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- Roma, 26 giu. - "Con il suo comportamento ha messo a rischio il lavoro di magistrati e forze dell'ordine". E' sostenendo questa accusa che il Movimento 5 Stelle ha depositato una mozione di sfiducia contro il Ministro dell'Interno Angelino Alfano sul caso Yara. La mozione, che vede come primo firmatario il portavoce al Senato Lello Ciampolillo ha come oggetto la clamorosa "svista" istituzionale del responsabile del Viminale. "Alfano, pur di millantare meriti - afferma una nota pentastellata - non ha esitato a rivelare notizie riservate in merito alla svolta investigativa nel drammatico omicidio della povera ragazza. Come denunciato dallo stesso Procuratore della Repubblica di Bergamo, con il suo comportamento il Ministro dell'Interno ha messo a rischio tutto l'importante lavoro svolto dai magistrati e dalle forze dell'ordine in anni e anni di pazienti riscontri e indagini". "La scorsa estate - ricodano i grillini - il Movimento 5 Stelle aveva gia' richiesto le dimissioni di Alfano in occasione della vergognosa gestione del caso Shalabayeva. I fatti denunciati, confermano la fondatezza dell' iniziativa politica del Movimento 5 Stelle e l'assoluta incapacita' di Alfano e di questa maggioranza nel rappresentare una risposta seria ed efficace alle aspettative dei cittadini". .

La proposta del governo prevede di "prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine della cerimonia all'Accademia del Lincei. Kamsin

Il ministro ha quindi confermato le indiscrezioni già emerse, con l'arrivo della sesta salvaguardia, che estenderebbe le tutele di dodici mesi, spostando il limite temporale dal gennaio del 2015 al gennaio del 2016. "Oggi andremo in Commissione", Lavoro alla Camera "e discuteremo di questa ipotesi, valuteremo se ci sono le condizioni per produrla, io credo di sì". Comunque, ha aggiunto Poletti, "compete alla Commissione, al Parlamento, decidere". Infatti il ministro ha ribadito: "Ci sarà una proposta del governo e a quel punto la Commissione, il Parlamento, farà le sue valutazioni".

Damiano: Bene Governo sulla sesta salvaguardia ma si trovi una soluzione strutturale - La proposta del Governo “va nella direzione giusta, e’ un altro passo avanti. Nella legge di stabilita’ bisognera’ trovare la soluzione strutturale”. Cosi’ il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, arrivando in commissione dove e’ atteso a breve il ministro Giuliano Poletti

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Il programma della "staffetta generazionale" nel settore pubblico, avviata con il decreto legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione avverrà attraverso 3 passi principali: il rilancio dei pensionamenti, una revisione delle norme sulla mobilità volontaria e obbligatoria (per sostenere la quale il Governo ha attivato al ministero dell'Economia un fondo di 15 milioni per il secondo semestre dell'anno e di 30 milioni a regime dal 2015) e la riduzione graduale del blocco del turn-over. Kamsin Il mix di queste misure, già discusse su Pensioni Oggi, dovrebbero portare alla liberazione, secondo il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, di almeno 10-15 mila posti in un triennio, posti che sarebbero stati disponibili per assumere giovani.

I tecnici però che hanno scritto la relazione che accompagna il provvedimento di riforma della Pubblica amministrazione appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, hanno messo nero su bianco una cifra molto piu' bassa a quella ipotizzata dal governo: «Sulla base dei dati desunti dal conto annuale», si legge nel testo, «risultano in corso trattenimenti in servizio per circa 1.200 soggetti, di cui circa 660 relativi al comparto della magistratura».

Dalla relazione tecnica non giunge nessuna conferma, inoltre, sulla stima dei posti aggiuntivi che potrebbero liberarsi nel prossimo triennio grazie alla norma (comma 5 dell'articolo 1) che consente alle amministrazioni di mettere in pensione i dipendenti che hanno raggiunto la massima contribuzione. La Madia aveva indicato che "molti andranno in pensione comunque, ma si tratta di uno spazio assunzionale in più rispetto alla cancellazione del trattenimento in servizio».

