Come noto il Dlgs 147/2017 ha istituito, a decorrere dal 1° gennaio 2018, il Reddito di inclusione (ReI), quale misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale (le domande potranno essere presentate a partire dal 1° dicembre 2017). Come noto per accedere al REI saranno necessarie tre ordini di condizioni: una legata alla cittadinanza e soggiorno del richiedente (il REI può essere concesso ai cittadini italiani e comunitari; familiare di cittadino italiano o comunitario non avente la cittadinanza di uno Stato membro; titolari di diritto di soggiorno o di diritto di soggiorno permanente; cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; il richiedente deve essere residente in Italia per via continuativa da almeno due anni); una seconda legata allo status familiare (potranno godere del REI, in sede di prima applicazione, i nuclei familiari con figli minori o con disabilità o con donna in stato di gravidanza o con disoccupati ultracinquantacinquenni a causa di licenziamento); la terza legata all'accertamento di una condizione di bisogno economico legata al mancato superamento di un determinato livello ISEE e al rispetto di taluni requisiti sul tenore di vita.
Ammessi anche i disoccupati ultra55enni per qualsiasi natura
Ebbene la prima modifica della legge di bilancio sopprime il riferimento alle specifiche circostanze legate allo stato di disoccupazione - per licenziamento, anche collettivo; dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale; aver cessato, da almeno tre mesi, di beneficiare dell'intera prestazione per la disoccupazione - del componente di età pari o superiore a 55 anni.
Pertanto, dal 1° gennaio 2018 quali requisiti transitori per accedere al ReI in fase di prima attuazione rimangono: minore, disabile, donna in stato di gravidanza, componente di età pari o superiore ai 55 anni in stato di disoccupazione. Ad esempio, anche gli ultra55enni la cui disoccupazione sia conseguenza della scadenza del contratto a termine in un primo tempo esclusi, avranno diritto alla REI (a condizione naturalmente di rispettare gli altri requisiti economici e di tenore di vita).
Dal 1° Luglio 2018 la prestazione sarà estesa a tutte le famiglie
La seconda modifica estende dal 1° luglio 2018, la platea dei beneficiari a tutte le famiglie in condizioni di difficoltà economica: decadono infatti i requisiti collegati alla composizione del nucleo familiare richiedente, di cui vengono considerate esclusivamente le condizioni economiche. Da tale data, i nuclei familiari richiedenti dovranno quindi solo risultare in possesso dei requisiti cittadinanza e soggiorno, di quelli riferiti alla condizione economica e al godimento di beni durevoli e ad altri indicatori del tenore di vita elencati dall’articolo 3, comma 1, del D.Lgs. 147/2017. La novità è degna di nota perchè consentirà l'accesso al REI anche ai nuclei familiari che non hanno un minore, un disabile, un disoccupato ultra55enne o una donna in stato di gravidenza, e la misura assumerà carattere universale.
Più alto il beneficio economico per le famiglie numerose
La terza modifica proposta nella Legge di Bilancio per il 2018 è l'incremento del massimale annuo riferito alla componente economica del ReI del dieci per cento rispetto al valore dell'assegno sociale, incrementandolo così a 6.406,4 euro. In termini sostanziali, poiché l’unica tipologia familiare con beneficio potenziale sopra il massimale è, a legislazione vigente, quella dei nuclei con 5 o più componenti, viene accresciuto il beneficio massimo del ReI per tali nuclei dagli attuali 485,41 euro mensili fino a circa 534 euro (si veda tavola sottostante).
Secondo la relazione tecnica al provvedimento l’incremento del massimale comporta anche un leggero incremento della platea di beneficiari che, per questa tipologia, passano da un numero di 100,1 mila a 106 mila, mentre nel complesso i beneficiari potenziali del ReI si attestano a 499,8 mila.
L’estensione della platea dei beneficiari e l’incremento del beneficio sono resi possibili da un maggiore impegno finanziario. Lo stanziamento del Fondo Povertà viene incrementato di: 300 milioni nel 2018; 700 nel 2019; 665 milioni nel 2020; 637 milioni annui a decorrere dal 2021. Viene inoltre previsto, dal 2020, un incremento dello stanziamento del Fondo per finalità da individuare con il Piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale pari a: 235 milioni di euro nel 2020; 263 milioni di euro annui a decorrere dal 2021.
Approfondimenti: Come Funziona il reddito di inclusione