Opzione Donna, Il Tar del Lazio declina il ricorso sulla pensione anticipata

Eleonora Accorsi Mercoledì, 18 Novembre 2015
Il Tar del Lazio ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione sulla class action relativa all'opzione donna. L'Inps tuttavia dovrà comunicare alle lavoratrici in tempi certi la possibilità o meno di fruire del pensionamento anticipato.
Si chiude con un nulla di fatto il ricorso promosso dal Comitato Opzione Donna volto ad annullare le Circolari Inps 35 e 37 del 14 Marzo 2012. Il Tar del Lazio con la sentenza 4733/2015 depositata ieri ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione sul merito della questione.

La vicenda, com'è noto, verteva sulla possibilità di ammettere al regime sperimentale le lavoratrici che hanno maturato i requisiti per l'esercizio del diritto all'opzione donna (57 anni e 35 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2015, ai sensi dell'articolo 1, comma 9 della legge 243/04, dopo che le due Circolari dell'Inps del 2012 avevano inteso la data limite del 31 dicembre 2015 come termine ultimo per la maturazione della decorrenza della pensione e non dei requisiti per l'esercizio dell'opzione. Il Tar del Lazio ha tuttavia respinto il ricorso indicando, da un lato, che le richieste delle ricorrenti esulano dall'oggetto della class action, dall'altro, che il ricorso è inammissibile per difetto di giurisdizione posto che le interessate, avendo cessato il rapporto di lavoro, avrebbero dovuto presentare il gravame presso gli organi della magistratura ordinaria.

Il Tar ha tuttavia indicato che le domande di pensionamento delle lavoratrici coinvolte nella vicenda, tenute in stand-by ai sensi del messaggio inps 9304/2014, devono essere evase nei tempi stabiliti dalla Carta dei Servizi dell'Inps. A queste domande, in sostanza, l'Istituto dovrà fornire una risposta di accoglimento o di rigetto in tempi certi non potendole tenere in sospeso sine die come accaduto sino ad oggi. "La sospensione del giudizio circa l'accoglimento o il rigetto di tali domande, precisa il Tar, non è giustificata neppure se si voglia aver riguardo alle numerose disposizioni normative che tra l’entrata in vigore del cd. Decreto salva Italia e la data di adozione del messaggio citato si sono succedute andando anche a modificare i termini o le modalità di attribuzione dei trattamenti pensionistici tutte ratione temporis certamente conosciute dall’INPS alla data del 2 dicembre 2014 e che potevano indirizzare l’azione amministrativa o quanto meno consentire una risposta alle istanze delle ricorrenti anche se negativa".

E' facile tuttavia prevedere che la maggior parte di queste domande saranno accolte dato che la legge di stabilità introduce la possibilità di continuare a fruire dell'opzione donna sino a tutto il 2015, come chiedevano le promotrici del ricorso al Tar  

Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati