Redazione

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E' stato approvato dai ministeri vigilanti di welfare, economia e giustizia il Regolamento per il riscatto della Cassa di previdenza forense.

Kamsin Il riscatto degli anni della laurea in giurisprudenza, del servizio militare e di quello civile, nonché del periodo del praticantato potrà essere rateizzato fino a 10 anni con una riduzione dell'interesse da corrispondere dal 4% al 2,75% annuo.

Sono le due modifiche contenute nel nuovo Regolamento per il riscatto della Cassa di previdenza forense approvato ieri dai ministeri vigilanti di welfare, economia e giustizia.  Soddisfatto il vertice della Cassa, perché sono state recepite le modifiche sollecitate e perché, nonostante l'ultima correzione inviata fosse della fine del 2014, "abbiamo atteso oltre due anni per il via libera".

Novità rilevanti l'opportunità di saldare le somme dovute per riscattare gli anni di studio, di pratica forense e di attività civili e militari in un arco più lungo, "esteso, cioè, da 5 a 10 anni" afferma il presidente Nunzio Luciano. Diritto che potranno esercitare gli avvocati iscritti alla Cassa in regola con le comunicazioni reddituali e col versamento dei contributi, ma pure chi è stato cancellato dalla Cassa, ma conservi il diritto alla pensione di vecchiaia, i titolari di pensione di inabilita', nonché i superstiti che possano così conseguire il diritto alla pensione indiretta.

Gli anni in tal modo «recuperati» comporteranno un aumento di anzianità di iscrizione e contribuzione pari al numero di quelli riscattati. È «un investimento per il futuro della nostra categoria, che godrà di una dilazione importante nell'attuale stagione di crisi economica., va avanti il numero uno dell'Ente. Le nuove norme saranno applicabili (a richiesta dell'interessato) alle domande di riscatto già presentate, per le quali non sia, però, scaduto il termine per la corresponsione della prima rata; il tasso del 2,75% annuo non subirà variazioni, perché «sarà mantenuto per l'intero periodo della rateazione».

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E' stato approvato un emendamento del relatore al disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione che prevede l'assorbimento del corpo forestale nelle altre forze armate. Via libera anche al riordino della polizia provinciale.

Kamsin I corpi di polizia passeranno da 5 a 4 e dagli accorpamenti-assorbimenti almeno per ora resta fuori la polizia provinciale. E' quanto emerge dalla seduta della commissione Affari costituzionali che ha approvato un emendamento del relatore all'articolo 7 della delega sulla P.A.

L'emendamento depositato da Giogio Pagliari (Pd), relatore al provvedimento, prevede infatti una delega al Governo volta alla "razionalizzazione e potenziamento dell'efficacia delle funzioni di polizia anche in funzione di una migliore cooperazione sul territorio al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, tenendo conto delle esigenze connesse all'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56".

Nonchè una ulteriore delega che assicuri il "riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, con conseguente riordino dei corpi di polizia provinciale, nonchè con riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo nelle altre Forze di polizia, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell'ambiente, del territorio, e della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà".

La conferma è arrivata anche dal ministro Madia che ha parlato a margine della riunione della commissione Affari costituzionali di palazzo madama: "l’attuazione della delega Pa all’esame del Senato farà scendere i corpi di polizia da cinque a quattro, con la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e il suo eventuale assorbimento nelle altre forze". L’articolo riformulato per ora esclude dagli accorpamenti-assorbimenti la polizia provinciale, così come avevano chiesto la Ragioneria generale dello Stato e la commissione Bilancio.

Sempre oggi, la conferenza dei capigruppo ha fissato l’approdo in Aula della riforma della Pa nei giorni dal 31 marzo al 2 aprile «ove concluso» l'esame in commissione.

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Zedde

“L’obiettivo della commissione – ha indicato Damiano – e’ quello di intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di contribuire a correggere la riforma Fornero".

Kamsin Sarà in discussione domani in Commissione Lavoro riunita in sede Referente presso la Camera dei Deputati il ddl sui pensionamenti flessibili (ddl 857) promosso dall'Onorevole Cesare Damiano (Pd) e dalla minoranza Dem. E' quanto si legge nell'agenda dei lavori della Commissione diffusa oggi da Montecitorio. Il Presidente della Commissione, Damiano, ha inoltre depositato in Commissione Lavoro il ddl 2945, un nuovo disegno di legge relativo al pensionamento delle lavoratrici fortemente penalizzate dalla Riforma Fornero.

Proprio sulla questione al termine della discussione la Commissione delibererà, inoltre, un’indagine conoscitiva sull’impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne.

Nei giorni successivi sono previste audizioni informali con il ministro del Lavoro, il presidente dell’INPS e le parti sociali, "anche al fine di confrontarsi con la proposta di CGIL, CISL e UIL sulle pensioni" ha indicato Damiano. "Rendere piu’ flessibile il sistema previdenziale vuol dire togliere dalla condizione di poverta’ molti cittadini senza lavoro e in attesa per anni della pensione e favorire lo svecchiamento delle aziende, attraverso il turnover, con l’ingresso dei giovani al lavoro”.

