Pensioni, Sel: Governo ponga rimedio ai vuoti contributivi negli anni '70

redazione Venerdì, 02 Settembre 2016
Il Gruppo Sinistra Ecologia e Libertà chiede conto al Ministro del Lavoro circa l'impossibilità per diversi lavoratori di dimostrare con il libretto di lavoro la copertura contributiva alla fine degli anni 70.
Fare chiarezza sui buchi contributivi che si presentano negli anni '70 e '80, quando ancora non era stato digitalizzato il libretto di lavoro, e che attualmente non consentono ad alcuni lavoratori di accedere alla pensione. Lo chiede al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti Franco Bordo, deputato Sel, in una interrogazione a risposta scritta (4-14009) alla Camera dei Deputati.  Diverse segnalazioni, ricorda nel documento il deputato Sel, provengono da cittadini che pur ritenendo di aver raggiunto l'età e possedendo i requisiti per poter presentare domanda di ricevimento della pensione si sono visti respinta la domanda dall'INPS in quanto, secondo il citato Istituto, mancherebbero alcuni anni ai fini contributivi, riferibili alla fine degli anni ‘70, quando ancora i sistemi di gestione non erano digitalizzati. Questi lavoratori ritengono la loro posizione INPS in ordine, come in effetti risulta dai libretti di lavoro in loro possesso.

Come noto l'INPS ritiene insufficienti gli elementi che dimostrano il versamento dei contributi, poiché il libretto di lavoro, risalente al periodo precedente alla digitalizzazione, non viene considerato prova sufficiente. Per dimostrare l'accredito della contribuzione l'Istituto richiede le buste paga degli anni 1977 e 1978 o, in sostituzione, la dichiarazione con un atto notarile di altri dipendenti che siano stati in servizio in quegli anni ma, soprattutto, dipendenti i cui contributi risultino versati in quegli anni. "E' del tutto evidente che trattandosi di documentazione risalente a oltre 35 anni fa non tutti i soggetti coinvolti, per vari motivi, sono in grado di presentare la suddetta documentazione. I cittadini in questione hanno persino proposto all'Inps un riscatto oneroso, senza trovare consenso in quanto risalente a periodi precedenti al 1997" ricorda Bordo nell'interrogazione.

L'interrogante chiede quindi al Ministero del Lavoro di adoperarsi, per quanto di competenza affinché l'Inps consideri valido, al fine del conto pensionistico, il libretto in uso precedentemente alla digitalizzazione, senza che siano considerate indispensabili le buste paga o le testimonianze di colleghi, tra l'altro non sempre reperibili e, in tale contesto quali iniziative intenda intraprendere affinché i lavoratori interessati possano vedersi riconosciuti tutti i periodi lavorativi fini pensionistici. Il mancato accredito di alcuni anni di contribuzione può produrre del resto uno slittamento dell'età pensionabile e una diminuzione dell'importo del reddito pensionistico. Il tema, pertanto, è piuttosto delicato e coinvolge soprattutto i lavoratori iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (cioè lavoratori dipendenti del settore privato).

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