Presto ci potrebbe essere una revisione della misura dei trattamenti di invalidità. Lo ha detto la sottosegretaria al welfare Rossella Accoto rispondendo ad una interrogazione parlamentare presentata ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati assicurando che l’intenzione del Governo di presentare un disegno di legge per riordinare e rafforzare le prestazioni. In tale sede si valuterà anche la possibilità di rivedere gli effetti della perequazione delle pensioni sui limiti di reddito che consentono l’erogazione delle prestazioni di invalidità civile.
La questione riguarda soprattutto gli invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti titolari – oltre al trattamento di invalidità civile di cui alla legge n. 118/1971 – anche di una pensione ordinaria diretta, ai superstiti o anch’essa di inabilità (previdenziale di cui alla legge n. 222/1984). I trattamenti, infatti, sono cumulabili tra loro entro determinati limiti. Tuttavia siccome il limite di reddito annuo personale che consente l’erogazione della prestazione assistenziale è rivalutato con un indice inferiore a quello con il quale sono rivalutate annualmente le pensioni (+1,7% nel 2022), a lungo andare alcuni potrebbero perdere l'assegno assistenziale (circa 290 euro al mese) ove la rivalutazione determinasse lo splafonamento del limite di reddito annuo.
L’effetto è amplificato in tempi come questi in cui la spirale inflattiva si sta facendo sentire. Nel 2022, infatti, a fronte di un indice di rivalutazione applicato ai trattamenti previdenziali dell’1,7% il limite di reddito personale annuo che consente l’attribuzione dei trattamenti di invalidità civile totale è salito da 16.982,49€ a 17.050,42€, cioè solo dello 0,4%.
Interrogato sull’argomento l’esponente del Governo ha assicurato una «valutazione di fattibilità» per correggere l’anomalia tenuto conto del «quadro normativo vigente e delle risorse finanziarie disponibili». Peraltro la sottosegretaria ha anticipato pure l’adozione di un disegno di legge, rivolto «all'adeguamento delle pensioni di invalidità, che potrà essere la sede più opportuna per una revisione della materia e un rafforzamento dell'istituto».