Pensioni, l'appello delle quindicenni: ripensateci!

Eleonora Accorsi Domenica, 04 Ottobre 2015
I lavoratori e le lavoratrici che hanno lasciato il lavoro prima del 2007 contando sulla possibilità accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi chiedono di essere oggetto di un nuovo intervento legislativo che li salvaguardi dalla Riforma Fornero.
Sdegno e delusione per la mancata inclusione dei lavoratori quindicenni all'interno della settima salvaguardia, il provvedimento approvato dalla Commissione Lavoro della Camera questa settimana. Lo comunica una nota diffusa ieri dal Gruppo Deroghe Legge Amato 1992, il Comitato che, com'è noto, tutela i lavoratori e le lavoratrici (ma sono soprattutto donne) che si riconoscono nelle salvaguardie della Riforma Amato del 1992. 

"Le Quattro Deroghe Amato - ricorda la nota - furono fatte per tutelare e salvaguardare chi all’entrata della riforma pensionistica  dopo il 1992 aveva allungato di 5 anni il requisito contributivo portando dai 15 a 20 anni il diritto alla pensione di vecchiaia consentendo alle persone che erano uscite dal mondo del lavoro a qualsiasi titolo (dimissioni,licenziamento,senza o con accordi ) senza poi essere rientrate nel mondo del lavoro dopo il 31/12/1992 o solo per determinati periodi  consentiti da quelle deroghe". 

La nota rimarca una profonda delusione per il parere contrario della maggioranza, in particolare il Pd, alle proposte emendative della Lega Nord e del M5S che chiedevano una salvaguardia specifica nei loro confronti. Una modifica che avrebbe consentito a questi soggetti di uscire in sostanza con un'età di 60 anni o poco piu' e 15 anni di contributi, come prevedeva la disciplina ante-fornero. Secondo l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd) la soluzione della questione delle quindicenni deve essere invece assorbita nel piu' ampio disegno sulla flessibilità in uscita allo studio della stessa Commissione Lavoro e del Governo. E non attraverso l'ampliamento dei profili di tutela previsti nella salvaguardia per evitare di "introdurre ulteriori sperequazioni tra platee diverse di lavoratrici".

Duro quindi l'attacco al Pd da parte del Comitato. "Il pd per mezzo dei suoi esperti pensioni Damiano e Gnecchi, si sono lavati la coscienza verso questa categoria facendo ripristinare in via amministrativa il diritto alla pensione, ma non cristalizzando l´età anagrafica di queste (in maggioranza) donne fuoriuscite dal lavoro prima del 92 e salvaguardate dalla legge Amato. La drastica conseguenza, già denunciata fino allo spasimo agli esperti pensioni Pd, è che queste donne, che pure hanno svolto un ruolo sociale rilevante, facendo risparmiare allo Stato in welfare, se non salvaguardate con le norme pre Fornero, debbono attendere fino a 13 anni per la pensione, da quando ne avevano diritto per legge; e questo è inconcepibile in quanto si salvaguardano categorie con 61/63 anni e addirittura persone,che seppur meritevoli, che ancora lavorano e hanno un reddito".

"Chiediamo alla minoranza del Pd - conclude la nota - di ricordarsi dei diritti dei più deboli (che loro dovrebbero rappresentare), senza bisogno di sottostare a giochi di forza o di partito e imporre alla propria maggioranza la salvaguardia di questa categoria in forte sofferenza perchè da 6 anni prima della riforma Fornero, senza reddito e senza pensione".



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