Si rinnova la decontribuzione sud. I datori di lavoro del mezzogiorno potranno fruire dell’esonero pari al 30% dei contributi a loro carico, esclusi i premi Inail, anche nel primo semestre 2024. A spiegarlo è l’Inps nel messaggio n. 4695/2023 diffuso ieri in cui rende noto l'ok dell'UE alla misura per l'occupazione e per «contribuire ai maggiori costi energetici sopportati dai datori di lavoro a causa della crisi ucraina». Per i periodi temporali successivi (è programmata sino al 2029) la fruizione è subordinata ad ulteriori dischi verdi della Commissione Ue.
Decontribuzione Sud
L'incentivo è stato introdotto dal cd. «decreto agosto» (dl n. 104/2020) a favore dei datori di lavoro privati, eccetto agricoli, domestici e imprese operanti nel settore finanziario. L'incentivo opera su tutti i rapporti di lavoro subordinato sia instaurati che instaurandi a condizione che la sede di lavoro sia collocata in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia. Possono fruire dello sgravio, pertanto, anche i datori di lavoro con sede legale in altre regioni. In tal senso il beneficio è fruibile anche dalle agenzie di somministrazione di lavoro ove la prestazione sia svolta in favore di un utilizzatore ubicato in una delle regioni del mezzogiorno.
La misura dell’incentivo è pari al 30% della contribuzione datoriale dovuta (con esclusione dei premi e contributi Inail) negli anni 2021/2025; 20% negli anni 2026/2027; 10% nel biennio 2028/2029. Il bonus non ha un limite individuale di importo; pertanto, trova applicazione sulla percentuale della contribuzione datoriale prevista, senza individuazione di un tetto massimo mensile. E’ cumulabile con altri incentivi nei limiti della contribuzione previdenziale dovuta (es. sgravio contributivo per le assunzioni di over 50 disoccupati da almeno 12 mesi; quello per l’assunzione dei disabili o dei titolari di Naspi).
L'ok dell'Ue
Per consentire l'operatività dell'incentivo, nel periodo di competenza da gennaio a giugno 2024, è stato richiesta autorizzazione all'Ue che l'ha rilasciata il 15 dicembre, riconoscendo alla misura il fine di aiutare effettivamente le imprese colpite dalle gravi perturbazioni dell'economia causate dall'aggressione russa all'Ucraina, dalle sanzioni imposte dall'Unione europea o dai suoi partner internazionali, nonché dalle contromisure economiche adottate finora dalla Russia, preservando i livelli di occupazione. L'Ue ha autorizzato l'esonero fino al prossimo 30 giugno.
Massimale
Con la decisione del 15 dicembre 2023 l'Ue ha innalzato il massimale di erogazione degli aiuti a:
- 335 mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell'acquacoltura;
- 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.
A tal riguardo l'nps spiega che sSe un datore di lavoro opera in più settori per i quali si applicano massimali diversi, per ciascuna di tali attività dovrà essere rispettato il relativo massimale di riferimento e non potrà, comunque, mai essere superato l'importo massimo complessivo di 2,25 milioni di euro per datore di lavoro.