile solo dai lavoratori del settore privato.

La Circolare citata ha dovuto precisare i contorni dell'erogazione dell’incentivo al posticipo del pensionamento di cui all’articolo 1, comma 12, legge 23 agosto 2004, n. 243, bonus erogabile solo ai lavoratori del settore privato. Per distinguere i lavoratori del settore privato da quelli del pubblico impiego il provvedimento ha rimandato all'articolo 1, comma 2 del Dlgs 165/2001 secondo il quale, com'è noto, sono classificabili come amministrazioni pubbliche: le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli Istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative; le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo; istituzioni universitarie; le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane e loro consorzi e associazioni; gli IACP; le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni; tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali;  le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale;  l’ARAN;  le Agenzie di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300.

Si tratta di una classificazione valida che tuttavia non tiene conto degli enti pubblici ormai privatizzati e trasformati in società di capitali (ancorchè controllati dallo Stato) nel corso degli anni '90. I dipendenti di tali enti infatti sono ormai annoverabili tra i lavoratori del settore privato e non piu' del comparto pubblico. Così ad esempio sono del settore privato i lavoratori di Cassa depositi e prestiti, dell’ANAS, dell’Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV), delle Ferrovie dello Stato, delle Poste Italiane.

Le istituzioni scolastiche ed universitarie restano ad appannaggio esclusivo del comparto pubblico con l'eccezione delle università private (come ad esempio la LUISS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Bocconi di Milano,) che rientrano nell’ambito del settore privato. Nel settore pubblico invece vanno ricomprese i dipendenti della Banca d’Italia, l’Ufficio Italiano Cambi e le Autorità Indipendenti, gli Istituti autonomi case popolari (con l'eccezione però delle IACP trasformate, in base alle diverse leggi regionali, in enti pubblici economici es. ATER, ATEF). 

I dipendenti delle amministrazioni, aziende ed enti del servizio sanitario nazionale sono nel comparto pubblico così come i dipendenti dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), quelli delle varie agenzie governative e fiscali (tra cui ad esempio le agenzie del demanio, delle dogane, delle entrate e del territorio), i lavoratori delle Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, nonchè quelli delle Autorità indipendenti (es. CONSOB, ISVAP, Autorità del garante della concorrenza e del mercato).

L'altra distinzione fondamentale è tra dipendenti di enti pubblici non economici e economici. Se i primi,  come ad esempio Inps, Inpdap, e gli ordini e collegi professionali, sono da ricomprendere senza dubbio nel comparto del pubblico impiego rientrano, invece, nel settore privato tutti gli altri, come ad esempio le aziende speciali, le municipalizzate, i consorzi di bonifica, e tutti gli enti che, per effetto della definizione della privatizzazione, sono stati successivamente trasformati in società di capitali (si pensi ad Eur Spa, la Rai, Fiera di Roma ecc...).

Zedde

- Roma, 5 set. - "Se il tono e' quello del confronto, porte aperte", se invece "si pensa di poter mettere in atto qualcosa che abbia il vago sapore del ricatto, prego accomodatevi". Matteo Renzi, a margine del summit Nato a Newport, risponde cosi' al "cartello" di sindacati di polizia e Cocer interforze che ieri ha annunciato uno sciopero generale contro il blocco delle retribuzioni. "Trovo che certi toni siano del tutto inaccettabili - ha ribadito il premier - e credo facciano del male a chi, per 1.200 euro al mese e' sulle strade a pattugliare. Trovo che sia tutto legittimo, che sia naturale discutere, che ciascuno abbia le sue ragioni. Ma lo sforzo deve andare nella direzione di chi il lavoro non ce l'ha e non di chi e' garantito nel proprio lavoro". "Spazi per una soluzione" della vertenza, ha ammesso, ce ne sono, "la discussione era aperta, non so se lo sia ancora". In mattinata, intervenendo alla presentazione del bilancio dell'esodo estivo, anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aveva parlato di "richieste legittime", espresse pero' "in toni e modi francamente eccessivi". "La sicurezza - ha spiegato il ministro - e' una priorita' assoluta di questo governo e di questo ministero. Agli operatori di polizia e' riconosciuta una specificita' e noi lavoreremo perche' sia assicurata: abbiamo lavorato e stiamo lavorando non per il rinnovo del contratto, che non era richiesto, ma per l'eliminazione dei tetti salariali. E' un obiettivo che spero non venga complicato dai toni eccessivi usati nel comunicato di ieri". "Incontreremo i rappresentanti sindacali dei lavoratori di polizia - ha promesso Alfano - sono convinto che ci siano tutte le condizioni per risolvere con serenita' la questione, se la serenita' ci sara' da parte di tutti". E l'impegno del governo "alla ricerca di una soluzione che riconosca la specificita' e il valore di chi quotidianamente assicura la difesa e la sicurezza degli italiani" e' stato garantito anche dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, pur non accettando "i toni e le parole fuori luogo usati in questi giorni dagli organi di rappresentanza militare e di polizia". Puntuale, nel pomeriggio, e' arrivata la replica dei promotori dell'agitazione. "In attesa di segnali concreti - e' la premessa - rimaniamo fermi sulle posizioni espresse ieri". E comunque, "le giuste rivendicazioni non sono ricatti. Prendiamo atto con favore della disponibilita' del premier a un incontro, forti della sensatezza delle nostre rivendicazioni siamo fiduciosi che l'intelligenza e il buon senso porteranno a soluzioni adeguate". "Non chiediamo aumenti - ripetono per l'ennesima volta - ma solo il giusto": in ballo non c'e' un rinnovo contrattuale, ma "la rimozione del tetto salariale, quell'infernale meccanismo per cui ciascuno non puo' guadagnare piu' di quanto guadagnava nel 2010". Lo sciopero e' inevitabilmente anche occasione di scontro politico. "Invito Alfano a fare il ministro dell'Interno e a tutelare, come avevo fatto io, le forze dell'ordine la cui specificita' va salvaguardata", ha detto il governatore della Lombardia ed ex titolare del Viminale, Roberto Maroni, mentre Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha sollecitato Renzi ad "ascoltare il comparto sicurezza per trovare una soluzione positiva rispetto alle risorse necessarie per un segmento cosi' delicato nella vita del Paese". Per Nichi Vendola, leader di Sel, lo sciopero "e' il segnale di un disagio che coinvolge tanta parte delle classi medie e medio basse" mentre per Matteo Salvini, segretario della Lega nord, la priorita' del governo e' si' la sicurezza, ma "quella dei delinquenti". E se Stefano Fassina si conferma 'voce contro' nel Pd ("le richieste degli statali e degli operatori del comparto sicurezza non sono ricatti: non e' stato utile fare promesse e poi brutali marce indietro"), il leader della Fiom, Maurizio Landini, profetizza: "I poliziotti hanno tutte le ragioni per fare questa protesta. Ma se si andra' avanti cosi' non saranno gli unici, sciopereranno anche i metalmeccanici". .
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