Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è convinto che non si possa tornare alla situazione precedente la Fornero, ma che si debba comunque valutare un intervento sulle pensioni anche per "aiutare l'occupazione giovanile". E intervenire sulle pensioni non potrà essere a costo zero. Ma da Palazzo Chigi e dal Tesoro frenano: la lista delle misure da introdurre nella Stabilità è lunga e per il premier questa non sembra più essere una priorità dopo il suo annuncio sul taglio delle tasse sulla casa e sulle imprese che sembra aver spazzato via il resto. Una scelta definitiva però ancora non c'è. Nei prossimi giorni si approfondirà necessariamente la discussione interna al governo in vista della legge di Stabilità. Quanto a dimensioni della manovra, un quadro meno incerto si avrà dopo l'aggiornamento del Def in calendario il 20 settembre. Poi entro il 15 Ottobre la situazione sarà chiara. In ogni caso restano sul piatto le modifiche all'opzione donna e sulla settima salvaguardia, provvedimenti che dovrebbero avere il disco verde in quanto non legati direttamente alla flessibilità in uscita.
Il consigliere economico di Renzi nonché commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, è sempre stato netto sulla previdenza: c'è un problema di sostenibilità finanziaria nel breve-medio periodo e le regole europee non consentono spazi. Un'eventuale partita con Bruxelles difficilmente si potrebbe concludere in tempo per la Stabilità. Il confronto in Parlamento è assicurato. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che ha firmato con il sottosegretario all'economia, Pier Paolo Baretta, una proposta di legge che prevede la possibilità di ritirarsi prima del tempo in cambio di penalizzazioni, di fronte all'ipotesi che le pensioni "possano saltare il giro", invita Renzi a chiarire che intenzioni ha il governo viste le attese di una parte consistente del Paese. GamsinDal mondo sindacale il coro di no è unanime. Per il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, "è indispensabile che la legge di Stabilità affronti il tema delle pensioni, introducendo quella flessibilità necessaria da un lato a dare risposte più eque a chi è in procinto di uscire dal mondo del lavoro e dall'altro in grado di consentire l'accesso allo stesso per i giovani". Del resto le coperture "quando vi è l'intenzione, si cercano e si trovano", ha osservato la sindacalista.
Dello stesso avviso il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, convinto che "rinviare ulteriormente questo tema sulla base di un calcolo ragioneristico, perché mancano le coperture finanziarie atte a sostenerlo, sarebbe sbagliato perché le conseguenze dell'aumento repentino dell'età pensionabile, realizzato con la legge Fornero, sono sotto gli occhi di tutti e il mantenimento della rigidità nell'accesso alla pensione rischia di riprodurre nuovi disagi economici e sociali, con effetti negativi sul funzionamento del mercato del lavoro, sulla produttività del sistema economico, e, indirettamente, sulla stessa finanza pubblica".
Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti: "sarebbe letteralmente incredibile se il governo, come da indiscrezioni giornalistiche, rinviasse l'introduzione della flessibilità di accesso alla pensione ripetutamente annunciata negli ultimi mesi dal presidente del Consiglio e dal ministro del Lavoro".