Damiano tuttavia non nega alcune criticità: Se l'Ape sociale non comporta costi per il lavoratore che vi accede si trova in condizione di difficoltà (disoccupato, invalido, assistenze soggetti con disabilità o svolge lavori gravosi), l'Ape volontario è destinato a tutti coloro che ne fanno richiesta. "È vero che è previsto un esborso di circa il 4,5% per ogni anno di anticipo, ma non a caso nella mia proposta di legge avevo ipotizzato una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo sino ad un massimo dell'8%. Molto dipenderà dagli accordi con banche e assicurazioni. Purtroppo il decreto è in ritardo di 5 mesi: più si tarda e più c'è il rischio che i tassi aumentino e che l'operazione sia meno allettante per i lavoratori".
Secondo l'Ex ministro del Lavoro l'altro nodo essenziale è il legame dell'età pensionabile con la speranza di vita. Questo legame, istituito dal governo Berlusconi, si è poi mantenuto con la manovra Monti-Fornero, ma con un incremento dai 60 ai 67 anni di età, soprattutto per le lavoratrici del settore privato. "Con il senatore Sacconi, presidente della Commissione lavoro di Palazzo Madama, ho lanciato l'appello a rallentare questa salita". Serve necessariamente intervenire dopo che, per la prima volta nel dopoguerra, nel 2015 si è invertito il trend dell'innalzamento dell'aspettativa di vita. E così pare anche nel primo trimestre 2017: un calo dovuto pure alla rinuncia alle cure sanitarie per una parte della popolazione colpita dalla crisi. I 5 mesi in più previsti dal 2019 per il raggiungimento della pensione andranno dunque ribassati.