Cresce il numero di padri lavoratori dipendenti che hanno fruito del congedo obbligatorio in occasione della nascita o dall'adozione/affidamento del minore. Nel 2021 la misura è stata concessa in favore di oltre 155mila lavoratori rispetto ai 94 mila del 2016, esordio del beneficio. Lo rende noto l'Inps in un comunicato stampa in cui illustra il tiraggio di uno strumento che nell'ultimo decennio è stato oggetto di una continua revisione.
Congedo obbligatorio
Introdotto dal 2013 in via sperimentale riconosce ai padri lavoratori dipendenti il diritto ad assentarsi dal lavoro (inizialmente per una durata di 2 giorni) entro i cinque mesi dalla nascita del figlio o dall’ingresso in famiglia o in Italia (in caso, rispettivamente, di adozione/affidamento nazionale o internazionale) del minore senza perdere il diritto alla retribuzione (il congedo è, infatti, indennizzato al 100%) ed in aggiunta al congedo obbligatorio riconosciuto alla madre.
La durata è stata progressivamente incrementata sino a raggiungere i 10 giorni, fruibili anche in via non continuativa, dal 2021 (elevabili ad undici in sostituzione della madre in relazione al periodo di astensione obbligatoria). Dal 2022 il congedo diventa strutturale (non ci sarà più bisogno di rinnovarlo anno per anno come accaduto in passato). Questo adeguamento, peraltro, era richiesto dalla direttiva europea 2019/1158 che impone il riconoscimento agli Stati Membri per i padri lavoratori dipendenti un minimo di dieci giorni di congedo in occasione della nascita di un figlio.
L'indennità è corrisposta direttamente dall'Inps ai lavoratori stagionali, agli operai agricoli, ai lavoratori dello spettacolo saltuari a termine, ai lavoratori addetti a servizi domestici e familiari, ai lavoratori disoccupati o sospesi. L'articolo 1, co. 363 della legge n. 178/2020 ha esteso il congedo obbligatorio e facoltativo ai casi di morte perinatale. Sono fuori dal beneficio i padri lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici mancando ancora per questi ultimi il relativo provvedimento attuativo previsto dall’art. 1, c. 8, della L. 92/2012 che ne subordina l’operatività all’approvazione del Ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione.
I dati Inps
I dati Inps mostrano il successo della misura. Dal 2016, infatti, il numero di fruitori è aumentato in modo costante passando da 94.498 a 155.458 lavoratori.