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Zedde

Ad annunciarlo è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, durante la conferenza stampa per la firma della convenzione tra l’Inps e le parti sociali (Confindustria, Cgil, Cisl e Uil) per la raccolta di dati sulla rappresentanza sindacale.

Kamsin "I primi dati che abbiamo" sulle assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione, previste dalla legge di Stabilità, "sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, ossia dall'1 al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, spiegando che l'istituto fornirà "sistematicamente" i dati e "a fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti".

Il riferimento è alla possibilità di non versare i contributi (fino a un tetto di 8.060 euro) previdenziali per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel corso del 2015, introdotta con la legge di Stabilità per il 2015. Dalla decontribuzione sono esclusi premi e contributi Inail. Il presidente dell'Istituto ha anche aggiunto che le persone coinvolte dalle assunzioni potrebbero essere molte di più di quelle 76mila richieste arrivate. Secondo i calcoli della Fondazione dei consulenti del Lavoro, ad esempio, nei primi due mesi del 2015 le persone assunte a tempo indeterminato con gli sgravi contributivi sono state 275.000 e nell'80% dei casi hanno riguardato la stabilizzazione di un rapporto di lavoro precario.

Si tratta di un nuovo segnale incoraggiante per l'economia italiana, reduce da anni di recessione che hanno ancora pesantissimi strascichi a livello sociale. Da Cernobbio, dove si è tenuto il tradizionale forum con i massimi esponenti della finanza, il clima è stato di cauto ottimismo: sia il governatore Visco che il titolare delle Finanze, Padoan, si sono espressi in tal senso. Anche gli operatori hanno dato segnali di risveglio: la metà delle aziende intervistate al Forum ha detto di voler assumere.

Tornando a Boeri, il suo annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa per la firma della convenzione tra Inps, sindacati e Confindustria, sull'attività di raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali. Nel dettaglio dell'accordo, si tratta di una convenzione che ha validità triennale e - ai fini della certificazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali - farà riferimento a quanto stabilito dall'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e del testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014. Per Boeri "è un passo molto importante per assicurare stabilità al sistema delle relazioni industriali e va a colmare un vuoto lasciato sull'articolo 39 della costituzione. E' un fatto importante per la democrazia". Ha aggiunto che l'istituto è pronto a raccogliere le informazioni sulla rappresentanza e "ad aprile partiremo con le prime rilevazioni. E i dati saranno pubblicati ai primi di maggio".

In merito alla possibilità che il governo faccia una legge sulla rappresentanza, ipotesi circolata in questi giorni sulla stampa, ancora Boeri ha osservato: "E' importante che il nostro paese colmi il vuoto sulla seconda parte dell'articolo 39 della costituzione ma se le parti sociali sono in grado di farlo e di autoregolamentarsi non credo sia necessario un intervento legislativo". Altolà netto sul punto di Annamaria Furlan, leader della Cisl: "Renzi, come presidente del Consiglio, farebbe meglio a guardare dove c'è più urgenza di riformare: si occupi della crescita".

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Tre sentenze del Tar del Lazio bloccano il decollo del nuovo Isee relativamente alla valutazione dei redditi per le famiglie in cui sono presenti disabili.

Kamsin Il debutto del nuovo Isee resta complicato. Dopo le polemiche sulla riduzione della platea dei fruitori delle prestazioni socio-assistenziali dovuta alla diversa valutazione della componente patrimoniale rispetto al vecchio modello un altro ostacolo al debutto è giunto dalla giustizia amministrativa. Il Tar del Lazio con tre sentenze gemelle (2454, 2458 e 2459 dell'11 Febbraio) hanno dichiarato illegittimo il Dpcm 159/2013, nella parte in cui fissa i criteri di calcolo del reddito delle famiglie con persone disabili. Sotto i riflettori dei giudici la parte del provvedimento in cui include nel computo ISEE le provvidenze economiche erogate dallo Stato a sostegno della disabilità.

Secondo i giudici amministrativi non è dato comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito che dovrebbe riferirsi a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o risarcitorio a favore delle situazioni di disabilità, quali le indennità di accompagnamento, le pensioni INPS alle persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi INAIL.

Positivo il giudizio dell'Anmil: È con soddisfazione che apprendiamo la notizia dell’accoglimento da parte del Tar del Lazio del ricorso presentato dai familiari dei disabili contro la riforma dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) entrata in vigore a inizio 2015, che ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo del reddito per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate, sfavorevole per le persone con disabilità più gravi”, dichiara il Presidente Franco Bettoni.

E' chiaro che ora gli scenari che si aprono sono due. Se l'esecutivo non accetterà la decisione del Tar la vicenda arriverà sul tavolo del Consiglio di Stato; in caso contrario, come auspicano in molti, il provvedimento potrà essere modificato, magari con una disposizione d'urgenza, per evitare l'allungamento dei tempi.

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