Il progetto di legge, elaborato con il contributo dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, intende adeguare le norme in materia di trattamenti e tutele spettanti a coniuge e figli delle vittime e degli invalidi del lavoro alle recenti evoluzioni negli orientamenti giurisprudenziali. Nel 2012 la Corte di Cassazione, in riferimento all'obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, ha infatti confermato che tale obbligo sussiste anche se il figlio ha superato la maggiore età ma non ha raggiunto una situazione di indipendenza economica per motivi a lui non imputabili (Cassazione, sentenze n. 1773 dell’8 febbraio 2012, n. 2171 del 15 febbraio 2012 e n. 5174 del 30 marzo 2012).
Pur se in un ambito diverso - ricordano i firmatari - è opportuno evidenziare che la sostanza di queste considerazioni deve essere considerata nell'esaminare il contenuto delle condizioni in base alle quali i figli di invalidi o vittime del lavoro percepiscono le erogazioni INAIL. L'Anmil chiede pertanto l'estensione della corresponsione delle quote integrative della rendita nei confronti dei figli degli invalidi o delle vittime del lavoro che si trovino in condizioni reddituali di bisogno anche oltre il raggiungimento della maggiore età, sino a 30 anni, nelle ipotesi piu' estreme. GamsinIl costo finanziario dell'operazione è pari a 10milioni di euro annui a decorrere dal 2015. All'interno del provvedimento c'è anche da segnalare una disposizione sul collocamento obbligatorio, che dà ai familiari e ai congiunti delle vittime di infortuni sul lavoro e di malattie professionali un rilievo pari a quelli delle vittime della criminalità organizzata.