L'ipotesi che si sta studiando è garantire un sussidio capace di riportare il beneficiario al di sopra della soglia di povertà assoluta. Vale a dire, ad esempio, un reddito inferiore a 980 euro per una famiglia con due figli. L'assegno massimo riconosciuto arriverebbe a 780 euro al mese e sarebbe comunque condizionato all'obbligo, per chi ne usufruisce, di partecipare a programmi di reinserimento sociale. Si potrebbe partire, in quest'ultimo caso, con un aumento graduale delle risorse già stanziate fino alla soglia di 1,5 miliardi nel 2016. Per determinare la platea dei beneficiari dell'assegno minimo, il governo sta pensando di utilizzare, oltre alle dichiarazioni dei redditi, anche i parametri Isee, in modo da integrare i dati e da fotografare, in maniera molto più puntuale, le condizioni di vita delle famiglie. GamsinA questa operazione si affiancherebbe l'introduzione di un sussidio studiato per gli over 55 che perdono il lavoro e per i quali ci sono poche possibilità di reinserimento lavorativo. Misura che potrebbe essere attuata con una modifica o una estensione dell'Asdi, l'ammortizzatore sociale di ultima istanza coniato dal Jobs Act il cui decollo dovrebbe avvenire proprio in autunno. Secondo alcune analisi condotte dall'Inps sarebbero circa 1,3 milioni i disoccupati in queste condizioni che hanno superato la soglia dei 55 anni e avrebbero scarse possibilità di essere riassorbite dal mondo del lavoro. Un allarme che ha richiamato l'interesse del governo e di molti partiti, anche di opposizione, che siedono in Parlamento.