La Uil fa due conti in tasca, trovando un tesoretto di circa 5-6 miliardi di euro sottratti indebitamente dal 2009 ad oggi. Risorse stanziate a vario titolo per interventi nel campo previdenziale e sociale tra cui il fondo lavori usuranti; il fondo lavoro di cura; il fondo per le salvaguardie degli esodati; il fondo per il finanziamento di opzione donna. Di altri fondi, peraltro, ancora non se ne conosce l'entità e, quindi, la possibilità di essere impiegati per gli scopi che erano stati all'uopo preventivati dal legislatore. E' il caso ad esempio del fondo costituito dai proventi derivanti dall'applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro (istituito nel triennio 2014-2016) e del fondo costituito dall'articolo 1, co. 707 della legge 190/2014 per arginare quei (pochi a dire il vero) assegni che con il passaggio dal 2012 al sistema contributivo ci avrebbero guadagnato rispetto al vecchio sistema. Già in passato i sindacati avevano chiesto all'esecutivo di ristorare le risorse drenate da questi fondi in modo da poterle utilizzare per gli interventi che un tempo erano stati promessi.
Fondo Lavori Usuranti
Nel 2009 è stato istituito un fondo con la finalità di finanziare l’accesso alla pensione per i lavoratori che svolgono attività usuranti. Ad oggi sono 1.997 i milioni di euro non utilizzati. Ciò si è verificato poiché il fondo è rimasto inattivo fino al 2010. Dal 2011 al 2014 è stato parzialmente utilizzato, mentre nel 2015, nel 2016 e nel 2017 una parte rilevante delle risorse sono state riallocate e destinate alla copertura di altre poste di bilancio. Va comunque precisato che si tratta di una stima prudenziale. Il totale delle risorse non utilizzate, infatti, è sicuramente superiore poiché non è disponibile il dato effettivo di spesa e i relativi risparmi per gli anni che vanno dal 2011 al 2014 - per i quali il minimale utilizzo della norma fa presupporre risparmi pari a circa 1 miliardo di euro.
Fondo a sostegno delle politiche sociali e familiari per le lavoratrici
Nel 2010, a seguito della sentenza della Corte europea, si procedette all’innalzamento dell’età di pensione per le donne del pubblico impiego, equiparandola a quella degli uomini. Contemporaneamente fu istituito un fondo nel quale dovevano confluire le risorse risparmiate da tale provvedimento per sostenere il lavoro di cura e il ruolo sociale delle lavoratrici. In quel fondo dal 2010 ad oggi sarebbero confluiti oltre 3 miliardi, rimasti inutilizzati poiché lo stesso non è stato mai attivato.
Salvaguardie Pensionistiche
Rispetto alle risorse allocate per le salvaguardie degli esodati, resesi necessarie per sanare un marchiano errore della Legge Fornero, sono stati risparmiati oltre 700 milioni di euro. Per l’ottava salvaguardia a fronte delle 30.700 domande previste ne sono state accolte meno della metà e per tale ragione lo scorso anno le risorse inutilizzate sono state incamerate nel Bilancio Statale per altri fini.
Il Regime sperimentale per le lavoratrici
La Legge di stabilità 2016, al fine di portare a conclusione la sperimentazione della cosiddetta “opzione donna”, ha disposto che fossero allocate risorse pari a 565 milioni di euro a copertura di 25.000 possibili pensionamenti, prevedendo, inoltre, che le risorse non utilizzate dovessero essere destinate a misure con finalità analoghe a quelle di opzione donna. Misure mai attuate. Come evidenziato da più fonti del settore la platea è stata abbondantemente sovrastimata è quindi presumibile che da tali stanziamenti possano derivare significativi risparmi.
In definitiva, segnala la Uil, sommando i 1.997,6 milioni di euro relativi al fondo lavori usuranti non utilizzati, ai 3.074 milioni di euro relativi al fondo per il sostegno delle politiche sociali, agli oltre 700 milioni di euro relativi alle salvaguardie si ottengono quasi 6 miliardi di euro di risorse preventivamente destinate a fondi connessi a fini previdenziali e non utilizzati a tal proposito. Risorse che devono essere restituite al sistema previdenziale in occasione della prossima legge di bilancio.