Decreto Pensioni, La Camera valuta il potenziamento della base di calcolo per i rimborsi

Davide Grasso Lunedì, 08 Giugno 2015
I trattamenti interessati dal blocco dell'indicizzazione saranno rivalutati in una forchetta ricompresa tra il 40 ed il 10% per il biennio 2012-2013. Resta il congelamento oltre i 2800-2900 euro.
La rivalutazione dei trattamenti superiori a tre volte al minimo interessati dal decreto legge sulla rivalutazione sono un rebus. Ed il rischio è che i rimborsi per i pensionati il prossimo 1° Agosto 2015 possano essere complessivamente minori rispetto a quanto annunciato dal Governo. Soprattutto per le classi di assegni ricomprese tra le cinque e le sei volte il minimo. E' quanto hanno sottolineato oggi in Audizione presso la Commissione Lavoro alla Camera i sindacati dei pensionati chiamati a dare un parere circa gli effetti rivalutativi del decreto legge 65/2015, il provvedimento varato dal Cdm a fine maggio per rispondere alla sentenza della Corte Costituzionale sul blocco biennale dell'indicizzazione.

Secondo il decreto governativo i trattamenti pensionistici coinvolti nella sentenza della Consulta saranno rivalutati, nel biennio 2012-2013, del 100% sino a tre volte il minimo; del 40% sino a 4 volte il trattamento minimo; del 20% sino a 5 volte e del 10% sino a 6 volte. Mentre nessuna rivalutazione sarà concessa agli assegni superiori a 6 volte il minimo, cioè oltre i 2810 euro lordi (c'è però una fascia di garanzia sino ai 2.818 euro). Nel biennio 2014-2015 la rivalutazione viene riconosciuta per tutte le fasce al 20% di quanto attribuito nel biennio 2012-2013 limite che poi passa al 50% dal 1° gennaio 2016. Quindi gli importi di rivalutazione dovrebbero (il condizionale è ancora d'obbligo) scendere rispettivamente all'8 al 4 e al 2 per cento sostituendo - e questo è il punto piu' controverso del decreto - il meccanismo rivalutativo piu' generoso previsto dalla legge 147/2013 e poi passare rispettivamente al 20, 10 e 5 per cento nel 2016. Dal 2017 la perequazione cambierà di nuovo (probabilmente in senso piu' favorevole). Qui è possibile stimare gli effetti del decreto appena varato dal Governo sugli assegni.

Per evitare effetti distorsivi sugli assegni dei pensionati i sindacati chiedono opportune garanzie all'esecutivo. «In particolare sarebbe opportuno aumentare la percentuale di rivalutazione per il 2012-2013 e utilizzare quella del 2013 come base di calcolo per gli anni successivi» ricordano dallo Spi Cgil. Sulla necessità di chiarire il meccanismo studiato dal Governo per limitare i danni della Consulta ha chiosato anche Anna Giacobbe (Pd), relatrice al provvedimento: «nel corso nell’iter parlamentare, si tenterà di esplicitare meglio la base di calcolo della rivalutazione».

Il presidente della Commissione, Cesare Damiano, ha indicato di voler quindi approfondire se c'è uno spazio di intervento per potenziare la base di calcolo della rivalutazione. Pare invece non esserci possibilità di garantire i rimborsi ai trattamenti superiori a 6 volte il minimo inps (cioè oltre i 2810 euro lorde al mese).

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