Decreto Pensioni, lunedì pronte le linee guida. Il provvedimento ufficiale slitta a fine mese

redazione Venerdì, 15 Maggio 2015
Zanetti:"Se si dovesse fare tutto in fretta presentando lunedì il dl definitivo l'unica scelta sarebbe quella di inserire la sola gradualità in base all'entità dell'assegno".

Kamsin L'affaire rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo inps (oltre cioè i 1450 euro lordi al mese) non sarà deciso a breve. Nel consiglio dei ministri di lunedì prossimo il Governo avrebbe in programma infatti la discussione delle sole linee guida ma il decreto vero e proprio (che fisserà tempi, soglie e modalità di rimborso) sarà adottato tra qualche settimana. A fine maggio o agli inizi di giugno. Fonti vicine all'esecutivo fanno sapere che serve maggior tempo per studiare le coperture per restituire i denari sottratti con il blocco nel biennio 2012-2013 dell'indicizzazione degli assegni cassato dalla Consulta. Il sospetto è comunque che si voglia far passare la tornata elettorale per sterilizzare gli effetti di una decisione impopolare sulle urne. 

Il Viceministro Morando ha indicato l'altro giorno in Senato infatti la strada da seguire: una sorta di equilibrismo tra i rilievi della Consulta e le esigenze di bilancio dello Stato. Non c'è alcun obbligo, afferma Morando, di restituire tutto a tutti: se così si facesse, rispettando alla lettera la decisione della Corte, si creerebbe un buco nel bilancio e salterebbe la regola del debito ed il deficit del 3% concordato con l'Ue.

L'ipotesi suggerita da Morando è invece quella di rimuovere le due ragioni che hanno portato la Corte a bocciare la normativa: perché «sospendeva l'indicizzazione per due anni e non per uno, come era accaduto in precedenza»; e perché il blocco riguardava anche pensioni più basse rispetto agli interventi del passato e non prevedeva un'applicazione progressiva, in base al reddito, dei tagli alla rivalutazione. In sostanza per rispondere alla sentenza l'esecutivo da un lato dovrebbe prevedere un meccanismo di indicizzazione decrescente al salire del reddito pensionistico e alzare la soglia oltre la quale non si prende nulla. Dall'altro però potrebbe limitarsi a restituire l'indicizzazione persa per uno solo dei due anni di blocco e non per entrambi.

Il metodo è condiviso anche dal sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti di Scelta Civica che ha sottolineato come "per avere il tempo di prevedere una progressività non solo a partire dagli assegni superiori a tre volte il minimo, fino ad una certa soglia che Sc indica a 5mila euro lordi (circa 10 volte il trattamento minimo), ma anche per una gradualità che tenga conto dell'allineamento tra assegno e contributi servono ancora alcune settimane di tempo".

Da qui la considerazione che, aggiunge, "il compromesso ideale, non per motivi elettorali ma per una reale equità, sia varare al cdm di lunedì delle norme procedurali sulle pensioni senza cifre ma solo i criteri generali della gradualità rinviando di qualche settimana la soluzione definitiva con soglie e relative coperture".

Inoltre "per inserire il principio della progressività anche in base all'allineamento con i contributi serve un po' di tempo in più per fare i calcoli necessari, assicurando però una decisione finale che non sia a rischio iniquità".

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Zedde

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