Bernardo Diaz

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Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.  

Dal 2015 via libera all'introduzione di una tassa unica comunale che ingloberà Imu, tasi, Tosap (la tassa sul suolo pubblico), i passi carrai e i diritti sulle pubbliche affissioni. E' quanto, in sintesi, ha confermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della XXXI assemblea nazionale dell'Anci che si è tenuta ieri. 

Ma per l'invio del bollettino precompilato direttamente a casa dei cittadini ci vorrà però un altro anno di attesa in quanto ci vorranno dei tempi tecnici per adeguare la normativa. La nuova tassa, oltre ad accorpare i tributi attuali, attribuirà ai sindaci anche la quota erariale del 7,6 per mille di Imu che oggi viene pagata dai capannoni, alberghi e centri commerciali. Un tesoretto che vale oltre 4,5 miliardi di euro e verrà scambiata con l'attribuzione allo stato del gettito derivante dall'addizionale Irpef.

I tempi per l'introduzione della misura saranno, quindi, brevi. A dirlo è il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che ha annunciato la presentazione di un emendamento alla legge di stabilità. Dobbiamo decidere se la portata dell'intervento sia limitata ad un ricompattamento delle norme oppure se fare qualcosa di più ambizioso riguardo ai flussi finanziari. Di certo, ha concluso Zanetti, il binomio Imu-tasi che ci siamo trovati è improponibile.

Zedde

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Cambio di rotta per la tassazione agevolata prevista dalle partite Iva nella legge di stabilità. Palazzo Chigi potrebbe infatti accogliere una serie di emendamenti promossi dal sottosegretario dell’Economia, Enrico Zanetti, per riscrivere la norma accentuando i vantaggi fiscali ai "lavoratori della conoscenza", quelle partite Iva come designer, grafici, comunicatori, informatici, che rischiano invece di essere penalizzati dalla formulazione contenuta nella manovra. Kamsin Attualmente la Stabilità prevede una tassazione forfettaria del 15 per cento con un tetto del reddito, però, a 15 mila euro. Accanto a questo, la stessa norma, prevede una decontribuzione che, tuttavia, riguarderebbe solo artigiani e commercianti.

"Nella Manovra si prevede che i liberi professionisti e i free-lance avranno la possibilità di accedere a una tassazione flat al 15 per cento ma fino ad un imponibile di 15mila euro. In pratica la metà della di quanto prevede attualmente la legge" ha indicato Zanetti. Ma con il ritocco proposto "l'imponibile viaggerebbe tra i 26 e i 30 mila euro e l'aliquota, aggiunge il sottosegretario, verrebbe ritoccata, ma non dovrebbe comunque superare l'8 per cento". In tal modo si eviterebbe di estromettere da un sistema agevolato un gran numero di lavoratori che meritano e necessitano sostegno.

Del resto, la previsione contenuta nella legge di stabilità, rischia di penalizzare proprio i lavoratori della conoscenza. Soprattutto i più giovani. Oggi, per i primi cinque anni di attività e fino al compimento dei 35 anni, l’aliquota forfettaria prevista è del 5 per cento. Dieci punti più bassa di quella prevista nella manovra dal governo. La proposta Zanetti prevede di alzare quindi al 7-8 per cento, rendendola però permanente e non più limitata per cinque anni. Ed anche la soglia di reddito verrebbe aumentata da 15 mila e 30 mila euro. Per garantire che il costo dell’operazione (circa 900 milioni di euro) non salga, l’emendamento prevede l’eliminazione della decontribuzione (che vale circa 500 milioni e che comunque riguarderebbe solo commercianti e artigiani). La palla ora spetta a Palazzo Chigi che dovrà confermare le modifiche.

