Pensioni, Pronto Ddl per riconoscere il lavoro svolto dai caregiver familiari

Nando Pulvirenti Martedì, 05 Aprile 2016
Laura Bignami presenta una proposta di legge al Senato per tutelare i lavoratori che assistono familiari disabili non autosufficienti.
ll Caregiver familiare potrebbe essere presto riconosciuto giuridicamente anche in Italia. E godere di particolari agevolazioni in materia previdenziale, supporti di vacanza assistenziali, benefici economici, assistenziali e lavorativi. Al pari di quanto accade in molti Paesi europei tra cui Francia, Spagna e Gran Bretagna, ma anche in Polonia, Romania, e Grecia. Lo prevede il disegno di legge a prima firma della Senatrice Laura Bignami del Gruppo Misto (S. 2128), che verrà illustrato domani a palazzo Madama finalizzato a "riconoscere e tutelare il lavoro svolto dai caregiver familiari e a riconoscere il valore sociale ed economico per la collettività". 

Con il termine caregiver familiare si designa colui che volontariamente e gratuitamente si prende cura di una persona cara consenziente in condizioni di non autosufficienza, a causa dell'età, di una malattia, di una disabilità. Le prestazioni sono rese a titolo gratuito, in funzione di legami affettivi. Prendersi cura di un proprio familiare è una scelta d'amore che deve essere valorizzata e sostenuta dallo Stato. Il caregiver familiare deve farsi carico dell'organizzazione delle cure e dell'assistenza; può trovarsi, dunque, in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibili ad affaticamento fisico e psicologico, solitudine, consapevolezza di non potersi ammalare, per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare, il sommarsi dei compiti assistenziali a quelli familiari e lavorativi, possibili problemi economici, frustrazione. Queste persone vivono in una condizione di abnegazione quasi totale, che compromette i loro diritti umani fondamentali: quelli alla salute, al riposo, alla vita sociale e alla realizzazione personale. L'impegno costante del caregiver familiare prolungato nel tempo può mettere a dura prova l'equilibrio psicofisico del prestatore di cure ma anche dell'intero nucleo familiare in cui è inserito. 

Per dare una risposta a questi temi il disegno di legge intende, in particolare, riconoscere la qualifica di caregiver familiari a coloro i quali in ambito domestico si prendono cura, a titolo gratuito, di un familiare o di un affine entro il secondo grado che risulti convivente ovvero di un minore dato in affidamento, che a causa di una malattia o disabilità necessita di assistenza continua, per almeno 54 ore settimanali. Tale qualifica può essere riconosciuta limitatamente ad un familiare per ogni assistito. Il riconoscimento della qualifica di caregiver familiare in relazione ad un familiare assistito preclude agli altri familiari lavoratori, fatta eccezione per i genitori, di godere delle agevolazioni di cui all'articolo 33 della legge n. 104 del 1992, in relazione allo stesso soggetto assistito. 

Il disegno di legge riconnette, quindi, specifiche agevolazioni previdenziali a tali lavoratori. In particolare la copertura a carico dello Stato dei contributi figurativi riferiti al periodo di lavoro di assistenza e cura effettivamente svolto, equiparati a quelli da lavoro domestico, che vanno a sommarsi ai contributi da lavoro eventualmente già versati. Inoltre si riconosce al caregiver familiare la possibilità di accedere al pensionamento anticipato al raggiungimento di trenta anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, sommando ai contributi da lavoro eventualmente già versati quelli figurativi versati dallo Stato per l'attività di caregiver familiare. Il disegno di legge attribuisce, inoltre, al caregiver familiare le tutele previste per le malattie professionali e per le tecnopatie tabellate e la copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia o nei quali il prestatore di cure è impossibilitato ad assistere il proprio familiare. 

In materia lavorativa si prevede che la figura del caregiver familiare sia equiparata ai soggetti che ai sensi della legge n. 68 del 1999 possono svolgere il proprio lavoro nella modalità del telelavoro.  La valutazione dello stato di non autosufficienza del familiare assistito verrà effettuata dalle commissioni mediche competenti sulla base delle tabelle ADL (Activities of daily living) e IADL (Instrumental activities of daily living). Lo stato di non autosufficienza verrà certificato qualora in almeno una delle due tabelle il risultato sarà pari a 0 punti.

Secondo la relazione illustrativa del disegno di legge i caregiver familiari, logorati da un carico assistenziale senza pari, sono stati costretti nel 10 per cento dei casi a chiedere il part-time o il telelavoro e nel 66 per cento a lasciare del tutto il lavoro. Un quadro desolante considerando la cornice sociale-assistenziale drammatica in cui operano caratterizzata da: continui tagli a livello nazionale e locale dei fondi destinati al sostegno delle famiglie in cui vive una persona non autosufficiente; costi sempre maggiori delle Residenze sanitarie assistenziali, che offrono servizi spesso non adeguati; parcellizzazione delle risposte assistenziali ormai rivolte solo ad alcune specifiche categorie. 

Ad illustrare la proposta domani, alle alle 5.30 al Senato nella Sala Caduti di Nassirya interverranno, tra gli altri la Senatrice Laura Bignami (Gruppo X), la Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (Gruppo Conservatori riformisti italiani), il senatore. Aldo di Biagio (gruppo Ap -Ncd-Udc), la senatrice Loredana de Petris (gruppo Sinistra Italiana - Sinistra ecologia libertà), senatrice Anna Finocchiaro (gruppo Pd) e Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili. A moderare l'incontro Paola Severini Melograni, direttrice di Angelipress.



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Documenti: Il progetto di legge 2128 a firma della Senatrice Laura Bignami

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