Le altre misure per il ricambio generazionale nella Pa sono modeste: c'è il divieto, ora esteso anche ai privati, di incarichi dirigenziali o di consulenze nella Pa ai soggetti in pensione, c'è la possibilità di ricorrere alla chiamata diretta fino al 30% dei dirigenti in Regioni e enti locali ma mancano le norme che avrebbero portato ad una riduzione piu' consistente dell'organico. La verità però è che ci si aspettava una maggiore decisione dell'esecutivo sul fronte delle pensioni. In particolare si sperava che potesse esserci nel decreto l'estensione dell'opzione donna in favore di tutti i lavoratori, norma che avrebbe potuto in qualche modo temperare le rigidità della Riforma Fornero ed agevolare il ricambio generazionale che la Madia aveva annunciato. Ma della novità non c'è traccia.

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Oggi pomeriggio in commissione Lavoro il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, darà le indicazioni del governo in merito alla sesta salvaguardia, rinviando però il varo di un provvedimento che affronti in via strutturale il problema degli esodati alla prossima legge di stabilità. La proposta del Ministro dovrebbe essere quella di spostare di un altro anno l'asticella della decorrenza, arrivando al 6 gennaio 2016 dal 6 gennaio 2015. Kamsin  Beneficiari dell'intervento sarebbero le "solite" categorie già individuate con i precedenti cinque interventi e cioè i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Nella nuova misura, che non avrebbe alcun profilo strutturale, potrebbero risultare salvaguardati anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si trovassero a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma. Categoria oggi esclusa dalla quarta salvaguardia a seguito di una nota ministeriale del Marzo di quest'anno.  In numeri si tratterebbe di circa 8.500 soggetti in più rispetto al totale generale fissato finora in 132.130 "esodati" salvaguardati, cifra quest'ultima cui è associata una stima di maggiore spesa previdenziale per 11,6 miliardi entro il 2022-2023.

Ancora nulla di fatto invece per la soluzione strutturale. Costa troppo. Lo stesso Poletti aveva parlato di «un ponte», e il suo predecessore Giovannini di «un prestito pensionistico» con anticipo di due anni dalla maturazione dei requisiti attuali ma i costi di rendere strutturale un anticipo dell'età pensionabile sono eccessivi fanno sapere fonti vicine al ministero dell'economia. Difficile quindi che la pdl 224 che arriverà in Aula il 30 giugno possa avere un rapido disco verde.  Costo stimato: oltre 47 miliardi di euro fino al 2025. Netto il no della Ragioneria generale dello Stato per coperture «inadeguate» (individuate nel testo con l'incerto capitolo dell'aumento delle entrate da giochi e lotterie). La proposta che illustrerà oggi Poletti ha lo scopo di congelare il pressing del Parlamento.

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''La prossima settimana dovrebbe arrivare finalmente in aula la nostra proposta di legge per risolvere l'annosa vicenda degli esodati. Abbiamo chiesto una soluzione definitiva e la proposta licenziata dalla commissione Lavoro e' in grado di onorare un impegno preso da tutti: nessuno deve rimanere senza stipendio, senza ammortizzatori e senza pensione a causa della riforma Fornero del 2011''.  Kamsin E' quanto dichiarano in una nota i deputati Pd della commissione Lavoro della Camera, Davide Baruffi, Anna Giacobbe, Marco Miccoli, Alessia Rotta ed Elisa Simoni. ''Domani (oggi, ndr) il ministro Poletti sara' in commissione per illustrarci la soluzione individuata dal governo - proseguono - . A Poletti riconosciamo la buona volonta' e l'impegno ribadito a piu' riprese di voler trovare una soluzione strutturale ma al governo, in particolare al Mef, chiediamo risorse coerenti per onorare questo impegno: tutti gli 11 miliardi impegnati ad oggi per le cinque salvaguardie vanno spesi per gli esodati e se servono ulteriori risorse e' indispensabile trovarle. Non e' piu' il tempo di rinvii e Governo e Inps debbono giocare a carte scoperte, con numeri certi e verificabili da parte del Parlamento'.

Restiamo convinti che una soluzione definitiva debba necessariamente superare la rigidità della legge Fornero e prevedere una flessibilità in uscita verso la pensione, con coerenti incentivi e disincentivi, premialità per chi lavora più a lungo e penalizzazioni per chi sceglie di andare in pensione prima. Ascolteremo e valuteremo, non vorremmo che la montagna partorisse un topolino. Il Pd ha speso parole molto impegnative in proposito e arriverà in aula con una proposta, almeno a parole, condivisa da tutti”.

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