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E' positivo il giudizio degli avvocati per l'approvazione definitiva del decreto legge sulla Giustizia Civile avvenuto oggi alla Camera dei Deputati. Il Consgilio Nazionale Forense si spinge a sino ad evidenziare come sia stata promossa "la cultura della conciliazione tra le parti", mediante negoziazione assistita ed arbitrato. E si compie un "primo passo nel percorso di risanamento del sistema giustizia". Kamsin  L'Ordine degli avvocati guarda "con favore alla introduzione nel sistema della giurisdizione dei due nuovi istituti alternativi al processo per risolvere controversie in campo civile e di famiglia, la negoziazione assistita e il passaggio in arbitrato delle cause pendenti", ricordando come i legali abbiano "offerto il proprio contributo per promuovere l'efficienza del sistema giustizia a vantaggio delle persone" consapevoli che una giustizia che non fornisce risposte in tempi celeri e con procedure rispettose dei diritti delle parti, è una denegata giustizia.

Del resto, il provvedimento prevede la possibilità di trasferire - su istanza congiunta delle parti al giudice - dalla sede giudiziaria a quella arbitrale le cause civili in corso dinanzi al tribunale o in grado d'appello, pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge.

Il trasferimento è, tuttavia, escluso per le cause già assunte in decisione; per quelle che hanno ad oggetto diritti indisponibili e, salvo specifici casi, per le cause in materia di lavoro con la precisazione che il lodo pronunciato ha, a tutti gli effetti, il valore di sentenza.

Il giudice deve trasferire il fascicolo di causa al presidente dell'ordine circondariale degli avvocati, che nomina tra gli iscritti all'ordine - a seconda del valore della stessa (inferiore o superiore a 100.000 euro) - un arbitro unico o un collegio arbitrale. In primo grado, il termine di termine di pronuncia del lodo è quello di 240 gg. del codice di procedura civile. Mentre in appello sono stabiliti 120 gg. Se il lodo in appello non viene pronunciato nel termine, la causa va riassunta entro 60 gg. davanti al giudice pena l'estinzione (e, quindi, il passaggio in giudicato della sentenza di primo grado). Analoga riassunzione, entro 60 gg., va fatta in caso sia dichiarata la nullità del lodo.

Per incentivare il ricorso a questa forma di soluzione delle controversie, un decreto Ministro della giustizia potrà stabilire riduzioni dei parametri relativi ai compensi degli arbitri. Lo stesso decreto potrà introdurre criteri di assegnazione degli arbitrati in riferimento alle specifiche competenze necessarie nonché a criteri di rotazione negli incarichi.

La nuova negoziazione assistita - Poi c'è la negoziazione assistita, altro strumento, su cui il Governo ha puntato nel tentativo di deflettere il numero di cause che arrivano in tribunale. In pratica l'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità in specifiche materie. Viene, quindi, previsto che colui che agisce in giudizio deve preventivamente invitare il convenuto alla stipula della convenzione di negoziazione. Ciò vale: per le domande giudiziali relative a controversie in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti; per le domande di pagamento, a qualsiasi titolo, di somme non superiori a 50 mila euro.

L'improcedibilità non trova invece applicazione per le controversie in materia di obbligazioni contrattuali derivanti da contratti tra professionisti e consumatori né per quelle in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari; nei procedimenti per ingiunzione (compresa l'eventuale opposizione); di consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite, di opposizione o incidentali di cognizione relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti camerali e nell'azione civile nel processo penale; quando la parte può stare in giudizio personalmente.

Viene, poi, aumentato un aumento (dall'1% all'8,15%) il tasso di interesse moratorio in pendenza di un contenzioso civile o di un procedimento arbitrale in modo da rendere non più conveniente, per il debitore, dilatare la definizione della causa per pagare una somma inferiore a quella prevista.

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Non ci saranno sanzioni penali per l'abuso del diritto. È uno dei punti principali su cui si sta lavorando nella stesura dei decreti attuativi della delega fiscale sulla certezza del diritto e la revisione delle sanzioni amministrative e penali.

