Il documento certifica la transizione graduale dal vecchio SIA, il sostegno per l'inclusione attiva, al ReI: nei primi nove mesi del 2018 ci sono ben 1.114.896 persone (in 378.556 famiglie) beneficiare del ReI mentre altre 41.901 persone (in 10.798 famiglie) nel IV bimestre del 2018 sono state ancora interessate dal Sia (il sostegno di inclusione attiva) che da quest'anno ha chiuso i battenti per lasciare spazio al REI. Sommando questi trattamenti a quelli del REI emerge che le misure contro la povertà hanno raggiunto circa 388mila nuclei e oltre un milione di persone.
Premiato il sud
La maggior parte dei benefici vengono erogati nelle regioni del sud (69%) con interessamento del 72% delle persone coinvolte. Il 47% dei nuclei beneficiari di REI, che rappresentano oltre il 51% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni: Campania e Sicilia; a seguire Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia coprono un ulteriore 28% dei nuclei e il 27% delle persone coinvolte. Il tasso di inclusione del REI, ovvero il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, risulta nel periodo considerato a livello nazionale pari a 184; raggiunge i valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente pari a 540, 517, 389) ed i valori minimi in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige (pari in entrambi i casi a 23).
L'Inps registra 208 mila nuclei con minori (pari al 55% dei nuclei beneficiati); mentre 68mila sono i nuclei con presenza di persone disabili (pari al 18% dei nuclei beneficiati) e il 10% dei nuclei percettori di ReI risulta extracomunitario, per cittadinanza del richiedente la prestazione, con una incidenza maggiore nelle regioni del Nord dove si raggiunge il 30% del totale delle prestazioni erogate. Il dato diminuisce al centro dove si registra il 21% ed appena il 3% al sud.
Il documento pubblicato dall'Inps mostra anche un interessante aspetto. Se sino al giugno 2018 la maggior parte dei nuclei beneficiari è risultato avere tra i 3 e 4 componenti a partire da luglio 2018 la classe modale si è capovolta ed oltre il 43% dei nuovi beneficiari è risultato essere monocomponente. Ciò è dovuto all'allentamento dei requisiti per l'accesso al REI scattato, come noto, dal 1° luglio 2018 che ha generato un balzo delle nuove concessioni. Dal 1° luglio 2018, infatti, sono venuti meno i requisiti collegati alla composizione del nucleo familiare richiedente, di cui vengono considerate esclusivamente le condizioni economiche. Da tale data, i nuclei familiari richiedenti devono, quindi, solo risultare in possesso dei requisiti cittadinanza e soggiorno, di quelli riferiti alla condizione economica e al godimento di beni durevoli e ad altri indicatori del tenore di vita elencati dall’articolo 3, comma 1, del D.Lgs. 147/2017. Dal 1° luglio, in sostanza, hanno accesso al REI anche i nuclei familiari che non hanno un minore, un disabile, un disoccupato ultra55enne o una donna in stato di gravidanza.
A seguito della suddetta modifica l'Inps registra a luglio un incremento dei “ nuovi ” nuclei beneficiari di ReI del 76% rispetto al mese di giugno; le decorrenze nel periodo luglio - settembre 2018 sono 101 mila, di cui il 43% è imputabile a nuclei senza il possesso dei requisiti familiari precedentemente richiesti ai fini della concessione del beneficio. L'ingresso dei nuovi nuclei, in gran parte monoparentali, precedentemente esclusi ha pure fatto abbassare l'importo medio erogato da 308 euro a 295 euro. In futuro la tendenza dovrebbe progressivamente irrobustirsi.
Documenti: I dati dell'osservatorio Inps