Secondo il decreto governativo i trattamenti pensionistici coinvolti nella sentenza della Consulta saranno rivalutati, nel biennio 2012-2013, del 100% sino a tre volte il minimo; del 40% sino a 4 volte il trattamento minimo; del 20% sino a 5 volte e del 10% sino a 6 volte. Mentre nessuna rivalutazione sarà concessa agli assegni superiori a 6 volte il minimo. Nel biennio 2014-2015 la rivalutazione viene riconosciuta per tutte le fasce al 20% di quanto attribuito nel biennio 2012-2013 limite che poi passa al 50% dal 1° gennaio 2016. Si tratta di cifre che, secondo quanto diffuso dall'ufficio bilancio della Camera, coprono in media il 10-15% di quanto lasciato sul terreno in questi anni. Questi importi, inoltre, non entreranno a far parte dell'assegno, come lasciava intuire il decreto ad una prima lettura, ma saranno corrisposti come una somma in aggiunta versata ogni anno sul valore dell'assegno. Una sorta di conguaglio con la particolarità che il primo importo sarà erogato a titolo di arretrato sul biennio 2012-2013 in occasione del pagamento delle pensioni di Agosto.
A vario titolo le proposte emendative chiedono di potenziare la base di calcolo della rivalutazione (Sel e M5S chiedono in particolare il ripristino della rivalutazione in modo integrale con l'apposizione di una tassa sui grandi patrimoni), piu' contenute le richieste dei dem con il tandem Gnecchi-Damiano che si limita, piu' prudenzialmente, a chiedere l'aggancio del meccanismo rivalutativo alla legge 147/2013 a decorrere dal 1° gennaio 2014 e al ripristino della legge 388/2000 a partire dal 2017. Che tradotto significherebbe mettere qualche euro in piu' in tasca dopo il rimborso di Agosto rispetto a quanto prevede la versione attuale del decreto legge. Da segnalare anche alcuni emendamenti a firma dei grillini che consentirebbero agli interessati di rinunciare all'una tantum per destinare le somme ad interventi "generici" in favore della previdenza. I dem chiedono poi che la sterilizzazione del tasso di capitalizzazione del montante contributivo per chi esce nel corso del 2015 non sia recuperato tramite una riduzione del medesimo tasso negli anni successivi. Altri emendamenti riguardano l'incremento delle risorse stanziate per il finanziamento dei contratti di solidarietà.