Bernardo Diaz

Bernardo Diaz

Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.  

La facoltà di opzione sarà a disposizione dei soli lavoratori del settore privato con l'esclusione dei lavoratori domestici e del settore agricolo. Chi opera per la liquidazione mensile del TFR sarà vincolato alla sua decisione fino alla scadenza del triennio.

Kamsin Con la presentazione ufficiale del disegno di legge di stabilità in Parlamento, il Governo ha confermato l'anticipo del TFR in busta paga. L'articolo 6 del disegno di legge di stabilità prevede in via sperimentale, per i periodi tra il primo marzo 2015 e il 30 giugno 2018, che i lavoratori dipendenti del settore privato possono richiedere di percepire in busta paga, come parte integrativa della retribuzione, le quote maturande del TFR. La scelta può essere effettuata da tutti i dipendenti di datori di lavoro privati, i quali abbiano una anzianità di servizio presso lo stesso datore di lavoro di almeno 6 mesi ad esclusione dei lavoratori domestici e del settore agricolo. Una volta effettuata la scelta il vincolo sarà triennale.

L'operazione comporterà tuttavia che tali somme saranno soggette a tassazione ordinaria e non separata. Di conseguenza, immaginando una aliquota marginale media del 27 per cento, per ogni 100.000 euro corrisposti ai dipendenti lo Stato chiederà 27.000 euro di imposte. A guadagnarci dunque, oltre che i lavoratori, sarà soprattutto lo stato considerato infatti che se il TFR restasse in azienda, o venisse trasferito alla tesoreria dell'Inps o alla previdenza complementare, le entrate dello Stato si attesterebbero ad un livello molto più basso.

Da un punto di vista reddituale inoltre la misura dovrebbe comportare diversi effetti per il lavoratore. Infatti le elargizioni saranno cumulate con il reddito del periodo d'imposta che quindi, come già anticipato, sarà tassato in modo ordinario, incidendo altresì sulla determinazione delle detrazioni d'imposta, degli assegni familiari e dell'ISEE. La somma sarà tuttavia esclusa dal reddito complessivo valutabile ai fini della percezione del bonus di 80 euro, anch'esso confermato nella legge di stabilità. Il TFR in busta paga inoltre non sarà soggetto a contribuzione previdenziale.

L'opzione sarà disponibile anche per i lavoratori che stanno versando il TFR in un fondo di previdenza complementare. Durante quel periodo, quindi, l'accantonamento al Fondo sarà costituito solo dal contributo del dipendente e del datore di lavoro mentre la quota del TFR finirà in busta paga del prestatore.

La scelta comunque è irrevocabile fino al 30 giugno 2018. Di conseguenza il lavoratore che abbia scelto di avere il TFR in busta paga non potrà, prima di tale data, tornare sui suoi passi. Per i lavoratori che non chiederanno la liquidazione mensile in busta paga del TFR rimarranno in vigore le previgenti scelte, cioè il trasferimento della somme al fondo pensione sia con modalità esplicita che tacita, oppure il suo mantenimento in azienda sino alla cessazione del rapporto di lavoro.

Gli effetti sulle imprese dovrebbero essere neutri in quanto la bozza del ddl prevede che i datori di lavoro possono accedere un finanziamento bancario assistito sia dalla garanzia di un fondo costituito presso l'Inps, sia da una garanzia dello Stato. Il finanziamento potrà essere concesso da una delle banche che aderiranno l'accordo tra Abi e governo, indicando il TFR maturato dei dipendenti attraverso una particolare procedura di certificazione che dovrà essere rilasciata dall'INPS.

Zedde

Tra le novità approvate alla Camera dei Deputati con la prima lettura del decreto governativo Sblocca Italia c'è uno sconto sul patto di stabilità. Ne beneficeranno, in particolare, le amministrazioni comunali virtuose nel pagamento dei debiti che hanno investito in opere pubbliche. Kamsin Nello specifico il dl stabilisce l'esclusione dal patto di stabilità interno dei pagamenti effettuati dai Comuni per investimenti in opere, oggetto di segnalazione entro il 15 giugno 2014 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La deroga viene concessa nel limite di 250 milioni di euro per l'anno 2014 e viene disposta, altresì, l'esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno per gli anni 2014-2015, per un importo di 300 milioni di euro, dei pagamenti dei debiti in conto capitale certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2013 sostenuti successivamente all'entrata in vigore del d.l 133 2014.

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Sono oltre 20 le misure sulle quali la commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha chiesto lo stralcio dalla legge di stabilità a partire da alcune norme micro-settoriali e di carattere ordinamentale. Kamsin Escono, ad esempio, i 10 milioni per l'imprenditoria giovanile in agricoltura; la possibilità per la polizia giudiziaria di utilizzare i carburanti per autotrasporto sottoposti a sequestro ai fini della successiva confisca; vengono meno anche le norme sul ridimensionamento della Rappresentanza Sindacale di forze armate e delle forze di polizia. Non servirà più l'autorizzazione per Invalsi per far scattare le assunzioni straordinarie.