Kamsin Il governo accelera sull'attuazione della delega fiscale. Ieri, infatti, si è tenuta una riunione a Palazzo Chigi tra Renzi, Padoan e il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, per stilare il calendario definitivo dei provvedimenti attuativi della delega la cui scadenza è fissata a marzo. Il decreto sulla semplificazione, che contiene il modello 730 precompilato, è stato già approvato in via definitiva ma mancano quelli sulle accise, sulle commissioni censuarie per la riforma del catasto e quello sull'abuso del diritto.

Proprio quest'ultimo tema è quello piu' spinoso per l'esecutivo. L'intervento infatti dovrebbe non considerare più reato l'abuso del diritto: i casi di elusione fiscale non saranno piu' sanzionati penalmente, almeno nelle forme meno gravi. L'unica sanzione comminata sarebbe quella amministrativa. In alcuni casi, tuttavia, quelli più gravi in cui si configura il dolo, il decreto dovrebbe mantenere il doppio binario della sanzione tributaria e penale. Il nodo, tuttavia, è tutto sull'entità della sanzione amministrativa. Infatti nelle prime bozze del decreto delegato la sanzione era fissata al 50 per cento delle somme non dichiarate ma l'Agenzia delle Entrate starebbe spingendo per alzare la soglia almeno al 75 per cento.

Qualche certezza in più invece arriverà sul delicato tema del raddoppio dei termini di accertamento: la notitia criminis dovrà essere attivata entro gli ordinari termini di accertamento. Oggi sta accadendo invece che si riesce a procrastinare la scadenza dei termini di accertamento mediante rilievi formulati dopo lo spirare dei termini ordinari solo perché si "connette" al rilievo un elemento di reato tributario. La conseguenza è che in molti casi si assiste a un raddoppio dei termini del tutto lesivo della certezza del diritto.

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Il decreto-legge sblocca Italia è passato con 157 voti al Senato dopo essere già stato approvato alla Camera. Via libera dunque a quelle misure che prevedono lo sblocco dei cantieri, che partiranno con tempi più certi, agli interventi contro le calamità naturali, all'introduzione di diverse semplificazioni per l'edilizia, alla realizzazione della banda larga e ultralarga, e ad alcuni vantaggi fiscali per il rilancio del mercato immobiliare fortemente compromesso da questi anni di crisi. Kamsin A spiccare nel decreto, infatti, sono soprattutto le norme sul cosiddetto pacchetto casa, quella parte del contenuto che, secondo le intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe aiutare a far riprendere il mercato immobiliare.

Come già anticipato sulle pagine di pensionioggi.it nei giorni scorsi, il decreto sblocca Italia prevede un bonus per chi acquista una casa nuova o un appartamento ristrutturato da un costruttore pari al 20 per cento del prezzo d'acquisto in 8 anni fino ad un importo massimo di 300 mila euro.

Per la fruizione del bonus, l'acquirente dovrà affittare l'immobile per 8 anni ad un canone calmierato. Nello specifico, l'immobile deve essere dato, entro 6 mesi, in locazione per almeno otto anni continuativi e il  canone di locazione non deve essere superiore a quello previsto per le locazioni di edilizia convenzionata, ovvero non superiore al minore importo tra il canone concordato e il  canone
speciale

Per la fruizione del bonus, inoltre, l'immobile deve avere destinazione residenziale e non appartenere alle categorie catastali A/1 (abitazione di tipo signorile), A/8 (ville) e A/9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici); non deve essere ubicato nelle parti del territorio destinate ad usi agricoli (zone omogenee classificate E ai sensi del D.M. n. 1444 del 1968); deve conseguire prestazioni energetiche certificate in classe A o B; e tra locatore e locatario non devono sussistere rapporti di parentela entro il primo grado.

Tra le altre novità, il decreto prevede la possibilità per le amministrazioni comunali di concedere particolari esenzioni fiscali per le comunità di cittadini che decidono di provvedere in proprio a funzioni di decoro urbano come il mantenimento delle aree verdi, la risistemazione di piazze e strade. L'esenzione sarà concessa per un periodo limitato e definito per specifici tributi e per attività individuate dai comuni in anticipo.

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