Pensioni, Ai lavoratori dello spettacolo assegno più alto del 40% rispetto ai contributi versati

Gemma Fabiani Sabato, 21 Novembre 2015
Il 93% dei pensionati dello spettacolo che ha lavorato prevalentemente a tempo indeterminato in imprese radiofoniche, televisive o di audiovisivi ha un assegno superiore a quello che avrebbe avuto utilizzando il metodo di calcolo contributivo.
I lavoratori dello spettacolo godono di un trattamento pensionistico più elevato nel 93% dei casi rispetto a quanto spetterebbe loro in base al calcolo contributivo; l'assegno risulta mediamente gonfiato tra il 20 ed il 40% rispetto ai contributi versati. E' quanto emerge dalla scheda diffusa ieri dedicata ai lavoratori dello spettacolo iscritti all'Enpals, Fondo che dal 2011 è assorbito all'interno dei fondi sostitutivi dell'assicurazione generale obbligatoria, nell'ambito della cosiddetta operazione trasparenza 'Inps a porte aperte'.  L'Inps ricorda che questi lavoratori godono di diversi benefici che si riverberano sia sulla misura dell'assegno, sia sull'età pensionabile

Dal 1997 questo comparto è distinto in tre diversi gruppi: il Gruppo A che riguarda coloro che prestano a tempo determinato, attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli. Tale categoria di lavoratori si caratterizza per essere titolare di rapporti di lavoro brevi, discontinui, con situazioni contributive che, spesso, non consentono l’accesso alle prestazioni pur in presenza di attività svolta per lunghi periodi con caratteri di professionalità.

Il Gruppo B che coinvolge coloro che prestano a tempo determinato attività al di fuori delle ipotesi del Gruppo A. Diversamente dalla precedente categoria, questi lavoratori sono titolari di rapporti di lavoro stagionali e principalmente non collegati con la produzione e la realizzazione di spettacolo;

Infine il Gruppo C che riguarda tutti gli altri lavoratori assunti a tempo indeterminato. Trattasi di rapporti assimilabili a quelli degli altri lavoratori dipendenti e pertanto non si ipotizzano particolari difficoltà per l’applicazione delle innovazioni volte all’armonizzazione della normativa previdenziale speciale con quella in vigore presso l’AGO.

Il requisito dell’annualità di contribuzione richiesto per il sorgere del diritto alle prestazioni si considera soddisfatto con riferimento a: 120 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo A; 260 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo B; 312 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo C.

Calcolo della Pensione. Il sistema di calcolo è stato influenzato dalla Riforma Dini nel 1995 e dalla Riforma Fornero nel 2011. Gli iscritti in possesso di più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 possono vantare l'applicazione del sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011; per gli altri il sistema retributivo si applica sino al 31 dicembre 1995; gli iscritti dopo il 1995 hanno la pensione determinata solo con il sistema contributivo. Particolari vantaggi sono riconosciuti alle quote retributive della pensione accreditate sino al 31 dicembre 1992 in quanto la pensione a carico della gestione veniva determinata sulla base di una quota unica di pensione e la retribuzione giornaliera pensionabile era costituita dalla media aritmetica delle 540 retribuzioni giornaliere più elevate tra quelle soggette a contribuzione effettiva in costanza di lavoro e quelle relative alla contribuzione figurativa, entro il limite del massimale di retribuzione giornaliera.

Il massimale di retribuzione giornaliera pensionabile è, per il 2015, pari a €230,40, mentre il massimale contributivo imponibile è, sempre nel 2015, pari a €731. Le quote retributive eccedenti il tetto della retribuzione pensionabile giornaliera non possono essere valorizzate ai fini del calcolo della pensione. Ciò significa, di fatto, che la contribuzione relativa alle fasce di retribuzione eccedenti i 230,40 euro e fino al raggiungimento del massimale contributivo di €731 si traduce integralmente in contributo di solidarietà. A ciò si aggiunge un ulteriore contributo  di  solidarietà del 5% versato  sulla  parte di retribuzione eccedente il sopraindicato tetto imponibile di €731. 

Il Ricalcolo dell'assegno. L'Inps ha quindi prodotto uno studio, qui sotto disponibile, dell'impatto di quanto inciderebbe il ricalcolo dell'assegno sulle pensioni con decorrenze 2000–2014 i cui beneficiari hanno lavorato prevalentemente a tempo indeterminato e nel settore delle imprese radiofoniche, televisive o di audiovisivi. Dal grafico emerge come il 93% degli assegni erogati risultino superiori all'entità dei contributi versati e come la maggior parte ottenga un assegno più ricco di circa il 20-40% rispetto al contributivo.

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