Lo stop ha riguardato la norma che intendeva consentire la cessione di attività immobiliari e della quote partecipate della Rai, così come i 100 milioni per i lavoratori socialmente utili di Napoli e Palermo.

Ad ogni modo il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione scadrà il prossimo 7 novembre ma già lunedì partirà il giro delle audizioni con Banca d'Italia, Confindustria, Istat e Corte dei Conti. Un iter che sarà comunque chiuso entro il 20 Novembre dato che, secondo il calendario di Montecitorio, il ddl dovrebbe sbarcare in Aula a Montecitorio il prossimo 24 novembre.

Possibile la presentazione di emendamenti al testo del disegno di legge per introdurre correttivi alle pensioni, capitolo che è stato completamente dimenticato dall'esecutivo.

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La Camera ha dato il via libera al decreto che ora passerà al Senato per la sua definitiva conversione in legge. Imu ridotta a chi riduce l'affitto all'inquilino.

Kamsin I Comuni potranno riconoscere un'aliquota Imu ridotta al locatore che concordi una riduzione del canone di affitto con l'inquilino. In ogni caso gli atti di riduzione dei canoni di locazione saranno esenti da imposte di registro e di bollo. Sono alcune delle novità contenute nel decreto legge sblocca Italia, dl 133/2014, approvato questa settimana dalla Camera dei Deputati con 278 voti favorevoli e 161 contrari.

Il testo ora passa al Senato anche se, si ritiene, difficilmente Palazzo Madama potrà cambiare nuovamente il testo del decreto dato che, il provvedimento va convertito definitivamente in legge entro il prossimo 11 novembre pena la sua decadenza.

Il nuovo testo rivede in diversi punti il provvedimento governativo confermando comunque diverse agevolazioni in materia di edilizia. Da un lato il decreto modifica la definizione di manutenzione straordinaria dell'edilizia, ritenendo sufficiente per tali interventi, il semplice rispetto della volumetria complessiva degli edifici, e comprendendo, quindi, anche le opere di frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari preesistenti. Non sarà più necessario, quindi, il permesso di costruire per interventi di ristrutturazione edilizia, che comportino un aumento di unità immobiliari, modifiche del volume o delle superfici dell'immobile.

I termini per il rilascio del permesso di costruire vengono raddoppiati solo nei casi di progetti particolarmente complessi. Con il provvedimento, poi, si introducono sanzioni pecuniarie oscillanti tra 2 e 20 mila euro in caso di mancato rispetto dell'ordine di demolizione degli abusi edilizi,  con piena responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente. Viene introdotta, inoltre, la definizione di interventi di conservazione e si codifica una nuova ipotesi di permesso di costruire in deroga alle destinazioni d'uso per gli interventi di ristrutturazione edilizia effettuate anche in aree industriali dismesse al fine di incentivare le opere di recupero di tali zone.

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La dichiarazione dei redditi precompilata arriverà a casa dei lavoratori dipendenti e pensionati entro il prossimo 15 Aprile. Dal 2016 la dichiarazione conterrà anche le spese sanitarie.

Kamsin È arrivato ieri il via libera al decreto legislativo che introdurrà a partire dal 2015 il 730 precompilato. La novità riguarderà i lavoratori dipendenti e pensionati che da partire dal 2015 inizieranno a ricevere la dichiarazione dei redditi comodamente a casa.

Il modello sarà redatto dall'Agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni che il fisco ha reperito dall'anagrafe tributaria integrate con i dati trasmessi da terzi come ad esempio banche, Assicurazioni ed enti previdenziali nonché quelli contenuti nelle certificazioni dei sostituti d'imposta. Che  dovranno comunicare i redditi da lavoro e le trattenute entro il mese marzo pena una sanzione pari a 100 euro per ciascun lavoratore.

All'interno compariranno anche le spese detraibili a conoscenza del fisco ( come ad esempio il bonus per le ristrutturazioni edilizie) mentre, dal 2016, saranno inserite anche le detrazioni sulle spese sanitarie. La novità principale consiste nel fatto che il contribuente se accetterà la ricostruzione dei redditi fatta dall' Agenzia delle Entrate non subirà più accertamenti per l'anno fiscale in questione e chiuderera' la sua partita con il fisco.

La dichiarazione sarà fornita online al contribuente entro il 15 aprile di ciascun anno e il cittadino potrà accettarla oppure modificarla, rettificando i dati e aggiungendo eventuali detrazioni sfuggite al fisco. Per farlo potrà anche farsi assistere dal CAF o da professionisti abilitati.

Tra le altre novità approvate dal Consiglio dei Ministri di ieri c'è la soppressione della dichiarazione di successione quando l'eredità, devoluta al coniuge e i parenti in linea retta abbia un valore non superiore a 100.000 euro e non comprenda immobili o diritti reali immobiliari.

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